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Vegetali non vegetali: come riconoscerli

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Conoscere quello che si acquista è fondamentale per fare scelte consapevoli. I consigli di Renata Balducci, presidente di AssoVegan Associazione Vegani Italiani Onlus,per un acquisto critico.
Cosa c’è di più vegetale degli stessi vegetali?
Malgrado la risposta possa sembrare scontata, non dobbiamo lasciarci trarre in inganno. Conoscere ciò che si acquista è fondamentale per potersi muovere consapevolmente tra le corsie del supermercato senza commettere errori. Come prima cosa è necessario rendersi conto che gli alimenti e i prodotti che mettiamo nel carrello contengono additivi, componenti chimiche, conservanti e molto altro. L’acquisto critico implica essere a conoscenza di questo fatto e agire di conseguenza.
L’etichetta ci dice tutto quello che dobbiamo sapere. O quasi.
Persino il reparto ortofrutta non è un luogo scevro da contraddizioni o insidie: una mela è al 100% una mela? Non proprio. Spesso infatti vengono utilizzati additivi e agenti di rivestimento e cere per mantenere intatto l’aspetto di frutta e verdura. La maggior parte delle volte questi additivi sono di derivazione animale. Mele lucidissime, arance dalla buccia uniforme, colori omogenei: questa perfezione ha un «prezzo» ed è quello dell’aggiunta di coadiuvanti chimici.
La necessità da parte dei commercianti di prolungare la shelf life (data di scadenza, ndr) di un prodotto insieme al fatto che la maggior parte dei consumatori prefrisce acquistare prodotti senza imperfezioni hanno incoraggiato nel tempo l’uso di queste componenti.
Il BioDizionario (Terra Nuova Edizioni) affronta il tema in maniera approfondita.
Vediamo qui due delle più comuni cere usate per il rivesitimento: E901, E904.
E901 è cera d’api ed E904 è la secrezione della cocciniglia asiatica. Entrambi non sono quindi adatti a chi non vuole consumare cibi di derivazione animale e in più a livello qualitativo, sono state contrassegnate da un doppio semaforo rosso perché presentano delle problematiche legate alla tossicità (definizione e descrizione disponibili sul sito www.biodizionario.it).
Il consumatore come può difendersi da queste insidie?
Innanzitutto va detto che a livello normativo, se il prodotto è confezionato, l’indicazione deve essere presente in etichetta; se è sfuso invece, dobbiamo fare attenzione perché non tutti i negozianti indicano questa informazione nel cartello descrittivo. Se abbiamo dei dubbi, dobbiamo chiedere. Acquistare frutta e verdura da colture biologiche, provenienti da filiere controllate e locali, fornisce senz’altro una garanzia sulla qualità del prodotti. Infine, un invito: sforziamoci di avere un atteggiamento critico, poniamoci come soggetti attivi di fronte all’acquisto.

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