Un piatto insolito, involtini a base di tempeh e cavolo cappuccio, a cui si aggiunge il tocco esotico dell’alga kombu. Una ricetta vegan con cui stupire gli amici.
Un piatto insolito, involtini a base di tempeh e cavolo cappuccio, a cui si aggiunge il tocco esotico dell’alga kombu. Una ricetta vegan con cui stupire gli amici.
Ingredienti
• 300-350 g di tempeh cotto con aromi
• 8-10 foglie di cavolo cappuccio
• 4 cm di alga kombu
• olio
• sale
• shoyu o tamari se siete intolleranti al glutine
• zenzero fresco
• kuzu (facoltativo)
Procedimento
Cuocere il tempeh e tagliarlo a metà nel verso dello spessore e poi a pezzi regolari (8-10 pezzi). Farli dorare in padella da entrambi i lati con poco olio, per circa 5 minuti. Preparare le foglie di cavolo: se molto rigide conviene scottarle per qualche minuto, fino a che diventano flessibili, poi scolarle e asciugarle bene e disporle aperte su un tagliere (se sono morbide si può omettere questo passaggio; un cavolo cappuccio appena colto sarà molto croccante e risulterà difficile piegarne le foglie senza spezzarle). Distribuire i pezzi di tempeh sulle foglie, a un’estremità. Arrotolare ogni foglia attorno al relativo pezzo di tempeh e fissare l’involtino con uno stuzzicadenti.
Mettere la kombu sul fondo di una pentola sufficientemente grande da contenere gli involtini in un solo strato; disporre quest’ultimi sull’alga, aggiungere 2-3 dita d’acqua sul fondo e un pizzico di sale. Coprire e cuocere a fiamma dolce per 20 minuti, o fino a che le foglie non sono tenere. Verso fine cottura insaporire con qualche goccia di shoyu. Grattugiare un pezzetto di radice di zenzero di un paio di centimetri e spremerne il succo nella pentola.
Eventualmente il liquido di cottura residuo si può addensare con del kuzu, per ottenere una salsa da servire sugli involtini: sciogliere il kuzu in poca acqua fredda, e poi diluirlo al liquido mescolando, finché la miscela da torbida torna a essere limpida e densa (bastano pochi minuti).
Un cucchiaino di kuzu lega circa 100 ml di liquido.
NOTA: Il kuzu è un amido ottenuto dalle radici di Pueraria. Ha un effetto alcalinizzante sul sangue, allevia la stanchezza ed è utile contro i disturbi intestinali (coliti, diarrea).
La Candida è una patologia in aumento negli ultimi decenni. In realtà è un fungo che normalmente vive nel nostro corpo, insieme ad altri funghi e batteri, in una situazione di equilibrio. Lo sconsiderato utilizzo di antibiotici, di interventi chirurgici e uno stile di vita poco sano hanno però contribuito a rompere l’armonia su cui si basa la nostra salute, determinando, tra le altre cose, il proliferare di questo fungo.
Il libro esamina in particolare la Candida vaginale, illustrandone cause e sintomi, e si sofferma sul contributo che le terapie non convenzionali e l’alimentazione possono offrire per la prevenzione e la cura di questo fastidioso disturbo.
Nella seconda parte del manuale le ricette di Rosanna Passione invitano a seguire una dieta corretta per contenere e curare la candida. Evitare porzioni troppo abbondanti, zuccheri, eccessi di glutine, lieviti e latticini, privilegiando le verdure più ‘amare’ (cavoli, carciofi, zucchine…), radici, germogli, alghe e legumi, insieme ai cereali più antichi, sono alcuni dei consigli utili per chi soffre di candidosi ricorrenti.