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C’è chi al Sud ha deciso di restare

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Sì, c’è chi al Sud ha deciso di restare anziché fuggire. E su questi “resistenti” si farà addirittura un film, un film sulla “restanza”. Il regista è Alessandra Coppola e la produzione è italo-belga; si racconta l’esperimento in corso a Castiglione d’Otranto.
I dati del Rapporto Svimez dicono che in 16 anni sono stati 1,8 milioni i meridionali in fuga e quasi la metà è under 34. La Puglia, nel solo 2016, ha perso 6.900 residenti, con un tasso migratorio pari a -1,7 per mille, tra i più alti. In provincia di Lecce, all’esodo verso il nord si aggiunge la migrazione interna, con un travaso di abitanti che sta letteralmente svuotando almeno due aree, quella del Capo di Leuca e quella del versante levantino.
«È questo il contesto nel quale è stato pensato e lanciato un film “La restanza”, per la regia di Alessandra Coppola – spiegano i promotori – La produzione italo-belga racconta l’esperimento in corso a Castiglione d’Otranto, frazione di Andrano con meno di mille residenti, ad opera dell’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino. “Raccontare è resistere”, diceva Luis Sepulveda. Per sostenere questo lavoro, dunque, parte la raccolta fondi dal basso. Obiettivo: 10mila euro».

Il Belgio guarda al Salento

«L’idea è nata sotto la spinta di Alessandra Coppola, artista pugliese la cui vita, come quella di molti altri meridionali, è stata forgiata sul paradigma “libertà uguale partire” – spiega il team che si occupa del film – Ha lasciato la sua terra d’origine a 20 anni e da 15 anni vive e lavora a Bruxelles. Quattro anni fa, di passaggio a Castiglione d’Otranto, ha incontrato gli attivisti dell’associazione di volontariato Casa delle Agriculture Tullia e Gino. Quest’incontro ha dato inizio a una relazione che continua ancora oggi e diventa sempre più profonda. Il Ministero della Cultura belga ha sposato l’idea progettuale della regista, accordando un finanziamento di 40mila euro. Inoltre, un’associazione di creazione audio-visiva belga, Graphoui, con un ampio curriculum nella produzione cinematografica, ha accettato di farsi carico della post-produzione. La Ownair produzioni di Roma, invece, curerà la produzione esecutiva e la distribuzione. Questa è, quindi, una garanzia che il prodotto finito sarà professionale e avrà un’ampia distribuzione attraverso una rete di cinema italiani ed europei, di associazioni e aziende agricole italiane, belga e francesi».

La raccolta fondi

«Adesso si è in una fase cruciale, molto importante nello sviluppo del progetto di Casa delle AgriCulture – spiegano ancora i promotori – la nascita del primo Mulino di Comunità della Puglia. I tempi istituzionali per raccogliere fondi sono lenti e la realtà non aspetta: per girare questa fase fondamentale del racconto, c’è bisogno di un sostegno dal basso. L’obiettivo è raccogliere la somma necessaria alle prossime tappe di produzione, circa 10mila euro. Ogni singolo cittadino, con il proprio contributo, può diventareparte attiva nel progetto: fino a 1.000 euro di donazione, si garantirà informazione costante delle evoluzioni del progetto, un Dvd originale del film e una T-shirt “Notte Verde”; da 1.000 euro in su, si diventerà sponsor ufficiali del film e il nome e logo appariranno nei titoli di coda. Inoltre, si riceverà un Dvd originale del film e una T-shirt “Notte Verde”».
Il contributo può pervenire direttamente sul conto corrente intestato a Casa delle Agriculture Tullia e Gino, Iban: IT47 E033 5967 6845 1070 0191 234. Causale: Donazione film “La Restanza”.

Il film

La Restanza (termine coniato dall’antropologo calabrese Vito Teti) è un film sull’arte del restare. Siamo nel basso Salento: uno dei più bei lembi di terra d’Italia vede i suoi villaggi spopolarsi e le campagne morire d’abbandono. Un gruppo di giovani e meno giovani rifiuta di abbracciare la migrazione come la soluzione a tutti i problemi del territorio, decide di restare e legare il proprio destino alla terra. Alcuni anziani del paese possiedono particelle di terra che sono diventate un fardello, le mettono allora in comune, al servizio della comunità. Attraverso l’agricoltura organica, si dà inizio ad una trasformazione profonda che impatta il territorio e le persone, la sfera sociale, culturale e infine economica.
La terra diventa ciò che lega coloro che non vogliono partire agli anziani che sono rimasti, i migranti nuovi arrivati ai contadini, i giovani in cerca di prospettive a disabili affetti da disturbi psichiatrici. Castiglione diventa il paese della Restanza, un esercizio che mette in crisi le retoriche locali e che comporta riscoprire la bellezza dei luoghi, accordarsi ai processi della natura, avere il coraggio di guardare le proprie ombre, di assumere il complesso e faticoso raccoglimento, quello dello stare insieme. Sei persone verranno raccontate nelle loro vite quotidiane e attraverso loro il film parlerà di un progetto vasto che vuole rifondare le relazioni, ribaltare i linguaggi, riappropriarsi dei beni comuni, valorizzare il territorio e le diversità, biologiche e umane, rinvigorire l’economia di prossimità.

I dati dello spopolamento nel Salento leccese

Capo di Leuca e arco levantino hanno bilanci demografici in rosso da almeno 25 anni, nonostante un incremento della popolazione della provincia di Lecce, che negli ultimi sedici anni ha registrato 11.252 abitanti in più.
A guardare i dati Istat dell’ultimo periodo, quello compreso tra il 2001 e il 31 dicembre 2017, si scopre che nel Basso Salento a soffrire di più è stata Taurisano, che ha perso 674 abitanti. Male anche Gagliano del Capo con -569; Presicce con -342; Melissano con -336; Corsano con -313; Castrignano del Capo con -271; Morciano di Leuca con -261; Specchia con -191 e Alessano con -182.
Nella fascia di Levante, nello stesso periodo di riferimento, Andrano registra -383 abitanti, Nociglia -380; Minervino di Lecce -347; Diso -330; Botrugno -296; San Cassiano -184; Castro -166; Surano -157; Spongano -136; Palmariggi -105. Giuggianello, il comune più piccolo, ne ha persi 87. Maglie, in controtendenza rispetto ai centri più grandi, segna un -1.063 residenti.
Numeri importanti, visto che nella gran parte dei casi si tratta di Comuni con meno di 3mila abitanti, il più delle volte spalmati anche nelle frazioni. Di questa emorragia non si avvantaggia solo il nord Italia, ma anche il nord della provincia: Lecce città, tra il 2001 e il 2017, ha accresciuto la sua popolazione di 12.304 unità, segnando un +14,3 per cento. Surbo conta 2.340 abitanti in più; Cavallino 2.140; Lizzanello 1.766; San Cesario di 810; Arnesano 606.

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