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Le principali caratteristiche del cibo industriale

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I cibi industriali hanno caratteristiche comuni, determinate dai processi di trasformazione e lavorazione. Scopriamone alcune.
I processi di trasformazione e lavorazione seguiti dall’industria alimentare producono cibi che tendono ad avere caratteristiche comuni, senza dubbio negative rispetto invece alle proprietà nutrizionali che connotano i cibi freschi e naturali.
Ecco dunque cosa aspettarsi dagli alimenti industriali:
Squilibrio nei nutrienti e presenza di elevate quantità di ingredienti con effetti dannosi, come grassi, zucchero e sale (cloruro di sodio).
Assenza o scarsa presenza di nutrienti salubri, come proteine, vitamine, sostanze fitochimiche, minerali e fibre alimentari.
Presenza di ingredienti dannosi e additivi chimici, come acidi grassi trans, conservanti (per esempio, il sodio benzoato), esaltatori di sapidità (per esempio, il glutammato monosodico), coloranti artificiali (come il giallo burro e il verde malachite).

Fonte: Cibo e salute, Vandana Shiva e Franco Berrino (Terra Nuova Edizioni).

 
Alcuni dei cibi che mettono a rischio la nostra salute:
Bevande gassate e zuccherate
Dolci confezionati e pasticceria industriale
Pane industriale e confezionato
Margarine
Barrette snack dolci o salate
Pasti pronti, confezionati o surgelati
Crocchette di pesce o carne
Prodotti a base di carne ricostituita
Cibi prefritti
Zuppe in scatola
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Brano tratto dall’articolo Giù la maschera!

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Ottobre 2018
Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

PER SAPERNE DI PIÙ

Una vera rivoluzione oggi può e deve partire dalla produzione del cibo, un grande campo di azione dove il sistema agroalimentare globalizzato ha cancellato la biodiversità, avvelenato il suolo e reso la nostra dieta sempre più omologata e insostenibile.
Il cambio di paradigma si impone anzitutto nella produzione agricola e nella salvaguardia dell’ambiente, da cui dipende il mantenimento degli ecosistemi e della salute dell’uomo. Gli autori del libro, tra cui spiccano le figure di Vandana Shiva e Franco Berrino, tracciano un’inversione di rotta a cominciare dal nostro stile di vita: bisogna dire sì ai sistemi agricoli naturali su piccola scala, per recuperare la vitalità del cibo e garantire un accesso più democratico alle risorse della terra. E bisogna dire no all’avanzata di un modello produttivo basato sullo sfruttamento dei popoli e degli ecosistemi.

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