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Goetheanum: l’architettura come forma di meditazione

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L’edificio, costruito in Svizzera su indicazione di Rudolf Steiner, è il cuore pulsante dell’antroposofia: le sue forme, pensate come parte di un organismo vivente, riflettono i principi ispirati dal suo fondatore, attualizzati nella pedagogia, nella medicina, nell’arte e nell’agricoltura biodinamica.
Risalendo il dorso della collina il Goetheanum si rivela fra gli alberi da frutto in tutta la sua imponenza.
L’edificio, che sorge a Dornach, vicino Basilea, fu disegnato agli inizi del ’900 personalmente da Rudolf Steiner come centro internazionale del pensiero antroposofico di cui era l’ispiratore.
Costruito secondo i principi dell’architettura organica, esso doveva rispecchiare i fondamenti dell’antroposofia, che mira a portare la conoscenza del mondo spirituale nella vita quotidiana, affinché sia al servizio del singolo e della comunità.
La «scienza dello spirito», ispirata dal filosofo tedesco Goethe, da cui la costruzione prende il nome e di cui Steiner fu un grande studioso, trapela dalla struttura, pensata come un vero e proprio organismo vivente. In armonia con la continua evoluzione e trasformazione del pensiero antroposofico, che non è mai dogmatico, ma mutevole, essa si compone di elementi scelti per costituire un linguaggio armonioso comprensibile dall’intero essere umano, e non solo dall’intelletto.
«Un’autentica armonia dell’anima può essere provata solo là dove nell’ambiente, in forme, figure e colori, si rispecchia ai sensi umani ciò che l’anima riconosce come i propri più degni pensieri, sentimenti e impulsi» scriveva il pensatore nel 19071. Sono questi gli ideali che ritroviamo anche nel mito della pietra di fondazione del Goetheanum, che fu solennemente posata da Steiner nel natale del 1923, come unico resto del precedente edificio costruito in legno e distrutto da un incendio doloso.
La cerimonia, a cui parteciparono ottocento persone giunte da tutto il mondo, acquisì il potere simbolico di un nuovo inizio, che si radicò nel cuore dei presenti e diede impulso alla Società antroposofica che oggi conosciamo.

Le figlie dell’antroposofia

In sintonia con lo spirito eclettico del suo ideatore, il Goetheanum è subito divenuto luogo di sinergia tra l’antroposofia e le sue applicazioni in campo pedagogico, medico, artistico e in agricoltura.
Pochi anni prima, a Stoccarda, l’investimento di un illuminato industriale aveva preparato il campo per la nascita della prima scuola Waldorf, in cui, secondo le indicazioni pedagogiche di Rudolf Steiner, il bambino doveva essere aiutato a orientarsi nel mondo fisico in maniera mai stereotipata e attraverso il ricorso all’esperienza manuale. Allo stesso tempo, l’apporto dello studioso in campo medico, che include l’osservazione dello stato psichico e spirituale del malato nell’eseguire la diagnosi, diede impulso alla medicina antroposofica, mentre dall’incontro con gli agricoltori prendeva piede l’agricoltura biodinamica.
La visione olistica che ne è alla base muove da una concezione integrata del mondo spirituale con quello naturale, in cui operano forze terrestri e cosmiche. L’essere umano può interagire con queste forze, per esempio nutrendo la terra dove c’è una carenza attraverso i composti organici, per stimolare lo spontaneo equilibrio di piante e animali.
È questa visione integrata che ritroviamo impressa fra le mura del Goetheanum, ispirato dalla polarità che sottende ai rapporti fra natura e cultura, fra processi vitali, ricerca scientifica e tecnica. La scelta delle forme, dei colori, dei materiali è mirata a creare un ambiente in cui l’essere umano nella sua espressione più nobile possa rispecchiarsi, affinché si sviluppino le sue potenzialità. Con le sue vetrate colorate, gli angoli smussati, le numerose opere d’arte, è un ambiente costruito per ispirare la crescita interiore e l’incontro con gli altri e incarna quella visione, alla base di un modo diverso di intendere la vita, che oggi chiamiamo «olistica».

Oggi

Il Goethenaum accoglie ogni anno migliaia di visitatori.
Al suo interno ospita un teatro dove vengono eseguiti i drammi scritti da Steiner, altre opere, concerti e performance di euritmia, una forma d’arte per esprimere in movimento il suono o la parola emesse dall’uomo.
La sala conferenze ospita incontri su temi di attualità e l’annuale congresso internazionale di Antroposofia, in cui studiosi, esperti e appassionati di diverse nazionalità si confrontano sull’attualizzazione del pensiero antroposofico di fronte ai temi cocenti del nostro tempo, come ad esempio l’incalzare degli ogm in agricoltura. Da quest’anno ospiterà la prima conferenza internazionale sulla ricerca biodinamica.
Come nei migliori auspici del suo instancabile ideatore, che la morte colse prima che potesse vederne la costruzione, il Goetheanum è una struttura viva, in armonia con principi alti, come le mura che ne sono sono portatrici perché, come Steiner stesso esplicò, «l’Antroposofia è un percorso di conoscenza che guida lo spirito dell’uomo verso lo spirito dell’universo»2.

Note

1. R. Steiner, Lucifer-Gnosis, n. 34 (1907).
2. R. Steiner, Pensieri Principali di Antroposofia (1904).
 

PER SAPERNE DI PIÙ:

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Brano tratto dall’articolo Biodinamica e scienza: nuovi orizzonti di intesa

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Novembre 2018
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