Quali sono i requisiti per accedere alle cure odontoiatriche garantite dal Sistema Sanitario Nazionale?
In Italia, ad avere diritto alle cure odontoiatriche garantite dal Servizio Sanitario Nazionale non è la generalità della popolazione.
Possono infatti accedervi, previo pagamento del ticket commisurato al reddito o con l’eventuale esenzione, solo i cittadini che appartengono alle cosiddette fasce di vulnerabilità sanitaria o sociale1.
«Per quanto riguarda la vulnerabilità sanitaria, si tratta dei minori fino a 14 anni, delle donne in gravidanza, di chi presenta patologie particolari, come la labiopalatoschisi, malformazioni facciali congenite, di chi presenta gravi deficit psichici o fisici, dei pazienti oncologici e di chi ha avuto diagnosi di malattie immunitarie, malattie rare e malattie sistemiche» spiega il dottor Paolo Capparè, ricercatore universitario e in forze alla clinica odontoiatrica dell’ospedale San Raffaele di Milano. «Poi ci sono i cittadini in condizioni di vulnerabilità sociale, come i disoccupati, gli invalidi civili di vario grado o chi presenta gravi problematiche socioeconomiche».
Sostanzialmente, a questi pazienti vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza, cioè cura delle carie, visite preventive, cure conservative o anche riabilitative di base, per garantire la funzionalità masticatoria. Per tutti gli altri cittadini, in genere (ma la situazione può variare da Regione a Regione) sono comunque garantite la prima visita previa impegnativa del medico curante e le prestazioni di pronto soccorso, cioè le emergenze, come l’esito di traumi o la gestione di ascessi acuti importanti.
«All’interno degli ospedali, comunque, possono essere offerte anche prestazioni a pagamento, che possono rappresentare un’alternativa agli studi privati ma non rientrano nelle cure previste dal Servizio sanitario nazionale» aggiunge il dottor Capparè.
Le Regioni e anche le singole strutture sanitarie hanno una certa autonomia decisionale in questo ambito. «Per esempio, al San Raffaele abbiamo attivato un servizio che si chiama di solvenza calmierata. Cioè, i pazienti che rientrano nelle fasce di vulnerabilità hanno diritto alle prestazioni con un regime tariffario agevolato a prescindere dalle casistiche elencate dalla normativa nazionale vigente».
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Brano tratto dall’articolo
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