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Tutti i lavori da fare nell’orto e in giardino a Settembre

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Sta arrivando il momento di preparare l’orto per il riposo invernale. Attenzione alle irrigazioni e alla copertura del terreno. I consigli di Terra Nuova.

Contenere il consumo di acqua

Le esigenze di acqua nell’orto questo mese si dimezzano, dal momento che in media bastano 8 mm di pioggia alla settimana per soddisfare le esigenze delle piante e in più l’evapotraspirazione diminuisce con il progressivo abbassarsi delle temperature e con la riduzione delle ore di luce. È inoltre sempre importante evitare inutili sprechi d’acqua e in questo mese è più semplice riuscire a circoscrivere l’irrigazione alle situazioni di effettiva necessità.
In assenza di pioggia si deve irrigare subito dopo le semine e i trapianti, mentre per capire se bisogna bagnare le piante già sviluppate si deve controllare se presentano segni di appassimento nelle ore più fresche delle giornata, dal momento che un certo appassimento nelle ore più calde può essere determinato da strategie (chiusura degli stomi) che la pianta mette in atto per risparmiare acqua. Un altro modo per stabilire il momento di irrigare è la verifica dell’umidità del suolo, condotta eseguendo un piccolo scavo con la vanga o il forcone foraterra. Si deve programmare un’irrigazione poco prima che il terreno si presenti secco nei primi 20 cm di suolo e poco umido a maggiore profondità.

Assicurare la copertura del terreno

Man mano che le colture giungono a termine, si rimuovono le piante esauste sostituendole con altre colture. È ancora possibile seminare cime di rapa, insalate da taglio, ravanelli, spinaci e valerianella; per questi ultimi due ortaggi, è possibile prevedere anche un trapianto per poterli raccogliere più presto.
Quando lo spazio dedicato ai secondi raccolti è completato, si possono seminare «colture di copertura» per migliorare la capacità dell’orto di adattarsi ai cambiamenti climatici. Questa pratica limita il dilavamento dell’azoto fino all’80% e migliora la disponibilità di altri elementi minerali per le colture che seguiranno, riducendo le successive esigenze di fertilizzazione. Inoltre aumenta la sostanza organica del suolo favorendo il sequestro e lo stoccaggio di CO2: la sottrazione di CO2 dall’atmosfera è stata calcolata pari a 20-70 g/m2.
Come colture di copertura si possono usare le leguminose, come il trifoglio incarnato, la veccia, il favino e il trifoglio alessandrino (al Centro-Sud anche il lupino), che arricchiscono il terreno di azoto; le crucifere, come il rafano e la senape che svolgono un’azione nematocida e forniscono un’abbondante biomassa; le graminacee, come l’avena e la segale che migliorano la struttura del terreno e trattengono elementi nutritivi; oppure miscugli di queste piante.
Le colture dovranno essere sfalciate in primavera prima della preparazione del terreno per poi essere utilizzate come pacciamatura organica o per arricchire la compostiera, ma alcune fra esse (trifoglio alessandrino, senape) muoiono con il gelo, non richiedono lo sfalcio e potranno essere leggermente interrate con la lavorazione del suolo.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2018
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