Viaggiare in modo consapevole per salvaguardare l’ecosistema e aiutare le popolazioni locali. Ecco qualche consiglio per una vacanza fuori dagli schemi e libera da timori e paure.
Oltre 200 milioni di persone impiegate e un fatturato annuo che supera i 500 milioni di dollari, quasi il 10% dell’intero prodotto lordo mondiale. Sono questi i dati del turismo, attività economica tra le più redditizie al mondo. Una vera e propria industria.
Proprio per il consistente aumento dei flussi turistici, diventa sempre più importante capire come muoversi e fare le scelte giuste, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove i ricavi del turismo restano spesso nelle mani dei grandi tour operator, senza portare vantaggi alle popolazioni locali, ma anzi rischiando di causare danni all’economia e all’ambiente. Si tratta, dunque, di vacanze in cui l’esperienza stessa del viaggio risulta compromessa in partenza.
Per le comunità che popolano i territori del Sud del mondo il turismo può rappresentare una risorsa ma, se praticato in modo irresponsabile, rischia di diventare una minaccia. Tuttavia, viaggiare in modo diverso è possibile, grazie soprattutto al numero sempre maggiore di operatori turistici che propongono viaggi sostenibili, con un duplice sguardo all’ambiente e a un’equa ripartizione dei benefici.
Viaggiare con consapevolezza
Il principio di base ormai lo conosciamo. «Il turismo responsabile è quello attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture»: è questa la definizione data nel 2005 da Aitr (Associazione italiana del turismo responsabile), che si occupa di promuovere e diffondere la filosofia del viaggio etico e consapevole, accogliendo tra gli oltre ottanta soci i principali operatori di turismo solidale nei paesi del Sud del mondo.
Ma cosa significa, in concreto, fare un viaggio responsabile? «Abbiamo messo a punto una serie di regole che vengono adottate per tutti i nostri itinerari» spiega il presidente di Aitr, Maurizio Davolio. «Un’adeguata preparazione al viaggio, anche attraverso riunioni preparatorie; piccoli gruppi; lentezza, che significa profondità; incontri con la popolazione locale; visita a progetti di cooperazione; utilizzo, quando possibile, di trasporto pubblico; ricorso a servizi gestiti dalla popolazione locale (alloggio, ristorazione, guida, shopping); rispetto dell’ambiente». Ecco cosa deve caratterizzare un viaggio, secondo Aitr, per poter essere definito “vacanza responsabile”. (…)
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