È nato un protocollo di ricerca sull’omeopatia in agricoltura, e i risultati sono positivi.
Negli ultimi anni l’agroecologia, intesa come sistema agricolo improntato sulla tutela e il rispetto dell’ambiente, si è diffusa in tutto il mondo e centinaia di migliaia di coltivatori sono stati preparati secondo i suoi principi, dimostrando che il passaggio dall’agricoltura industriale alle pratiche agroecologiche è necessario, piuttosto semplice e assolutamente realizzabile.
«È in questo ambito che si è ben inserita l’omeopatia, una presenza sempre più costante in agronomia e con risultati sorprendenti» spiega la dottoressa Raffaella Pomposelli, omeopata e presidente della Fondazione Belladonna onlus, che ha dato il via a un protocollo di ricerca sull’omeopatia in agricoltura realizzando un orto omeopatico negli spazi esterni del Museo botanico di via Zubiani a Milano. «Riteniamo che la sostenibilità stia nel produrre salute per la propria generazione senza intaccare quella delle generazioni future, anzi, favorendo possibilmente un livello di salute migliore. Ed è questa la nostra finalità».
Uno degli esperimenti condotti ha riguardato i pomodori che, sebbene ancora immaturi e verdi, iniziavano a presentare un’area di marciume apicale. «Questi pomodori sono stati trattati aggiungendo all’acqua Secale cornuta 200 CH, una goccia per litro» spiega la dottoressa Pomposelli, «l’acqua è stata poi versata alla base della pianta, una volta a settimana per quattro volte. L’esperimento è stato condotto in differenti condizioni climatiche. Un secondo esperimento è stato condotto sulle patate, che presentavano germogli strutturati all’interno anziché rivolti all’esterno, in seguito a trattamenti chimici. È stata somministrata Silicea 30 CH per innaffiamento una volta a settimana. Gli esperimenti hanno dato esito positivo e i problemi sono stati risolti. Mi pare ovvio che ipotizzare in questi casi un effetto placebo sia impresa assai ardua».
La dottoressa Lucietta Betti del Dipartimento di scienze e tecnologie agroambientali dell’Università di Bologna ha ottenuto risultati su piante di grano, tabacco e cavolfiore con l’utilizzo di diluizioni omeopatiche e ha sottolineato l’importanza della dinamizzazione per l’efficacia del trattamento1.
I paesi dell’America Latina dimostrano particolare attenzione verso il settore. Radko Tichavsky è stato cofondatore dell’Istituto Comenius in Messico ed è un grande esperto di agricoltura organica e agro-omeopatia, così come V. D. Kaviraj, omeopata olandese, che ne ha diffuso le pratiche in India e Australia.
Brano tratto dall’articolo Basta una goccia