No Tap: «Ecco il libro che denuncia il vero impatto sulla gente»
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Il libro è autoprodotto e non ha un prezzo di copertina. Tutti gli incassi sono devoluti alla cassa di resistenza del movimento No Tap, per aiutare gli attivisti a sostenere le spese legali.
«L’idea sorge dalla nostra necessità di “non rimanere invisibili”, di non rimanere “seppelliti” nel nostro territorio, già violato da altre realtà inquinanti quali Ilva, Colacem, eccetera. L’insediamento del progetto Tap impatta in una situazione ambientale già fortemente compromessa e, avendo acquisito nel corso del tempo, maggiore consapevolezza in tema ambientale e sociale, la nostra comunità non è più disponibile ad accettare passivamente scelte speculative così impattanti per le nostre vite senza esercitare il nostro diritto ad opporci».
«Sono cambiati molti aspetti della nostra quotidianità: da una parte siamo diventati “comunità attiva”, una specie di nuova famiglia nella quale abbiamo ritrovato valori importanti di condivisione e partecipazione in relazione alle scelte che riguardano direttamente le nostre vite e, ancor più, quelle delle nuove generazioni. Dall’altra ha sconvolto completamente la nostra routine familiare, i nostri equilibri di vita producendo pesanti ferite e disincanto rispetto alle istituzioni. Ma, tutto sommato, ora ci sentiamo più forti, più informati e ancora più fiduciosi che, con l’apporto di tutti/e si possa invertire questa tendenza pericolosa all’indifferenza».
«Probabilmente una sottovalutazione del problema è funzionale a un sistema che, da troppo tempo, impone il proprio modello di sviluppo. Un modello che non ha futuro, perché continuare a investire in fonti fossili, invece di supportare le energie rinnovabili, è un boomerang che ha già prodotto a livello mondiale troppi danni. Gli accordi di Parigi sul clima impongono un’inversione di tendenza che noi siamo decisi ad attuare. L’informazione è in gran parte “figlia” di questo sistema e ha, ovviamente, tutto l’interesse a diffondere notizie di parte, dipingendoci come violenti ed ignoranti. La pubblicazione “Cos’è cambiato con Tap”, nel suo piccolo, si propone di fornire una visione “altra” di quello che succede realmente in queste latitudini».
«Già con la prima pubblicazione, “Racconti sotto gli ulivi”, abbiamo voluto fornire ai nostri figli una risposta relativa a ciò che stava accadendo sotto i loro occhi. La spiaggia, la campagna di San Basilio dove loro hanno sempre giocato si stava trasformando, l’espianto degli ulivi e l’arrivo di “mostri” meccanici esigevano una spiegazione. Attraverso quelle fiabe abbiamo cercato di rendere quella situazione meno drammatica e più comprensibile anche ai più piccoli. Continuiamo il nostro lavoro di controinformazione, utilizzando ovviamente linguaggi differenti in relazione agli interlocutori ai quali ci troviamo di fronte. Le fiabe e i racconti ai bimbi davanti al fuoco sono stati, anche per noi adulti, occasione di complicità e partecipazione».
«Siamo ottimisti. Più che di aspettative però, vorremmo insistere sulla determinazione. Quella convinzione di sentirci dalla parte giusta di quel mondo che vogliamo lasciare in eredità alle nuove generazioni. Non vogliamo avallare un sistema speculativo, non vogliamo essere complici di chi punta esclusivamente al proprio profitto a discapito delle comunità, dei territori, dell’ambiente».
«Tap non è un problema salentino, ma si inserisce appieno nel sistema che noi denunciamo ormai corrotto che sottostà al progetto di qualsiasi grande opera imposta sui territori, a partire dal Tav fino al Muos. Combattere Tap è combattere questo sistema, dal Piemonte fino alla Sicilia. Inoltre il TAP non si ferma agli 8 chilometri melendugnesi che la multinazionale continua a mostrarci, ma, approdato sulle nostre coste dopo il lungo percorso che parte dal lontano Azerbaijan, prosegue lungo tutto lo stivale fino a Minerbio (Bo) e poi su verso il nord Europa. Solo con la solidarietà ed il sostegno di tutti possiamo condurre a vittoria questa battaglia di dignità e democrazia».