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Nasce HarvestMap: quando gli “scarti” riprendono vita

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Dai diamanti non nasce niente ma dai materiali e dai beni non utilizzati possono prendere vita giochi, porte, finestre, rivestimenti e molto altro ancora. Lo dimostra Harvestmap, la piattaforma di scambio materiali e prodotti tra professionisti che mette in rete la domanda e l’offerta di tutto quello che da scarto può riprendere vita.
GiacimentiUrbani (l’associazione fondata sui principi di cooperazione, rispetto per l’ambiente, del territorio e impegnata nella promozione dell’economia circolare) ha dato vita al progetto HarvestMapItalia, versione italiana della Oogstkaart, piattaforma olandese inventata da CesarPeeren.

Riutilizzare è uno dei passi da fare per ridurre gli sprechi e limitare il consumo di risorse ed è per questo che Giacimenti Urbani, supportato dall’Ambasciata e dal Consolato dei Paesi Bassi, da Fondazione AEM con il patrocinio dell’Ordine degli architetti di Milano è diventata partner di questo progetto aggiungendo un nuovo tassello alla sua attività e gettando le basi per il recupero strutturato degli scarti.
Legno, plastica, tessili, metallo, vetro, elettronica, pietra, chimici, organico, carta e cartone sono le 10 categorie di materiali che grazie alla piattaforma  troveranno nell’edilizia circolare tante nuove opportunità di riutilizzo. “Il nome stesso del progetto, Miniere urbane, ha un significato preciso” spiega Donatella Pavan, presidente dell’associazione Giacimenti urbani. “Il termine miniera indica un giacimento e la macchina operativa che rende disponibile le risorse e che intende mettere a sistema in modo organico la capacità e la possibilità del riutilizzo dei materiali. Il giacimento diventa così una vera e propria miniera da cui estrarre nuovi prodotti.”
La Oogstkaart, o Harvest Map, è una piattaforma open source sviluppata nei Paesi Bassi da SuperuseStudios per attivare nuove filiere di produzione e sinergie tra l’industria innovativa e i progettisti. Basata sui principi della sostenibilità ambientale ed economica e sull’attivazione di risorse locali, individua, mappa e mette a disposizione materiali che sarebbero altrimenti considerati scarti, come avanzi di produzione, prodotti a fine vita, giacenze di invenduti e surplus.
“La mappa è destinata ad architetti, designer e creativi e può essere consultata in base alla categoria di materiale come il legno, la plastica, il tessuto, il metallo, l’organico  o in base alla vicinanza geografica, fornendo tutte le informazioni necessarie alla progettazione come dimensioni, quantità, frequenza, e quando previsto, il costo”.
”Ad oggi la piattaforma è attiva nei Paesi Bassi, Austria, Francia, Belgio, Spagna e Cina e, grazie al progetto nostro e di Cure, è arrivata anche in Italia” spiega Donatella Pavan. “Il mondo del riuso è tutto da scoprire: ci sono pale eoliche che fungono da strutture per parchi giochi, facciate rivestite di porte, cartelli stradali, finestre, scarti di lamiera tagliata a laser utilizzati come copertura dell’edificio che ospita il museo dei trasporti di Lucerna e la ricicleria olandese di Amstelveen”.

La strada per attuare il progetto in Itali non è stata però tutta in discesa: ”Rispetto agli altri paesi, la harvest map in Italia si è dovuta scontrare con una  normativa più rigida” dice Donatella Pavan: “Nel nostro paese, infatti, i prodotti di scarto non possono essere riutilizzati se non passano i criteri del decreto n.264 in vigore dal 2 marzo del 2017 dedicato ai sottoprodotti che definisce che un sottoprodotto debba necessariamente essere il risultato di un processo produttivo; debba essere già in principio destinato a qualcuno; non deve aver subito nessun altro trattamento; il suo utilizzo deve essere legale. E’ quindi importante per la versione italiana della piattaforma riuscire ad inserire dei materiali che corrispondano ai requisiti richiesti dalla normativa. Giacimenti urbani si sta dando da fare per stipulare una convenzione con il Borsino dei rifiuti per avere una certificazione dei materiali di scarto garantendo così la qualità dei prodotti da riutilizzare”.
Ad oggi ci sono 15 aziende italiane inserite nella Harvest Map Italia che hanno  messo a disposizione i propri materiali sulla piattaforma per intercettare potenziali utenti interessati.
“Le aziende dopo essersi accreditate sulla piattaforma devono seguire il percorso guidato che consente loro di inserire una fotografia del materiale da condividere e una sua descrizione.”
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