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In cucina con gioia

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L’alimentazione macrobiotica punta all’equilibrio degli aspetti yin e yang, per una salute che passa dal corpo e raggiunge anche mente e spirito.
La macrobiotica è una filosofia di vita che ci permette di partire dal cibo per stabilire, ristabilire o mantenere quell’equilibrio energetico, dinamico e in continua trasformazione che ci garantisce la salute. Le energie dello yin e dello yang si combinano sulle nostre tavole a partire dal modo in cui prepariamo e accogliamo il cibo stesso, che si trasforma in sangue, cellule, tessuti, organi, sistema nervoso, rendendoci di fatto ciò che siamo.
Nella visione della macrobiotica tutto è connesso e gli alimenti non sono solo aggregati di molecole, sono anche energia e hanno effetti evidenti sulla nostra salute. Dalla qualità del nostro cibo dipende la qualità del nostro sangue, che influenzerà a sua volta anche il nostro modo di pensare e di agire.
In cucina, come anche nella vita, ciò che dobbiamo sempre tenere presente è che abbiamo a che fare con questi due aspetti: quello yin, l’ombra, il buio, il freddo, e quello yang, il sole, la luminosità, il calore. Sono entrambi fondamentali, l’uno non può esistere senza l’altro. Basti pensare agli aspetti yin e yang del nostro respiro (inspirazione-espirazione) o del nostro battito cardiaco (sistolediastole).
Potremmo vivere senza una di queste due fasi? Dualità e nel contempo unità: dall’alternanza dinamica di yin e yang nasce la vita. Per comprendere al meglio questa visione, che si basa sull’osservazione della natura, e su cui la macrobiotica si fonda, occorre sforzarsi di risvegliare il fanciullo che è in noi, cancellare pregiudizi e preconcetti, cercando di vedere con gli occhi del cuore.

Yin e yang: una questione di equilibrio

Se prepariamo un cibo equilibrato, sarà anche più buono: è questa una delle alchimie che possiamo fare in cucina. Un cibo con un’energia più yin (fredda) avrà in noi un effetto espansivo; infatti i cibi rinfrescanti (come la frutta estiva, si pensi all’anguria) hanno anche una forma espansa. Il loro effetto sarà di disperdere e rilassare. Se questa energia diventa estrema, ci raffredderà in maniera eccessiva, a tal punto da rischiare di indebolire la nostra energia vitale (conservata nei reni, che temono il freddo), creando una condizione molto yin. Come accade ad esempio consumando zuccheri e bevande zuccherate.
Un cibo con un’energia più yang (calda), oltre a riscaldarci, avrà un effetto contraente: ci fornirà struttura, forza. Se estrema, potrebbe creare un eccesso di calore, una contrazione eccessiva, favorendo accumuli, tensioni, rigidità.
Non a caso, un eccesso di sale, di prodotti di origine animale e di alimenti conservati favorisce l’ipertensione arteriosa: condizione molto yang.
Nella classificazione degli alimenti, troveremo cibi estremamente yin e cibi estremamente yang. È importante che queste due energie siano compresenti in modo bilanciato, senza degenerare nell’eccesso di rigore o di dispersione, che potrebbe bloccare il nostro equilibrio, catapultandoci in una stasi che ci allontanerebbe dall’opportunità di cogliere le trasformazioni continue dell’universo.
I cibi più equilibrati sono i cereali integrali e i legumi, che rappresentano al meglio l’equilibrio dinamico: sono, al contempo, seme (yang) e frutto (yin). Per ritrovare il nostro equilibrio, dunque, possiamo partire dalla nostra alimentazione: è questa la via per la longevità e la salute.
Le principali raccomandazioni del mondo scientifico per uno stile di vita sano sono coerenti con i principi della macrobiotica, raccomandazioni che invitano a mangiare prevalentemente cibo vegetale, ovvero cereali non industrialmente raffinati (la macrobiotica sottolinea anche che dovrebbero essere «preferibilmente in chicco»), legumi, verdure (non le patate) e frutta (la macrobiotica aggiunge anche «di stagione» e «del nostro clima»), e semi oleaginosi.
Un’alimentazione prevalentemente ma non esclusivamente vegetale nella quale, tra i prodotti animali, si predilige il pesce, meglio se pescato e di taglia piccola. Le carni non dovrebbero far parte dell’alimentazione quotidiana e vanno scelte da allevamenti non intensivi dove gli animali si nutrono di alimenti adatti.

Zuccheri e cibi ad alta densità calorica

Una delle cause principali dell’epidemia di obesità nei paesi ricchi è il consumo esagerato di zucchero, bevande zuccherate e di cibi ad alto indice glicemico, come pane bianco, dolciumi, riso bianco. Bisogna quindi abituarsi a sapori meno dolci, meno artificiali e più naturali, tornando a un’alimentazione tradizionale basata sull’assunzione, ad esempio, di pasta di grano duro unita ai legumi, di semi oleaginosi e cereali integrali; in questo modo la glicemia sale lentamente e si mantiene a livelli normali per svariate ore, donandoci sazietà e stabilità emotiva.
Un’alimentazione ricca di cereali integrali riduce poi il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e tumori.
Teniamolo a mente quando scegliamo ciò che mangiamo, in modo da non farci influenzare dalle campagne pubblicitarie e di marketing che puntano a condizionare i nostri gusti.

Il cibo come nutrimento

È utile entrare nell’ottica secondo cui le nostre scelte alimentari quotidiane sono una forma di rispetto verso noi stessi e il pianeta. Da qui deriva anche l’importanza della stagionalità e della territorialità, aspetti fondamentali per creare armonia con l’ambiente e per un approccio sostenibile, che ci permette di acquisire la consapevolezza che il cibo non nutre solo il nostro corpo, ma anche il nostro spirito, poiché è cultura, evoluzione, condivisione.
Prendiamoci il tempo giusto da dedicare al momento del pasto. «Non mangiate di corsa» suggerisce Michael Pollan. Mangiare lentamente è utile non solo per tenere a freno l’appetito, ma anche per essere presenti e consapevoli del qui e ora. Ciò vuol dire anche assaporare il cibo e trarne piacere, oltre che nutrimento.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Giugno 2018

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