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Nutrire il microbioma: i cibi fermentati fonte di salute

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La salute del nostro microbioma intestinale (il patrimonio di batteri che popolano l’intestino) dipende da ciò che mangiamo e influenza la salute del nostro intero organismo. Importantissimi sono i probiotici e c’è una riscoperta anche delle proprietà dei cibi fermentati, che possono essere una importante fonte di elementi nutritivi preziosi.
A studiare il microbioma intestinale e come esso viene influenzato dall’alimentazione è, ormai da anni, la dottoressa Irina Matveikova, medico, specializzata in nutrizione clinica e disturbi dell’alimentazione, membro della European Society of Neurogastroenterology & Motility e autrice del libro “L’intestino, secondo cervello” (Terra Nuova Edizioni).

«Ogni batterio si nutre ed elimina scorie, compete per il cibo, combatte per la sua nicchia, deve adeguarsi alle regole di convivenza – spiega la dottoressa – Una microflora intestinale equilibrata è una massa di batteri prevalentemente “buoni”, con una buona relazione con la nostra mucosa intestinale. Una microflora intestinale squilibrata, cioè la disbiosi, è invece una crescita di batteri “cattivi” che si combattono reciprocamente e attaccano le cellule del colon, producendo irritazione e generando un processo di infiammazione locale. Questi ceppi preferiscono le proteine e i sottoprodotti della loro vita disorganizzata sono molto tossici e dannosi per l’ospite: provocano putrefazione dei residui proteici e mutazioni nelle cellule del colon».

E sono sempre più numerosi gli studi sui cosiddetti probiotici, cibi contenenti microrganismi vivi che sopravvivono al passaggio nel tratto gastrointestinale e hanno un effetto benefico sull’organismo. Gli alimenti di questo tipo esercitano sulla salute un’influenza positiva che va ben oltre l’energia e i nutrienti che contengono.
Il numero di giugno 2018 del mensile Terra Nuova dedica un ampio articolo di primo piano proprio sull’importanza del microbioma per la salute complessiva dell’organismo e sul Progetto Microbioma Italiano che sta entrando nel vivo. QUI potete trovare il numero della rivista 
Lo stesso significato di probiotico, cioè “dalla parte della vita”, ci fornisce una chiave di lettura. Quindi senza dubbio i probiotici sono da preferire agli antibiotici, i cibi vivi a quelli pastorizzati. Questo è uno dei cambi di paradigma e di visione necessari in questi tempi, per poter ritornare a nutrirsi di cibo vitale.

Dell’argomento si è parlato anche di recente al Terra Nuova Festival, tenutosi a Camaiore (LU). Ne hanno discusso con il pubblico Riccardo Barba (artigiano delle fermentazioni), Francesca Andreazzoli (naturopata ed ematologa) e Vincenzo Longo (ricercatore presso il CNR di Pisa). L’incontro si è sviluppato partendo dalla definizione e descrizione del microbioma intestinale, del suo ruolo nel nostro equilibrio fisico ed emotivo e in relazione ad alcune patologie legate alla sua disfunzione. I relatori hanno condiviso con i presenti la descrizione che la scienza dà dei batteri; si è parlato anche di cultura della coltura, del ruolo di bonifica ambientale che i batteri sanno sostenere, della stretta relazione scientificamente documentata tra una specifica forma di autismo e la disbiosi (squilibrio del microbiota), di botulino, di cibi fermentati e di tecniche di preparazione, di come si forma e si nutre il nostro microbioma e del ruolo che anche il parto naturale ha nel preservarlo.

Come ricordato durante l’incontro, è di particolare importanza la presenza di cibi fermentati nella dieta, proprio per i loro effetti benefici sull’intestino. La fermentazione dei cibi è una tecnica antica di conservazione e manipolazione degli alimenti, che oggi merita di essere riscoperta per le sue qualità salutari e per contrastare l’omologazione del gusto prodotta dell’industria alimentare.
Qui il video dell’incontro tenutosi al Terra Nuova Festival

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