L’Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR) è nata prima nei campi, nelle vigne, negli oliveti di tante aziende e poi, maturando, ha deciso chi era, dove voleva andare e come si chiamava.
«All’inizio, quando andavamo in campagna, non sapevamo di star praticando l’AOR, perché avevamo scelto di non imbrigliarci dentro marchi e disciplinari, ma volevamo lavorare e apprendere senza restrizioni o imposizioni, mettendo sul fuoco tutta la conoscenza che avevamo a disposizione – spiega Mancini nel suo libro ”
Agricoltura Organica e Rigenerativa” – Abbiamo pescato dalle nostre
competenze personali, così diverse tra loro, dalla sapienza di decine di maestri che ancora oggi ci accompagnano idealmente, e dal pragmatismo degli agricoltori, anch’essi un mondo di differenze e complessità. Per questo facciamo fatica a trovare una definizione migliore di quella che provammo a formulare qualche anno fa: l’Agricoltura Organica e Rigenerativa
è una disciplina teorico pratica che attinge da differenti approcci ed
esperienze agricole che hanno attraversato il secolo scorso e quello attuale, combinando le
pratiche tradizionali con le moderne conoscenze scientifiche».
«Negli anni, abbiamo rafforzato la nostra idea di non racchiudere le pratiche dell’AOR dentro un regolamento, ma ci siamo dovuti confrontare, ad esempio, con la richiesta crescente delle aziende di voler comunicare il proprio modo di produrre o addirittura di usare il nostro logo sulle etichette dei prodotti. Pensiamo che l’AOR debba valorizzare e rispettare le persone e il grande capitale naturale di cui beneficiano i produttori – scrive ancora Mancini – Così, ci è sembrato importante scrivere in forma semplice e diretta pochi punti, raccolti dentro la Carta dei Principi e dei Valori dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa:
1. Rigenerare il suolo
• Implementare pratiche che aumentino la fertilità dei suoli, quantificabile dall’aumento di carbonio organico, dalla maggiore dotazione e disponibilità di elementi minerali e dall’aumentata diversità microbiologica.
• In terreni di collina e di montagna, scegliere sistemi e tecniche che limitino l’erosione del terreno.
• Adottare pratiche scientifiche, innovative e sperimentali che valorizzino le specificità e le culture locali, traendo spunto dalle tradizioni dei territori.
2. Rigenerare gli ecosistemi e la biodiversità
Operare diminuendo le contaminazioni ambientali da sostanze chimiche di sintesi valorizzando gli scarti aziendali del territorio attraverso l’autoproduzione dei mezzi tecnici, rivalutando le risorse genetiche locali, gestendo in maniera efficiente le acque e le risorse agro-silvo-pastorali.
3. Rigenerare le relazioni tra gli esseri viventi
• Garantire alle piante cure colturali e trattamenti che favoriscano la loro salute nel tempo e il loro costante equilibrio fisiologico.
• Agire nella cura e nel rispetto della dignità delle persone e degli animali.
• Favorire rapporti di lavoro e di scambio basati sulla tutela dei diritti e sulla trasparenza.
4. Rigenerare i saperi
Promuovere la conoscenza come bene collettivo in continua trasformazione ed evoluzione, da acquisire e trasmettere in una dimensione di apertura e interazione con gli altri.
Speriamo che sempre più produttori si riconoscano in questi valori di dignità e buon senso».
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
Il libro è un viaggio nell’Agricoltura Organica Rigenerativa in Italia, con esperienze, realtà, spiegazioni, informazioni pratiche e chiare.
Con un linguaggio accessibile a tutti, vengono presentati i preparati organici, minerali e microbiologici più importanti e le innovazioni tecniche di rilievo applicate nelle realtà produttive di tutto il paese.
Alla fine di ogni capitolo sono riportate anche le esperienze pratiche che spiegano come un determinato mezzo tecnico viene impiegato in azienda.
L’ultimo capitolo del volume contiene le interviste condotte in cinque aziende agricole, che raccontano la loro esperienza con l’Agricoltura Organica e Rigenerativa.