La Nuova Zelanda vieta nuove trivelle offshore
homepage h2
Negli scorsi anni, alcune delle maggiori compagnie petrolifere mondiali – come Shell, Chevron, Petrobras, Statoil – hanno richiesto permessi di ricerca per idrocarburi nell’offshore neozelandese. Le compagnie petrolifere hanno incontrato una forte resistenza da parte dei cittadini, delle comunità indigene e delle associazioni ambientaliste. Negli ultimi sette anni, centinaia di migliaia di persone hanno marciato, inviato petizioni e partecipato ad azioni di protesta per fermare le esplorazioni petrolifere. Il bando attuale riguarda solo le nuove concessioni, non quelle già assegnate.
“In Italia, come in Nuova Zelanda, mettere a rischio le risorse del mare, già minacciate da inquinamento e pesca distruttiva, per aumentare la dipendenza dagli idrocarburi, è una follia – afferma Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia – In Nuova Zelanda se ne sono accorti. In Italia, il governo ha invece predisposto una Strategia Energetica Nazionale vaghissima sulle rinnovabili, ma concretamente indirizzata alla promozione del gas”.