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Biologico: il valore aggiunto c’è già, bisogna comunicarlo

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Con l’avanzata della grande distribuzione, molti operatori del settore bio cominciano a capire l’urgenza di un cambiamento per migliorare la qualità e intercettare nuovi clienti, senza tradire le nobili istanze e gli ideali delle origini.
«Non abbiamo bisogno di inventarci chissà cosa. Dobbiamo solo comunicare meglio ciò che facciamo». Ettore Rovesti, responsabile di alcuni negozi NaturaSì a Reggio Emilia e dintorni, ha le idee chiare.
«In tutti questi anni abbiamo costruito molto. Ma eravamo concentrati quasi esclusivamente sul lavoro di filiera, per fare in modo che l’agricoltore crescesse insieme a noi, e con un giusto compenso, potesse investire in strumenti di lavoro e formazione. Adesso vogliamo dare maggiore attenzione al cliente per spiegare il valore aggiunto dei nostri prodotti. Credo che ce ne sia bisogno e per questo stiamo facendo incontri e formazione continua con il personale. Abbiamo tante eccellenze da banco, ma il cliente non lo sa. Dobbiamo spiegare cosa c’è dietro la passata di pomodoro, la pasta o il formaggio con latte crudo. Dobbiamo far capire quali sono e dove si trovano le aziende agricole, che sono fatte di persone e di volti. So per certo che dietro il biologico che facciamo noi, ci sono dei valori, e dobbiamo comunicarli.
Un esempio? Ci impegniamo a sostenere gli agricoltori sempre, anche nelle annate difficili, come è capitato quest’anno con la siccità».
Ettore Rovesti ci parla anche della cultura biodinamica che c’è dietro il mondo EcorNaturaSì. «Non si tratta di un biologico intensivo, che segue le dinamiche del convenzionale. Sono persone che ci credono davvero.
Sanno che fare agricoltura biodinamica vuol dire preservare e migliorare i terreni, è un dono per chi viene dopo di noi. Io sono orgoglioso di lavorare insieme a questa gente. In particolare penso alla Cooperativa agricola La Collina di Codemondo (Re). Sono persone che vedo quotidianamente, con cui mi fermo spesso la sera per condividere quello che avviene nel campo e programmare progetti per il futuro».
Brano tratto dall’articolo Chi si sta mangiando il biologico

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Febbraio 2018

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