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Resilienza, tecnologia e vita affettiva: gli ingredienti per cavalcare il cambiamento

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La tecnologia, con la sua veloce evoluzione, sembra travolgerci. Come possiamo difenderci?
L’evoluzione velocissima della tecnologia e la metamorfosi del contesto socio-culturale avvenuta nel giro di appena due o tre generazioni ci costringe oggi a fare i conti con una realtà che a volte sembra travolgerci e fagocitarci. Eppure, c’è chi intravede una strada da percorrere per «cavalcare l’onda», seppur dovendo districarsi nel caos e tra non pochi avvoltoi.
Andrew Zolli, esperto di nuove tecnologie, scrittore, conferenziere e organizzatore di Pop-Tech, appuntamento annuale che si tiene negli Stati Uniti dedicato all’innovazione tecnologica e imprenditoriale, è uno di questi.
«La parola chiave è resilienza, ancor più e ancor meglio, a mio parere, della sostenibilità» spiega Zolli. «Stiamo attraversando un momento complicato, difficile, in continua trasformazione. Oggi più che mai è impensabile prevedere il futuro; noi, però, possiamo giocare bene la nostra parte. Come? Cercando di essere più che mai resilienti e adattandoci in modo veloce al contesto che cambia».
«Proprio perché il mondo è sempre più lontano dall’equilibrio, il concetto di sostenibilità è silenziosamente messo in discussione». O meglio, appare come non più sufficiente, da solo. «La resilienza aiuta le popolazioni, le organizzazioni e i sistemi più vulnerabili a resistere e a rimettersi in piedi; esplora i modi in cui gestire un mondo che non è più in equilibrio. Bisogna essere attenti, programmare in modo semplice la propria vita e non aver paura del cambiamento. Per prima cosa bisogna comunicare e magari reimparare a farlo; poi è utile porsi piccole sfide ogni giorno per abituarsi, a piccole dosi, ai cambiamenti.
Abbiamo la possibilità di imparare, conoscere e condividere buone pratiche, dunque facciamolo; poi coltiviamo network interni ed esterni, frequentiamo la diversità, impariamo ad analizzare e superare le debolezze». «A differenza di quello che si può pensare, la modernità offre tre elementi che sarebbe un errore considerare nemici della resilienza e andrebbero piuttosto visti come alleati: la tecnologia (a giuste dosi e con le necessarie precauzioni e saggezze), le persone e l’organizzazione individuale.
Questi ingredienti sono essenziali, ma vanno miscelati con la dovuta prudenza. Occorre la giusta misura, evitando l’overconnection di cui ci si ammala oggi. Un uso improprio della tecnologia porta a dati sconvolgenti: oggi il 96% dei senior leaders di grandi organizzazioni descrive di avere i sintomi della sindrome da burnout; ci sono persino statistiche che indicano come il 48% degli uomini dichiari di interrompere un rapporto sessuale per rispondere a una email, un dato che sale fino al 62% se si intervistano le donne. La priorità è e dovrà sempre essere quella di conservare una ricca vita emotiva».
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Brano tratto dall’articolo Il web ci spia? Ecco come raggirarlo

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Marzo 2019

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