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CLIPS: la cassetta degli attrezzi per comunità intenzionali

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Dal 6 al 9 dicembre 2018 si è svolta la terza edizione del CLIPS, un progetto nato in seno alla rete europea degli ecovillaggi per sostenere e rafforzare le comunità che perseguono finalità ecologiche e sociali.
Chiunque abbia collaborato in progetti collettivi, conosce la complessità dei gruppi. Per quanto l’idea che unisce sia forte e valida, nel gruppo entrano in gioco dinamiche personali e collettive che rendono difficile il compimento dell’opera e talvolta, sono la causa della fine del gruppo stesso.   
Lo hanno ampiamente sperimentato gli ecovillaggi, che derivano dalle comunità degli anni settanta ad indirizzo sociale ed ecologico. Essi sono un concentrato di relazione e di attivazione di dinamiche esteriori ed interiori e, anche per questo, sono un osservatorio privilegiato per coloro che si domandano se e come è possibile una condivisione del potere, un coinvolgimento personale all’interno di un gruppo reciprocamente fruttuoso e una società pacifica. Nel 2014, grazie ad un finanziamento europeo relativo al programma Erasmus+, dell’Unione Europea, è stato possibile riunire in un unico progetto l’esperienza di nove ecovillaggi e reti di ecovillaggio europee, rappresentati da persone con capacità e competenze di facilitazione.

Nasce così “CLIPS – Community Learning Incubator Programme for Sustainability“, l’incubatrice di progetti sostenibili il cui scopo è supportare, orientare e rafforzare progetti collettivi con finalità ecologiche e sociali.
Partner del progetto CLIPS, la Rete italiana villaggi ecologici-RIVE è rappresentata da quattro facilitatori: Lucilla Borio di Torri Superiore, Genny Carraro di Arterra e Giorgia Lattuca e Riccardo Clemente del Popolo degli Elfi, a cui abbiamo chiesto di spiegare i quattro pilastri del modello CLIPS – individuo, comunità, struttura ed intenzione – e come possono sostenere un gruppo nel raggiungere i propri obiettivi e mantenere alta l’attenzione sugli equilibri della relazione.

“L’approccio CLIPS è olistico e strutturalmente molto semplice” spiega Lattuca “fornisce un quadro concettuale che rappresenta tutte le sfaccettature che rendono un gruppo tale. Grazie a sistemi di analisi come quella sistemica, lo SWOT, il self-assestment tool e il forcefield, il facilitatore CLIPS può fare una diagnosi della salute del gruppo a qualsiasi stadio della sua evoluzione, senza sottovalutare alcun aspetto. CLIPS è al tempo stesso una teoria e una cassetta degli attrezzi”. “D’altra parte” aggiunge Clemente “CLIPS può essere paragonato al corpo umano. La singola cellula – l’individuo con la sua storia, i talenti, le aspettative e i bisogni- si unisce ad altre formando un organismo complesso – la comunità – che ha bisogno di un obiettivo comune per convivere pacificamente nella diversità – l’intento – e uno scheletro che lo sostenga e gli permetta il movimento – la struttura. L’intento indica il perché siamo insieme e dove stiamo andando, come vogliamo arrivare agli obiettivi e che azioni intraprendere per raggiungerli. La struttura invece riguarda tutti gli aspetti economici, giuridici, i metodi decisionali, l’organizzazione”. Ecco quindi come CLIPS può portare un valore aggiunto nella facilitazione al sostegno dei gruppi, prendendosi cura di ogni aspetto e considerando ogni parte importante per il tutto.

“E non è finita qui” conclude Clemente “Dal 21-25 gennaio a Sunnyhill in Slovenia partirà CLIPS2, un secondo progetto finanziato dall’Unione Europea che permetterà di continuare a sviluppare CLIPS. I principali obiettivi riguardano l’aumento da 12 a 32 metodologie di facilitazione proprie del CLIPS, un gioco da tavola, la creazione di video su buone pratiche degli ecovillaggi e l’aumento delle National Networks coinvolte, con la partecipazione della Finlandia, la Romania e la Polonia. Sarà anche migliorato il sito web e saranno promossi corsi CLIPS in tutta Europa”.
Per saperne di più sui contenuti della didattica e dei metodi proposti, è possibile consultare il sito CLIPS e scaricare gratuitamente la guida.

 

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