Appello e raccolta firme per evitare la chiusura del Museo dell’Immaginario di Asti, i cui locali, a parere dell’amministrazione comunale, dovrebbero essere destinati alla promozione dell’enogastronomia. «Non spegnete i sogni, quel museo resti aperto» dice Giampiero Monaca, insegnante astigiano che nella sua battaglia è sostenuto da tanti.
Il Comune di Asti pensa alla chiusura del
Magopovero-Museo dell’Immaginario, «luogo d’arte e poesia magico, raffinato, conosciuto in tutto il mondo grazie alla fama internazionale di Antonio Catalano», spiega
Giampiero Monaca, maestro rivoluzionario, ideatore del
metodo educativo BimbiSvegli, pioniere della scuola pubblica all’aperto che ha realizzato a Serravalle, proprio in provincia di Asti. Pare che i locali di Palazzo Ottolenghi attualmente occupati dal Museo verranno adibiti all’eno-gastronomia.
«Siamo in tanti a esprimere il nostro dissenso per la chiusura di un luogo promotore di cultura, turismo, possibilità lavorative, emozione e meraviglia» spiega Monaca.
«Questo spazio pubblico non deve chiudere, è dedicato a una raccolta etereogenea raffinata e visionaria dedicata ai sogni , alla fantasia, all’intima valorizzazione e condivisione di poesia sogno e immaginazione dimostra di essere poetica, lungimirante, audace – prosegue Monaca – Legni, foglie, collezioni di fiocchi di neve, forme di pane sospese (cibo per l’anima) armadi sensibili, e la “cappella dei meravigliati”: una meravigliosa sala riccamente decorata, tempio laico per sostare, meravigliarsi, ritrovare il faciullino che coraggiosamente sopravvive in noi e che osa emergere, a tratti, regalandoci emozioni e riportandoci alla connessione con i nostri sentimenti. Tutto finito? Cosí sembrerebbe».
«È arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che annuncia un imminente sfratto del museo, delle sue opere e decorazioni murali uniche. La convenzione di concessione d’uso dei locali non è stata piú confermata da parte del Comune di Asti. D’un tratto questi locali vengono richiesti per essere destinati ad altra destinazione d’uso (sembrerebbe che al posto del museo, debba trovare sede un locale per ristorazione o degustazione di prodotti locali)».
«Certamente vino, tartufi, agnolotti e bagacaôda sono prodotti d’eccellenza che meritano rispetto e promozione.Non mi sembra però che ad Asti manchino ristoranti, vinerie, brasserie e locali di degustazione – aggiunge Monaca – Il Museo dell’immaginario è invece unico nel suo genere, un luogo di sosta per turisti e abitanti affamato di arte fruibile, di valorizzazione dell’immaginario, di stimoli alla fantasia e alla creatività».
«Un luogo di “arricchimento e sostentamento per l’anima” sempre a disposizione di scolaresche, di comitive. Auspichiamo che la lungimiranza dell’amministrazione comunale possa riconsiderare la richiesta di “liberare e restituire i locali” lasciando che il Museo dell’immaginario rimanga attivo e a disposizione di chi ha fame di emozioni ancor più che di peperoni».