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La parola agli ulivi

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Ci voleva proprio un fumetto per denunciare gli oscuri retroscena dell’abbattimento degli ulivi minacciati dalla Xylella in Puglia. L’altra versione dei fatti, raccontata attraverso disegni e parole che fanno riflettere.
Quella degli ulivi sulle coste del Salento è una lunga storia che dura da oltre duemila anni. Questi alberi sono stati testimoni dell’avvicendarsi delle culture, dei popoli e dei loro regnanti, attraverso guerre, soprusi, violenze, lotte per il pane. Ma sono stati testimoni anche degli amori, degli slanci poetici, della costruzione di civiltà di cui oggi ammiriamo i palazzi, le chiese, le strade e i caratteristici muretti a secco che dividevano le proprietà agricole.
Il libro-fumetto di Marco Gastoni e Nicola Gobbi racconta la storia degli ulivi salentini, e lo fa proprio dando voce a queste piante, molte delle quali sono state abbattute per decreto, contro il dilagare della xylella fastidiosa, il batterio che è stato ritenuto responsabile del loro disseccamento improvviso. Le autorità prevedono di reimpiantare nuove cultivar di ulivo, brevettate dal Cnr come resistenti al famigerato batterio e adatte a coltivazioni su larga scala.
Rispetto a queste operazioni imposte dall’alto persistono ancora diversi dubbi, sia in relazione alla diagnosi che alla stessa cura, basata su dosi massicce di fitofarmaci.
Una cura indirizzata al sintomo piuttosto che al rafforzamento del sistema di difesa naturale delle piante, che sarebbe invece auspicabile a fronte di un’evidente e progressiva perdita di fertilità e di vitalità dei terreni.
La prefazione del libro, che riporta la testimonianza in prima persona di un ulivo resistente nella comune libertaria di Urupìa, trasmette un messaggio di speranza al di là dello sconforto.

Questo ulivo, infatti, al contrario dei suoi fratelli, può dirsi liberato dal virus dell’ignoranza. L’ignoranza di chi per anni ha trattato gli ulivi come coltura poco redditizia, cercando di ricavarne più legna possibile per la vendita, infliggendo potature troppo drastiche e pericolose per la sopravvivenza delle piante. La stessa ignoranza di chi oggi, nel nome del denaro, procede agli abbattimenti senza riguardo al valore storico, culturale e paesaggistico, prima ancora che agricolo e ambientale, di questi alberi. «A potare ci venivano una volta ogni quattro anni, ma il diserbante sotto chioma non ce lo facevano mancare mai» racconta l’ulivo testimone. «Poi appendevano la solita bottiglietta alla nostra chioma, per non litigare col pastore, che magari gli moriva qualcuna delle pecore che portava a pascolare. Mi ricordo ancora i nomi di quelle bottigliette: “Secca-tutto”, “Gramoxone”… La ditta che ancora oggi le produce, sempre la stessa: Syngenta. La Monsanto invece produce un diserbante che si chiama “Sereno”. Sereno chi? Io ho un’angoscia che non vi potete immaginare. Ma queste cose ormai appartengono al passato.
Come ho detto prima, noi siamo stati fortunati: una ventina di anni fa, alla fine, sono arrivati qui dei ragazzi e delle ragazze che hanno comprato i terreni dove noi stavamo piantati, e hanno cominciato a curarci, a occuparsi di noi».

«Adoperano un sistema che chiamano “biologico”: non hanno mai usato una goccia di diserbante, e anzi sono contenti quando l’erba cresce sotto le nostre aiuole, e più ne cresce e più sono contenti: dicono che così noi stiamo meglio. La chiamano “sostanza organica”: dicono che per la nostra vita è altrettanto importante dell’acqua, dell’aria pulita e del sole. E, se devo essere sincero, io, da quando ci sono loro, mi sento davvero bene» conclude l’ulivo testimone.
La speranza è quella di chi, come le «comunarde» di Urupìa, coltiva la terra con rispetto. Lo stesso rispetto che dobbiamo alle piante, agli animali, e a tutti gli esseri che abitano questa terra.
Il fumetto Il punto di vista degli ulivi è suddiviso in capitoli che corrispondono a diversi periodi storici: passato, presente e futuro; con un finale che è comunque a lieto fine: gli alberi, insieme alle nostre memorie e ai nostri diritti, possono ancora essere salvati.
Leggi un’estratto del fumetto sul numero di Terra Nuova di Luglio-Agosto
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Luglio-Agosto

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