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Petizione: «Fermate il 5G e abbassate i limiti per l’elettrosmog»

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Il Comitato di Tutela Monte Porzio Catone ha lanciato una raccolta di firme a livello nazionale per chiedere al governo che vengano adottati limiti più cautelativi per le emissioni elettromagnetiche e che si fermi il 5G, applicando il principio di precauzione.
Il precedente governo aveva preparato una bozza di DPCM per l’innalzamento dei valori limite per i Campi Elettromagnetici e ora il Comitato di Tutela Monte Porzio Catone, con una petizione nazionale, chiede all’attuale governo che abbandoni completamente la strada intrapresa «perché gli attuali limiti di legge devono essere piuttosto significativamente abbassati per tutelare la salute pubblica e l’ambiente» scrivono dal Comitato.
«La tutela e la salvaguardia della salute umana e la tutela ambientale sono valori di rilievo costituzionale, nonché beni inalienabili – prosegue il Comitato – la nostra Costituzione Italiana in forma sempre attuale fissa i criteri generali basilari della tutela ambientale nell’art. 9, comma secondo e nell’art. 32 comma primo».
Proprio in concomitanza della petizione, è uscito il libro “Manuale di autodifesa per gli elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni) del giornalista Maurizio Martucci, ACQUISTABILE QUI
Si legge inoltre nel testo della petizione del Comitato:«A tal riguardo Vi scriviamo poiché, rispetto al parere dell’ Istituto Superiore di Sanità (del 2001), da cui derivano i limiti del DPCM 08/07/2003 sui campi a radiofrequenza pubblicato sulla G.U. n199 del 28/08/2003, le conoscenze scientifiche sui rischi per la salute correlate all’esposizione ai campi elettromagnetici sono notevolmente aumentati (Si veda la lista a pié di pagina)».

I pericoli esistenti

«Si segnalano, in particolare, i recenti studi del National Toxicology Program e dell’Istituto Ramazzini, che evidenziano un aumentato rischio sia per i tumori alla testa sia per gli schwannomi, il più pericoloso dei quali è il tumore cardiaco. Tali risultati, basati sulla sperimentazione animale in entrambe le sponde dell’Atlantico, insieme agli ultimi studi epidemiologici sugli utilizzatori di cellulari dell’oncologo Lennart Hardell, fanno concludere agli studiosi che è tempo di aggiornare la classificazione IARC. Al momento, infatti la IARC classifica la radiofrequenza come “Possibile Cancerogeno per l’Uomo”, perché si basava solo su risultati epidemiologici ma non su studi in vivo, che oggi fanno propendere per la classificazione “Probabile cancerogeno” di Classe 1A o, come suggerito da Hardell, “Cancerogeno Certo” di Classe 1».
E ancora:
«Il problema centrale è che gli standard di sicurezza internazionali promossi dall’OMS, su indicazione di una associazione privata l’ICNIRP, fanno riferimento ai cosidetti “effetti termici”, cioè al riscaldamento indotto sul materiale biologico dall’ esposizione alle radiofrequenze, mentre esistono migliaia di evidenze scientifiche sugli “effetti non termici”, che avvengono per valori di esposizione nettamente inferiori a quelli italiani. Questi effetti biologici non termici comprendono, per esempio, l’apertura della barriera ematoencefalica (con un aumento del rischio di malattie neurodegenerative), infertilità, disturbi neurocomportamentali, danni al feto, aumento dello stress ossidativo, aumento di danni al DNA, ecc, senza escludere quelli più gravi di natura oncologica. Gli attuali limiti di legge italiani, quindi, non sono sufficienti a tutelare la salute pubblica. La stessa Food and Drug Administration Americana (FDA) riconosce gli effetti non termici dell’ esposizione a radiofrequenza (nell’approvazione del dispositivo medico “Optune”). Già nel febbraio 2015 oltre un centinaio di scienziati italiani (medici, fisici, biologi e ricercatori), assieme ad altre 50 associazioni e comitati italiani, hanno chiesto al governo di abbassare significativamente i limiti di legge per le emissioni elettromagnetiche».

I limiti

«Stando a tali constatazioni i valori limite di campo andrebbero drasticamente ridotti (non certo aumentati): un primo semplice passo, che il Governo può intraprendere in questa direzione è cancellare immediatamente l’articolo 14 del Decreto Sviluppo “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (DL n° 179 del 18/10/2012 pubblicato sulla G.U. n° del 19/10/2012), che impone una misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 24 ore (valore arbitrario), anziché su 6 minuti (valore basato su motivazioni biologiche). Per tutelare appieno la salute pubblica, si rende indispensabile attuare quanto indicato dalla Raccomandazione 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa del 2011, volta ad un abbassamento dei limiti di legge a 0,6 V/m nell’immediato e a 0,2 V/m sul lungo termine».
Prosegue sempre la petizione:
«Collegata al paventato aumento dei limiti di legge è la diffusione della tecnologia 5G, la quale dovrebbe essere soggetta a valutazioni di impatto sanitario e ambientale preventive con analisi dei costi economici e sociali pubblici derivanti da eventuali impatti biologici indotti. E’ necessario stabilire se lo sviluppo di tale tecnologia sia compatibile con i dettami costituzionali in quanto una eventuale non “provata innocuità” del 5G, dovrebbe, al pari della cannabis light, essere la motivazione perchè il Consiglio Superiore della Sanità “raccomandi che siano attivate, nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione” adeguate misure. Per la cannabis light così è stato dichiarato dal CSS in un parere richiesto a febbraio dal Ministero della Salute sui «prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa»: “Non si può escludere la pericolosità del Thc anche a basse concentrazioni in alcuni soggetti”. Riteniamo che siano motivazioni generalizzabili e perfettamente estendibili anche al caso dei campi elettromagnetici per le motivazioni sotto esposte».

Il blocco delle sperimentazioni

«A tal proposito quindi risulta indispensabile bloccare ogni sperimentazione del 5Gcome richiesto anche da oltre 170 scienziati indipendenti nell’ appello di pochi mesi fa: infatti prima di prevedere l’ utilizzo commerciale delle frequenze adoperate dal 5G è necessario attendere che vengano pubblicati studi INDIPENDENTI, cioé non finanziati dall’industria neanche attraverso sistemi di mascheramento, sugli effetti biologici (studi su animali, piante, studi biomolecolari e sui meccanismi d’azione), derivanti da tale esposizione, attivando quindi, “nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione” adeguate misure, al fine di “escludere la pericolosità della tecnologia specifica anche a basse concentrazioni in alcuni soggetti”».
PER TUTTE QUESTE RAGIONI I FIRMATARI DELLA PETIZIONE CHIEDONO:
1) di stralciare immediatamente qualsivoglia bozza di decreto legge volto all’adeguamento degli attuali limiti di legge italiani alle raccomandazioni europee e di emendare l’Art. 14 del DL n° 179 del 18/10/2012 pubblicato sulla G.U. n° del 19/10/2012;
2) di recepire gli studi scientifici più recenti (molti dei quali prodotti da scienziati italiani)per abbassare i limiti di esposizione alla radiofrequenza per la popolazione italiana secondo la Raccomandazione dell’Assemblea Plenaria del Consiglio D’Europa N. 1815 del 2011 a 0,6 V/m nell’immediato;
3) di sospendere qualsiasi forma di sperimentazione tecnologica del 5G nelle città italiane in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche per giudicarne l’innocuità e in attesa della modifica rigorosamente precauzionale degli attuali limiti italiani per i campi elettromagnetici.
Le più recenti pubblicazioni sull’ argomento sono scaricabili a questo link

Il manuale per difendersi dall’elettrosmog

Il libro “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni) è un manuale di inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.L’elettrosmog è un pericolo per la salute? «Non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per dimostrarlo». Il libro confuta quest’assioma stereotipato, fondato su ricerche superate di dubbia indipendenza, e offre una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.
L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità.

Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati, le storie di suicidi e dell’insorgenza di patologie tumorali, e le sentenze shock che stabiliscono il nesso telefonino=cancro; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse alla base del cosiddetto fronte negazionista. Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.

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