Il Codacons ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento della delibera della Regione Puglia che impone tutta una serie di misure coercitive per vincolare gli agricoltori ai trattamenti contro la xylella.
“Il Codacons ha chiesto al Tar Lazio l’annullamento previa sospensiva della Delibera della regione Puglia n. 1890 ‘Azioni di contrasto alla diffusione della Xylella Fastidiosa, in applicazione della decisione di esecuzione (UE) 789/2015’ in quanto si ritiene che tale Delibera sia illegittima da un lato per vizi suoi propri e dall’altro per vizi derivanti da taluni profili di illegittimità della decisione comunitaria 789/2015”: a dichiararlo sono gli avvocati Carlo Rienzi e Gino Giuliano del Codacons, a cui si sono rivolti diverse Associazioni, Comitati e singoli cittadini pugliesi.
Il ricorso, annunciato durante la conferenza stampa “Xylella: un’emergenza democratica” che si è svolta alla Sala stampa della Camera dei Deputati, fa leva su uno studio commissionato dal Comitato per la Salvaguardia Ambiente e TErritorio della Valle d’Itria e dall’Associazione Terre d’Egnazia al prof. Alberto Lucarelli, Costituzionalista, ordinario presso l’Università Federico II di Napoli.
«Emergenza di democrazia»
“Da quello che ho potuto analizzare, studiando la Delibera della Regione Puglia e gli emendamenti a provvedimenti nazionali, la cosiddetta emergenza Xylella è usata per derogare a diversi principi costituzionali. Quello a cui stiamo assistendo è la creazione a tavolino di uno stato emergenziale che determina una vera e propria emergenza di democrazia”. Lo afferma lo stesso professor Alberto Lucarelli.
“Com’è risaputo le emergenze storicamente sono utilizzate per drenare risorse – continua Lucarelli – è quindi necessario, viste gli ingenti fondi pubblici stanziati, attivare gli strumenti di controllo idonei. Mi riferisco per esempio alla Corte dei Conti Europea e alla Corte dei Conti Regionali, e alle relative specifiche sezioni, che si occupano proprio del trasferimento di risorse pubbliche dall’Europa”.
«Il territorio è a rischio»
“Le strategie europee e regionali in atto rischiano non solo di non arrestare la diffusione del batterio, come dimostrato, ma di modificare irreversibilmente un territorio unico e prezioso come la piana monumentale degli ulivi – ha spiegato Lucarelli – Oggetto di tanti interessi, più speculativi che fitosanitari, presenti in Puglia da ben prima della scoperta del batterio. Guarda caso, infatti, gli stessi soggetti che oggi sono a favore delle eradicazioni in passato non hanno perso occasione di depredare e speculare sulla nostra terra” continua Raffaele Trisciuzzi, consigliere comunale M5S di Fasano.
“Da tempo chiediamo un confronto aperto su queste e altre questioni inerenti questa pretestuosa emergenza di fatto terminata nel 2016. Proprio per questo il 9 febbraio il Movimento 5 Stelle di Fasano ha indetto una tavola rotonda in cui far intervenire scienziati, politici, associazioni di categoria, olivicoltori e liberi cittadini, permettendo a chiunque di esprimersi e confrontarsi. Speriamo che nessuno si tiri indietro”.
«Ascoltate gli agricoltori»
“Sarebbe ora che qualcuno ascoltasse gli agricoltori – prosegue Francesco Mastroleo, olivicoltore di quarta generazione con un’azienda nel barese – Fino adesso sono stati versati fiumi di soldi pubblici nelle tasche di tecnici che in 5 anni non hanno fatto altro che criticare il nostro operato e proporci come unica soluzione gli abbattimenti dei nostri ulivi. Complimenti! Si rendono conto questi signori che senza alcuna garanzia né base scientifica ci stanno dicendo di distruggere il nostro preziosissimo patrimonio olivicolo? Magari per barattarlo con le cultivar che queste leggi bislacche ci vorrebbero imporre. Una la FS17 è soggetta a brevetto e richiede cospicui quantitativi di acqua, bene che da noi è tanto prezioso quanto costoso. L’altra, il Leccino, è addirittura uno dei pochi ulivi autosterili. Insomma due cultivar che di produttivo e redditizio non hanno davvero nulla, idonee solo a produrre un olio di serie B, vendibile a bassissimo prezzo. Il contrario di ciò su cui dovremmo puntare, ovvero la qualità – conclude Mastroleo – Chi non capisce questo significa che non conosce il nostro lavoro, la nostra terra e il nostro olio”.
De Bonis e Cunial plaudono al ricorso
“Il ricorso presentato dal Codacons al Tar Lazio è atto di fondamentale importanza a tutela della democrazia e dei cittadini. Quello che la Regione Puglia sta mettendo in atto contro la sua terra e contro i diritti dei suoi abitanti a tutela di pochi interessi privati è inammissibile. Sotto il cappello dell’emergenza si è messo in atto un preciso piano di spartizione di fondi pubblici”: lo affermano i parlamentari Sara Cunial (M5S) e Saverio De Bonis (Misto).
“Da tempo ho depositato una proposta di legge per aprire una commissione parlamentare sul tema – afferma De Bonis – una commissione che permetta di vederci chiaro non solo sulle responsabilità ma anche sul metodo utilizzato per drenare ingenti quantità di finanziamenti pubblici. Soldi della collettività che meriterebbero destinazione migliore. Invece queste somme a detta della Regione e di alcune associazioni di categoria, dovrebbero essere utilizzati per incentivare la riconversione di un olivicoltura fiore all’occhiello del nostro Made in Italy verso una produzione intensiva e super intensiva di scarsa qualità, tesa esclusivamente a competere in quantità con olio extra Ue. Questo significa buttare milioni di euro in un progetto fallimentare e dannoso per il territorio. Un progetto – conclude De Bonis – che arricchirà pochi soggetti che nulla hanno a che fare con il bene della nostra agricoltura”.
“Dobbiamo ripartire dagli agricoltori – prosegue Cunial – da chi davvero si prenda cura della terra, del paesaggio, del nostro cibo. E’ irreale pensare che in tutto questa faccenda proprio chi fa questo di mestiere sia rimasto inascoltato e ai margini. Quello che sta accadendo in Puglia è emblematico di un progetto replicato e replicabile ovunque. Si chiama land lagrabbing – conclude Cunial – quella contro l’accaparramento delle terre è una delle battaglie più impegnative che ci aspetta perché riguarda l’autodeterminazione dei popoli, la sovranità alimentare, i diritti fondamentali dell’uomo e delle prossime generazioni, come qui oggi ci ha ricordato il prof. Lucarelli”.
Letture utili: l’agricoltura organica e rigenerativa
Con un linguaggio semplice e diretto, il libro
“Agricoltura organica e rigenerativa” (Terra Nuova Edizioni) riporta tecniche agronomiche, riferimenti scientifici, strategie produttive ed esempi concreti di tante aziende agricole che nel nostro paese hanno fatto dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa un prezioso strumento di cambiamento e di introduzione di nuovi paradigmi e prospettive.
L’autore è Matteo Mancini, che ha lavorato in progetti agricoli e forestali in Messico, Mozambico, Brasile, Angola, Inghilterra, Libano e Palestina.
Dal 2009 è coordinatore tecnico dell’Ong Deafal per la quale si occupa di formazione e assistenza tecnica in Agricoltura Organica e Rigenerativa.
In Italia lavora presso alcune aziende agricole e all’estero in progetti di cooperazione allo sviluppo; è stato docente a contratto di Agroselvicoltura all’Università della Tuscia.