Quello dei bocconi avvelenati disseminati per uccidere gli animali è un fenomeno terribile che non accenna purtroppo a diminuire. In ogni parte d’Italia quasi quotidianamente ci sono segnalazioni di animali uccisi o in gravi condizioni. Ecco come riconoscere un avvelenamento e come intervenire per tempo.
Spesso sono polpette di carne, altre volte sono fette di prosciutto o lardo arrotolate, uova ripiene o salsicce: per i nostri amici a quattro zampe – soprattutto i cani – i
bocconi avvelenati sono irresistibili, anche se possono risultare letali. All’interno vengono inserite sostanze che nel giro di pochi minuti o di qualche giorno possono mettere in serio pericolo la vita dell’animale che li inghiotte. Ecco perché è importante cercare di prevenire il pericolo e/o intervenire tempestivamente in caso di ingestione. Vediamo come.
PREVENIRE E’ MEGLIO. La prima regola per evitare al proprio cane un avvelenamento è prestare attenzione a dove si va a passeggio. Le aree maggiormente a rischio sono le riserve di caccia, dove i bocconi vengono sparsi con l’intento di eliminare i predatori “non umani”. Ma quello che piace a una volpe, ahimè, attira tantissimo anche un cane! “Ecco perché durante le passeggiate o le escursioni nelle vicinanze di queste aree sarebbe meglio applicare la museruola al proprio animale o, perlomeno, tenerlo al guinzaglio per controllare cosa annusa ed assaggia” consiglia il veterinario Enrico Moriconi. Stesso discorso va fatto per le zone coltivate, dove, invece, si possono trovare esche per gli animali selvatici che rovinano i raccolti. E’ bene, però, non abbassare la guardia neanche in città o nelle aree per cani: tantissime persone senza scrupoli (per non dire di peggio!) lasciano appositamente le esche per i nostri amici a quattro zampe con le motivazioni più assurde come arginare il randagismo o ridurre le colonie feline. Anche in questi casi il dottor Moriconi ricorda che “è meglio tenere il cane al guinzaglio; inoltre, è un buon consiglio educare i cani a non raccogliere cibo da terra”. L’educazione può essere fatta in famiglia, consultando prima un veterinario, oppure attraverso un corso fatto da un addestratore certificato.
COSA FARE SE IL CANE HA MANGIATO UN BOCCONE AVVELENATO? Se ci si accorge che il proprio amico a quattro zampe ha ingerito una polpetta al veleno, la prima cosa da fare è tenere tranquillo il cane e chiamare la guardia medica veterinaria o il proprio specialista di fiducia. Il medico saprà dare i consigli utili per aiutare l’animale sul posto e si preparerà per intervenire prontamente quando arriverete in ambulatorio. Meglio evitare il fai da te. “I rimedi casalinghi per far vomitare, come l’acqua e sale o l’acqua ossigenata, sono poco utili o, a volte, addirittura dannosi – ammonisce il veterinario Enrico Moriconi – Somministrati in poca quantità non hanno alcun effetto, somministrati in alte dosi rischiano di finire nei polmoni”. Dunque, correte subito al pronto soccorso veterinario o all’ambulatorio di fiducia. Sarà il medico, con un’iniezione, a provocare il vomito al vostro amico, a controllare gli altri parametri vitali e a scegliere la terapia più adeguata.
I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE. Sovente il veleno non fa effetto subito ma dopo parecchio tempo, fino a 48 ore dopo l’ingestione. E così, se non ci siamo accorti che il cagnolino ha mangiato un boccone avvelenato, lo vedremo stare male senza alcun motivo apparente. I sintomi sono differenziati a seconda del tipo e del dosaggio del veleno: il cane potrebbe essere semplicemente sofferente e apatico, presentare un improvviso calo/aumento della temperatura corporea, soffrire di tremori e/o convulsioni, avere il respiro affannoso. Un campanello d’allarme specifico dell’avvelenamento è spesso la presenza di sangue nel vomito o nelle feci, oppure il sanguinamento da bocca, naso, orecchie. “Tra i prodotti più usati nelle polpette avvelenate ci sono i topicidi – spiega il dottor Moriconi – che provocano emorragie, anche molto gravi”. Se il vostro piccolo amico perde sangue bisogna rivolgersi immediatamente al veterinario. Il medico somministrerà dei farmaci adeguati e, nei casi più gravi, provvederà anche ad eseguire una trasfusione. “In caso di sospetto avvelenamento – raccomanda il veterinario – qualsiasi sostanza rinvenuta nella bocca dell’animale o nelle sue immediate vicinanze va portata dal medico”. Le indagini tossicologiche nell’immediato sono impossibili, ma quei residui potranno comunque indirizzare in qualche modo il veterinario nella diagnosi più corretta. Prevedere come andrà in anticipo è difficile. Le conseguenze dipendono da una serie di fattori, come il tipo di sostanza usata, il dosaggio, il peso e la taglia dell’animale, il tempo trascorso tra l’ingestione e i soccorsi. Ogni veleno agisce infatti in modo differente sull’organismo e la stessa quantità avrà un effetto ben diverso su un chihuahua o su un alano.
DENUNCIARE: ECCO PERCHE’. Per legge è lo stesso veterinario a denunciare un sospetto avvelenamento alle autorità competenti. Ma anche i proprietari dei cani sono invitati dalle associazioni animaliste a presentare denuncia, perché l’utilizzo dei bocconi avvelenati è vietato per legge contro qualsiasi tipo di animale. Anzi, è un vero e proprio reato, punibile con pesanti multe e reclusione. “Dal punto di vista pratico è molto difficile trovare i responsabili di questo gesto deprecabile – conclude il dottor Moriconi – Tuttavia la denuncia è un atto importante di sensibilizzazione”. Anche se si trova un semplice boccone sospetto, è bene segnalarlo alle autorità competenti (in primis Forestale e Polizia Municipale): così che l’esca possa essere esaminate e l’area adiacente controllate e “bonificata”.