Vai al contenuto della pagina

Le proprietà nutrizionali del seitan

homepage h2

Molto usato nelle ricette di cucina naturale, il seitan è un vero e proprio concentrato di proteine. Scopriamo di più sulla sua storia e sulle sue proprietà nutrizionali.
L’idea di base è semplice quanta geniale: eliminare con il lavaggio della farina l’amido, di cui sono ricchissimi i cereali, per conservare il glutine, con vero e proprio concentrato di proteine.
Il ciclo di produzione del seitan è tutto qui. Non si tratta dell’ennesimo toccasana proposto da una delle oramai innumerevoli industrie del naturale, ma di un alimento dalle origini remote, seppure controverse. A produrre le prime ”bistecche di grano” furono, secondo alcuni studiosi, dei monaci buddisti cinesi spinti dal bisogno di trovare una fonte proteica alternativa alla carne.
L’impiego dei preparati a base di glutine si ritrova anche in antiche ricette di alcune zone della Russia e dell’Europa Orientale, mentre negli Stati Uniti, il suo impiego pare sia stato introdotto non più di sessant’anni fa dalle allora numerose comunità di Mormoni e di Avventisti, il cui credo religioso vieta il consumo di prodotti animali. Se le origini del seitan si perdono nella notte dei tempi, la sua recente diffusione su larga scala in Europa, come negli Stati Uniti, si deve in gran parte all’instancabile azione di George Ohsawa, padre della macrobiotica.
Analogamente a quanto è successo ai derivati della soia, anch’essi tipici alimenti della dieta macrobiotica, il consumo del seitan si è ben presto esteso a una larga fetta di consumatori, diventando uno degli ingredienti più diffusi tra coloro che seguono un regime alimentare vegetariano e naturista.
Le ragioni di questa successo sono numerose. Il gusto accattivante, la rapidità d’impiego, l’elevato contenuto proteico, ne fanno un alimento di facile consumo, apprezzato anche dai palati più esigenti e da coloro che non amano la consistenza molle e il sapore insipido dei derivati della soia. Inoltre, grazie all’elevata versatilità, il seitan si presta ad essere utilizzato anche per la preparazione dei piatti più tradizionali della cucina italiana: dallo spezzatino, alla cotoletta alla milanese, fino al ragù vegetale.
Tutto ciò ha favorito negli ultimi anni un rapido incremento del suo consumo, oggi stimato in oltre 2.000 quintali annui. Si tratta di una produzione frazionata in non più di 4-5 laboratori quasi tutti di dimensione artigianale, i quali riforniscono i negozi di alimentazione naturale e i ristoranti specializzati.
Purtroppo, come spesso accade in questi casi, non sempre l’incremento del consumo e della richiesta di seitan è stato accompagnato da una crescita dello standard qualitativo. In qualche caso, la produzione artigianale è stata sostituita da veri e propri processi industriali completamente automatizzati, dove la materia prima di partenza non è più la farina di frumento, ma direttamente il glutine, ricavato come sottoprodotto dalle industrie che estraggono l’amido. II prodotto così ottenuto si riconosce facilmente per il sapore insipido e gommoso e per l’aspetto molto compatto, privo della caratteristica porosità che rende più soffice e digeribile il seitan lavorato a mano.
A differenza del prodotto ottenuto con la lavorazione artigianale della farina di frumento, quello preparato utilizzando il glutine estratto industrialmente e rigenerato con l’aggiunta di acqua, risulta completamente privo di amido e degli altri costituenti del frumento responsabili della fragranza e della morbidezza del prodotto artigianale. Oltre alla materia prima, i diversi tipi di seitan oggi in commercio si distinguono anche per la qualità e la quantità degli ingredienti impiegati. Insieme all’acqua e alla farina di frumento, gli altri elementi della ricetta tradizionale sono lo shoyu (salsa di soia), la kombu (alga appartenente alle Laminarie) e lo zenzero (o ginger) fresco.
La scelta di questi ingredienti non è casuale: ognuno di essi svolge una funzione ben precisa e concorre a esaltare Ie qualità nutrizionali e a migliorarne la digeribilità. Oltre a insaporire il seitan e aumentarne la capacità di conservazione, la salsa di soia apporta quegli aminoacidi essenziali, come la lisina, di cui è povero il grano, potenziando così l’effetto sinergico della combinazione cereale-legume.
Le alghe kombu, particolarmente ricche di iodio, magnesio, fosforo e ferro, assicurano invece una buona dose di sali minerali scarsamente presenti nelle farine private della crusca, mentre lo zenzero svolge la doppia funzione di aromatizzante e di stimolante dei succhi gastrici facilitando la digestione del glutine.

Valore nutrizionale

Grazie al particolare processo di produzione, il seitan rappresenta una sorta di concentrato proteico del frumento. In realtà nell’endosperma del grano esistono quattro classi di proteine di riserva, messe a disposizione dalla natura per il nutrimento del germoglio durante le prime fasi di sviluppo, quando l’attività fotosintetica non è ancora sufficiente a sostenere la crescita della futura piantina.
Oltre a una piccola quantità di albumine solubili in acqua e di globuline, il patrimonio proteico del frumento è costituito dal 75 al 90% da due gruppi di proteine insolubili in acqua: la gliadina e la glutenina che insieme costituiscono il glutine. È proprio dalla presenza di questi due gruppi proteici che derivano gran parte delle proprietà nutrizionali e lo stesso aspetto plastico e spugnoso del seitan.
Dopo l’acqua, il cui contenuto varia a seconda delle metodiche di preparazione dal 72 all’80%, i principali componenti sono proprio le proteine. Il loro tenore è elevato, come pochi altri alimenti, variando da un minimo del 20 fino al 36%, dunque più di una bistecca di manzo o di maiale, ma a differenza di queste ultime il suo contenuto di lipidi è quasi nullo (0,3 – 0,7%)! Si tratta comunque di proteine biologicamente più povere di quelle presenti nella carne, anche se a questo riguardo è bene sottolineare l’assenza di studi specifici.
Se da una parte è vero che il glutine di grano presenta, come alimento proteico, un valore biologico mediocre (l’indice chimico FAO è pari a 48, quello della carne di manzo 70, mentre quello dei legumi è di circa 60) è altrettanto vero che il processo di lavorazione, grazie anche all’impiego di ingredienti come la salsa di soia e Ie alghe, fa del seitan un prodotto alimentare molto più ricco, dal punto di vista nutrizionale, del glutine grezzo.
Come è stato già sottolineato in precedenza, l’impiego della salsa di soia trova ragione proprio nell’arricchimento del glutine con quegli aminoacidi essenziali (lisina e treonina) di cui tutti i cereali sono carenti.
Continuando nell’illustrazione della composizione nutritiva del seitan, va segnalata la scarsa presenza di carboidrati (5-8%) e di sali minerali, il cui contenuto appare notevolmente ridotto a causa del lungo dilavamento e della cottura, anche se gli oltre 100 mg di potassio (per 100 g di prodotto edibile) rappresentano comunque un tenore di tutto rispetto per un derivato cerealicolo.
Per quanto riguarda il potere calorico, il seitan presenta valori notevolmente più bassi (168 k calorie) dei prodotti amidacei più comuni come il pane e la pasta, mentre trascurabile è la differenza con prodotti animali, come la carne fresca di bovino e di maiale.
In definitiva il seitan può essere considerato un ottimo alimento proteico, di facile consumo, adatto anche a coloro che hanno scarsa dimestichezza con i menù naturisti e vegetariani proprio per la possibilità di essere utilizzato come surrogato della carne.
Oltre al prodotto tradizionale, ottenuto dal frumento, sul mercato si trova anche il seitan di kamut (antichissima varietà di frumento) e di farro. Soprattutto ai consumatori abituali, si consiglia di alternare l’uso di questi tre tipi di seitan, ognuno dei quali presenta proprietà (il farro è più energetico del frumento) e contenuto di glutine differenti (il kamut ne contiene meno del farro e del frumento), anche per evitare l’insorgere di eventuali intolleranze oggi sempre più diffuse.

Articolo tratto dal libro Cucinare tofu e seitan

Le ricette di questo libro, rivolte sia a coloro che hanno già effettuato una scelta vegana che a chi si avvicina ora con curiosità a tofu e seitan, applicano i principi della cucina naturale a questi alimenti, ricavati rispettivamente dalla soia e dal grano e fonti importanti di proteine vegetali. Troverete consigli per abbinare tofu e seitan a ortaggi di stagione biologici e a cereali integrali, realizzando così piatti equilibrati e salutari che non rinunciano al sapore.
Introducono il libro alcune pagine che, in modo semplice, ne approfondiscono le proprietà nutrizionali, indicazioni preziose per comprendere l’origine, il processo di preparazione e il valore alimentare di prodotti che è possibile preparare anche in casa. Le bellissime foto confermano che la cucina naturale vegana offre non solo piatti sani, ma anche belli e appetitosi.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!