Nonostante i tentativi per screditarla, l’omeopatia è sempre più conosciuta e scelta come metodologia di cura da pazienti e medici.
In Europa, fa sapere la Società italiana di omeopatia e medicina integrata (Siomi), «più di 100 milioni di persone utilizzano l’omeopatia, sono 600 milioni nel mondo secondo l’Oms, in più di ottanta paesi».
«In India l’omeopatia è praticata da oltre 350 mila medici, che lavorano prevalentemente in ospedali pubblici e privati facendo riferimento anche a un ente statale per le medicine non convenzionali il cui bilancio è di circa 500 milioni di dollari» spiega la Siomi. «In Svizzera, il Ministero dell’interno dal 2017 ha attribuito lo status di medicina convenzionale a cinque terapie complementari tra cui l’omeopatia. In Italia, secondo il sondaggio Emg Acqua 2016, il 4,5% della popolazione (pari a circa 2,7 milioni di cittadini) si affida in modo continuativo alle cure mediche omeopatiche con una frequenza quotidiana o settimanale. Più del 20% degli italiani utilizza invece i medicinali omeopatici almeno una volta l’anno e, in generale, oltre l’80% degli intervistati dichiara di conoscere l’omeopatia.
Nel 2005, secondo Istat, la popolazione che aveva utilizzato l’omeopatia almeno una volta negli ultimi tre anni antecedenti l’indagine era circa il 13,6% (più di 7 milioni e 900 mila persone). Successivamente, nel 2009, Omeoimprese rilevava che erano circa 9 milioni, ossia il 15% della popolazione ad averla utilizzata almeno una volta l’anno. Più di recente, nel 2013, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, indagando su un campione di mille donne intervistate, di età compresa tra i 25 e i 54 anni, rilevava che oltre il 70% di loro dichiarava di aver avuto un’esperienza positiva con l’omeopatia».
Secondo Omeoimprese, per il periodo 2012-2015 la popolazione italiana adulta che ha usato almeno una volta nell’ultimo anno un medicinale omeopatico era cresciuta, con un incremento dal 16,2% (del 2012) al 16,5% (del 2015). Nel 2015 l’Istat, con due studi, ha affermato che in Italia utilizzano regolarmente farmaci omeopatici circa 2 milioni e 452 mila persone, pari a circa il 4,1% della popolazione, posizionando così gli italiani al terzo posto in Europa dopo i cittadini di Francia e Germania.
Gli stessi dati statistici nelle loro diverse sfaccettature evidenziano che circa 20 mila medici italiani prescrivono almeno una volta l’anno medicinali omeopatici. Erano 12 mila nel 2006 (Eurispes). Sono circa 4 mila i medici che la esercitano con regolarità.
Oltre il 70% degli utenti che si rivolgono all’omeopatia è costituito dai cosiddetti pazienti complessi (dati Simoh), ossia affetti da più patologie croniche presenti contemporaneamente nello stesso individuo: pazienti con una storia terapeutica multi-farmacologica importante, segnata da frequenti ricadute cliniche o da malattie non rispondenti ai trattamenti farmacologici convenzionali specifici.
Secondo i dati della letteratura scientifica internazionale, le situazioni cliniche trattate più frequentemente con l’omeopatia riguardano:
• allergie respiratorie o dermatologiche di vario grado;
• disturbi funzionali e/o organici dell’apparato gastrointestinale;
• malattie ostetrico-ginecologiche;
• malattie otorinolaringoiatriche;
• malattie dermatologiche;
• sindromi infiammatorie (inclusa reumatologia);
• malattie respiratorie;
• disturbi circolatori;
• cefalee;
• disturbi di origine traumatica.
Circa un quarto dei pazienti è costituito da bambini di età inferiore o uguale a 14 anni.
Questi ricorrono al trattamento omeopatico soprattutto per curare malattie acute recidivanti delle alte vie respiratorie.
Da recenti stime del Royal London homeopathic hospital, emerge che l’omeopatia è medicina di prima scelta nelle seguenti patologie acute:
• delle vie respiratorie,
• del sistema vascolare,
• dei disturbi gastrointestinali e della pelle,
• affezioni allergiche e varie forme dei disturbi d’ansia.
In Italia i medicinali omeopatici sono tutti acquistati direttamente dal cittadino.
Brano tratto dall’articolo Basta una goccia