La
Rete italiana degli ecovillaggi – RIVE è partner di
progetti per i giovani e meno giovani realizzati in collaborazione con le
Reti di ecovillaggi europee o singoli ecovillaggi, aderenti al
GEN. Nicoletta Benfatti, responsabile RIVE del gruppo di giovani italiani che collaborano alla scrittura e all’attuazione di alcuni progetti, denominato
Yes to sustainability!, ci narra dell’ultimo
scambio giovanile avvenuto lo scorso Agosto in Slovenia.
“Dal 26 luglio al 5 agosto 2018, per la seconda volta in Slovenia a Šentjanž, presso l’
Institute for sustainable way of life Zavod Veles, sei ragazzi italiani hanno partecipato allo scambio giovanile dal titolo “
We are the key – Siamo noi la chiave”, finanziato dal programma Erasmus+, di cui RIVE è partner.
Grazie a Petra Jazbec, la sua famiglia e altri collaboratori, che si sono dimostrati un’ottima squadra con la capacità di guidare il gruppo in modo attento per andare incontro alle esigenze di tutti, i 24 partecipanti provenienti da Italia, Slovenia, Serbia e Spagna, hanno vissuto
un’intensa esperienza di comunità temporanea.
Questo progetto rientra tra quelli organizzati dal crescente gruppo informale Yes to Sustainability, per cui giovani europei si incontrano mensilmente online per creare progetti legati alla sostenibilità negli ecovillaggi.
Il tema principale dello scambio era sperimentare la vita di comunità in una fattoria ed esplorare quale tipologia di vita i giovani desiderano creare per se stessi e per il mondo. Le attività proposte avevano lo scopo principale di sperimentarsi nel vivere insieme in un ambiente rurale e riflettere su come sviluppare la propria vita in una direzione ecosostenibile.
Durante il periodo passato a Zavod Veles, sono stati trattati temi molto importanti collegati alla sostenibilità ambientale, quali l’utilizzo dei compost toilet, il riciclo dell’acqua piovana, l’utilizzo di prodotti alternativi come la crusca per la pulizia dei piatti, la coltivazione di ortaggi e la preparazione del pane e soprattutto temi inerenti alla crescita personale, quali l’amore e il rispetto della madre terra, l’aver fiducia in se stessi e negli altri, la cooperazione e il confronto, la pianificazione di obiettivi, l’importanza dell’ascolto e della suddivisione dei compiti, della meditazione e del vivere nel presente, la capacità di adattamento, la celebrazione e il festeggiamento di obiettivi raggiunti”.
Ma cos’è uno Youth Exchange?
Come si può definire uno scambio giovanile? Un’esperienza così è difficile da spiegare a parole perché è prima di tutto un’esperienza sensoriale ed emozionale. Lasciamo la parola ai protagonisti, che più di tutti possono aiutarci ad entrare nella magia di quei giorni.
• Alberto Ruggeri, 22 anni, Urbino
Lo “youth exchange” è un progetto che permette di sperimentare ed esplorare modi di vivere o argomenti che nella società “main stream” non vengono valorizzati. Un progetto che permette di ampliare le conoscenze, viaggiare e conoscere nuove persone e nuovi posti senza aver bisogno di nessuna risorsa economica. Praticamente spezza quel parallelismo tra vita e denaro, dentro cui molti giovani rimangono incastrati senza mai uscirne, facendolo diventare motore trainante di ogni movimento e della stessa esistenza.
Questo progetto ha creato un nuovo parallelismo tra vita e natura.
Così sono entrato in contatto con questo mondo, ho conosciuto persone che quando parlano di valorizzazione della natura sono coerenti con ciò che dicono, ed il loro stile di vita ne è l’esempio.
Ho iniziato a capire il senso dell’affermazione “amo la natura”. Ho percepito con i miei sensi tutti i regali magnifici che la natura può donarci. Ho visto dei colori che nessun paesaggio mi aveva dato prima. Ma non perché non ho mai visto paesaggi naturalistici, ma perché grazie alle attività svolte abbiamo imparato ad ascoltare. Abbiamo lavorato sull’ascolto profondo, sia che esso sia rivolto alle persone che abbiamo di fronte sia se esso si riferisca al paesaggio che abbiamo di fronte.
E questa capacità di ammirare un paesaggio ed ascoltarlo profondamente, mi ha fatto vedere i fuochi d’artificio più belli di sempre, grazie ad una tempesta di temporali; le stelle più luminose di tutta la mia vita; ho percepito degli odori che difficilmente si possono percepire in città e che, anche grazie al contesto in cui abbiamo vissuto, mi hanno lasciato un ricordo indelebile; non ho mai amato la pioggia come mi è capitato in quest’esperienza, ho capito il vero valore dell’acqua; il mio sonno è stato accompagnato dal canto delle cicale e dalla luna che illuminava il mio sonno andando sempre più in alto e Marte, in quei giorni sempre più rossa, che la inseguiva…
Oltre al rapporto con la natura, un altro tema e obiettivo dello scambio giovanile è stato quello di creare una comunità, trasformare “l’io in un noi”. Abbiamo fatto tantissime attività per fa sì che questo si avverasse, e già dal secondo giorno in molti sentivamo questa sensazione che il processo stava progredendo benissimo. Molti di noi si sono resi conto che ci siamo riusciti ad aprire molto di più con persone conosciute da soli due giorni che con tante altre che ci hanno magari accompagnato nel corso della nostra vita.
La creazione della comunità è avvenuta, nella fattoria si respirava un’aria di totale sintonia l’un l’altro, in poco tempo eravamo già una grande famiglia e ancora ora, nonostante l’esperienza sia finita, so che se alzo il telefono ci sarà qualcuno pronto ad ascoltarmi. Ho imparato a valorizzare le relazioni sociali ed in particolare ciò che più mi è piaciuto è l’attenzione posta al tema della “celebrazione”. Intendendo con quest’ultima la necessità di valorizzare il presente per vivere meglio il futuro, in una società che va sempre più veloce ed in cui non c’è tempo di pensare al “qui e ora”, la celebrazione è quel momento per guardare il passato, concentrarsi sul presente ed essere grati dell’andamento del percorso della vita.
Mi è capitato di commuovermi nel corso della mia vita, ma in media capita una o due volte al mese o per particolari eventi. In 8 giorni già ne avevo contate minimo 4, poi ho perso il conto. Per quanto riguarda il luogo e le persone che ci ospitavano, Petra, proprietaria della fattoria slovena, è stata super collaborativa, una persona che ho ammirato tanto perché ha creato un sogno con il suo compagno Janez, e nonostante sembrasse una pazzia agli occhi degli ingenui, è stato realizzato. Ogni giorno continuano a coltivare il loro sogno ed il loro amore. Un amore contagioso che ha invaso tutti noi e ci ha fatto trascorrere dodici giorni in totale estasi ed in una coesistenza pacifica e fraterna.
• Cristian Caliendo, 27 anni Darfo Boario Terme
L’esperienza vissuta in Slovenia è stata molto stimolante e costruttiva. L’atmosfera che si è respirata fin dal primo giorno è stata molto accogliente, per non dire famigliare. Petra di Zavod Veles ha cercato fin da subito di farci sentire come a casa nostra venendo più volte incontro a richieste di ogni genere, come l’utilizzo di specifici ingredienti utilizzati per la preparazione dei pasti, la disponibilità a farci usare la lavatrice e la piena libertà a raccogliere frutti o ortaggi per uso personale.
Tra i momenti più significativi uno in particolare, quello del gioco proposto dalla nostra youth leader Giulia, ci ha permesso di creare un legame molto forte fin da subito tra i vari partecipanti al progetto. E’ stato un momento molto emozionante perchè ci siamo scambiati tantissimi complimenti, osservazioni e “critiche costruttive” oltre naturalmente ad abbracci, sorrisi e lacrime di gioia. Ma i momenti che non dimenticherò molto facilmente sono stati anche il cerchio che facevamo ogni volta prima di mangiare, una specie di rito in cui si cantava e danzava per augurarsi un buon pranzo, la storia inerente la fondazione della fattoria da parte di Petra e il compagno Janes che è stata molto commovente e stimolante, la camminata fatta in meditazione, il giorno libero che abbiamo trascorso tutti quanti al ruscello, nel quale ci siamo rinfrescati e vicino al quale ci siamo “accampati” e lì abbiamo suonato, letto e cantato. Insomma… un’esperienza tutta da vivere, attimo dopo attimo, che mi ha permesso di focalizzarmi esclusivamente sul presente, sul qui e ora.
• Francesco Rocca, 29 anni, Carpenedolo
L’esperienza che ho vissuto è stata molto bella e formativa, il gruppo ha avuto modo di trovare il giusto compromesso tra libertà individuale e collettiva, così come i facilitatori hanno saputo costruire uno spazio organizzato e allo stesso tempo flessibile e libero di dare tempo e modi all’espressione delle persone, come per esempio l’autogestione degli Open Space, il gioco di gruppo a metà settimana e la giornata di riposo al torrente per ricaricarsi e prendersi una pausa.
Ho apprezzato intensamente i momenti di ascolto profondo con il gruppo per condividere impressioni sulle giornate mentre ho sofferto un po’ i tempi vuoti tra le varie attività perché mi sembrava di perdere tempo; é stata un’impressione personale dipesa molto dalle mie abitudini lavorative. Riflettendoci, ho compreso l’importanza del tempo e di come viene utilizzato da chi non ha particolari limiti o è in fasi di vita differente. Infatti io stavo facendo questa esperienza utilizzando le mie ferie lavorative, quindi avevo l’aspettativa di utilizzare al meglio possibile tutto il tempo che avevo, senza sprecare nemmeno un minuto.
• Giulia di Lorenzo, youth leader, 24 anni, Marino
L’esperienza in Slovenia è stata positiva.
Rispetto e accettazione sono stati due concetti chiave che hanno caratterizzato il progetto. Ero in un periodo difficile e mi sono presa molti momenti per me stessa. Il gruppo è stato cosí comprensivo e di supporto che mi ha scaldato il cuore. Ho imparato che possiamo davvero essere una famiglia, che possiamo essere fratelli, esserci l’uno per l’altro senza giudicare. Durante queste settimane, ho compreso che mettendoci nei panni dell’altro con empatia e ascoltando profondamente, possiamo comprenderlo e accompagnarlo nel suo percorso interiore. Ho avuto modo di essere me stessa e di essere amata e accettata per questo. Questa è la cosa che piú mi è rimasta nel cuore di questo scambio giovanile. Grazie!
E non finisce qui!
Per quest’anno gli scambi giovanili in cui RIVE è partner sono terminati, ma il prossimo autunno saranno realizzati corsi di formazione in Danimarca, in Germania e in Spagna, che permetteranno a ragazzi italiani di formarsi sulla facilitazione visuale, sulla capacità di scrivere nuovi progetti e gestire gruppi giovanili diventando Youth leader attraverso l’apprendimento di nuove tecniche e strumenti per la gestione di gruppi.
Il gruppo europeo
Yes to sustainability si sta ampliando e sta proseguendo il cammino verso la creazione di tantissimi altri progetti in Europa per la primavera/estate 2019, soprattutto in occasione della
Conferenza Europea del GEN: la
conferenza della rete globale degli ecovillaggi europei che si svolgerà in Italia, a luglio, presso la Comune di Bagnaia (Siena).
PER INFORMAZIONI
Ma soprattutto non dimenticate di dare un’occhiata al sito RIVE,
nella sezione internazionale, per scoprire tutte le novità dei progetti internazionali.
PER SAPERNE DI PIÙ
La vita comunitaria e la condivisione dell’abitare si stanno espandendo sempre di più, non solo all’estero, ma anche nel panorama italiano, che offre un ricchissimo e variegato arcipelago di esperienze, dall’housing sociale ai condomini solidali, dal cohousing agli ecovillaggi.
mette a disposizione la sua attività di ricerca, accompagnandoci in maniera dettagliata all’interno delle varie realtà italiane, da nord a sud, fornendo una scheda dettagliata per ogni progetto, dalla personalità giuridica all’eventuale ispirazione spirituale, dall’organizzazione economica alla dieta scelta.
Una guida per farsi un viaggio nelle esperienze comunitarie all’insegna non solo del risparmio economico ma soprattutto di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà.
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