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Tap: resta sotto sequestro uno dei cantieri

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Tap: resta sotto sequestro uno dei cantieri. La decisione è del gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, che ha respinto la richiesta della multinazionale di dissequestro del cantiere del gasdotto. Restano quindi i sigilli su un’area di quattro ettari in cui furono espiantati 477 ulivi.
Tutto fermo, e così resterà, nel cantiere Tap in località Le Paesane a Melendugno, in provincia di Lecce; i lavori non potranno procedere perché il gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, ha rigettato la richiesta di dissequestro dell’area, di circa quattro ettari, che era stata avanzata dalla multinazionale che porta avanti i lavori del contestatissimo gasdotto.
Il cantiere in questione, che riguarda i lavori a terra del gasdotto, era stato sottoposto a sequestro probatorio il 27 aprile; in quell’area erano stati espiantati 477 ulivi per poter procedere alla posa di un tratto di condotta. Subito dopo l’espianto, però, sono scattati i sigilli in seguito a un esposto presentato da alcuni parlamentari del M5S. Sul registro degli indagati, come spiega Il Corriere del Mezzogiorno, compare il nome di Clara Rissa, legale rappresentante di Tap, che dovrà rispondere dei reati di opere eseguite in assenza di autorizzazione, distruzione e deturpamento di bellezze naturali, distruzione o deterioramento di piantate di alberi, abusivismo in aree sottoposte a vincolo.
L’area in questione, chiamata cluster 5, è un pezzo del più ampio tracciato del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (Tap) che, una volta approdato lungo la costa Nord di San Foca, si estenderà per circa otto chilometri nel territorio di Melendugno.
Un’altra istanza di sequestro dell’area del microtunnel è stata presentata recentemente dal professor Gaetano Filograno per conto di tre parlamentari del Movimento Cinque Stelle: Lello Ciampolillo, Sara Cunial e Saverio De Bonis. A sostegno dell’istanza c’è un rapporto di Ispra e Arpa Puglia secondo cui la multinazionale non avrebbe ottemperato a due punti della prescrizione contenuta nel decreto ministeriale per la realizzazione dell’opera.

L’altra inchiesta

Su Tap incombe inoltre un’inchiesta della Procura di Lecce scattata dopo l’esposto presentato da otto sindaci salentini e dal comitato No Tap. Gli inquirenti stanno verificando se il progetto per il gasdotto Tap e quello di Snam per la interconnessione con la rete nazionale, debbano essere valutati unitariamente ai fini dell’applicazione della direttiva Seveso sulla prevenzione del rischio di incidenti rilevanti. Entro il 18 novembre un team di specialisti dovrà consegnare una perizia al gip nell’ambito di un incidente probatorio: in questo modo potrà essere stabilita la reale quantità di gas nel terminale di ricezione del gasdotto. Secondo Tap non verranno superate le 48,6 tonnellate, e quindi si rimarrà al di sotto del limite delle 50 tonnellate previste dalla direttiva Seveso; in caso contrario la realizzazione dell’opera potrebbe tornare in discussione.

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