Sono più di cinquanta le esperienze di ecovillaggio che aderiscono alla rete italiana: un numero che cresce grazie anche alle possibilità che offre.
La Rete italiana villaggi ecologici – Rive è nata nel 1996 come rete informale tra rappresentanti degli ecovillaggi italiani. Nel 2007 è formalmente divenuta associazione e per i primi anni ha riunito circa una decina di comunità. Dieci anni dopo, l’associazione ha segna un aumento vertiginoso di adesioni, anche se il fenomeno è ancora circoscritto ad una piccola “nicchia”.
Sempre più persone però si avvicinano alla realtà degli ecovillaggi, perché rappresentano una possibilità di abitare ecologico e sono luoghi in cui è possibile sperimentare relazioni autentiche e fuori dall’ordinario. Gli ecovillaggi infatti, sono il tentativo di trovare alternative alla società consumista e capitalista. Valorizzano il senso di comunità nell’accezione tradizionale di famiglia allargata, tribù o clan, e propongono modalità concrete per cambiare abitudini malsane ed energivore a favore del benessere interiore e della diminuizione dell’impatto umano sulla Terra.
La rete cresce
“Per Rive, il 2017 è stato un anno straordinario per quanto riguarda l’adesione di nuove comunità” racconta Andrea Stagliano, copresidente di Rive “A oggi, dicembre 2017, sono iscritte alla rete diciannove ecovillaggi, altrettanti sono in costruzione e possiamo contare ben ventuno
progetti”. Le diverse categorie si riferiscono allo stadio di sviluppo del progetto: l’ecovillaggio è una comunità residenziale che ha raggiunto un elevato grado di solidità, l’ecovillaggio in costruzione definisce la comunità nei primi anni di esperienza, nei progetti invece rientrano tutti i gruppi che ancora non vivono insieme e le progettualità a cui mancano elementi per la trasformazione (persone, o il luogo, o una concreta progettazione).
Il ruolo dei Clan
“Da quando è nata, oltre vent’anni fa, Rive non ha mai contato un numero così alto di comunità associate” prosegue Stagliano “nel raduno estivo dell’associazione, incoraggiamo i partecipanti ad autorganizzare raduni locali dove rivivere e ravvivare lo “spirito” Rive. Così sono nati i Clan, ovvero i gruppi regionali, che stanno avendo la funzione di catalizzatori di persone ed esperienze virtuose non solo riguardanti l’ambito comunitario ma anche associazioni, attivismo, ricerca”. I Clan attivi sono quello del Triveneto, la prima esperienza nata tre anni fa, quello del Piemonte-Liguria e quello dell’Emilia Romagna, rispettivamente nati quest’anno.
Oltre al ruolo di copresidente, Andrea Stagliano è anche tra i fondatori del Clan Triveneto. Al quinto incontro, avvenuto il 21-22 ottobre, si sono date appuntamento 120 persone, tra adulti e bambini: “è stato il più partecipato di sempre, basti pensare alle comunità partecipanti, che in tre anni sono passate da quattro a sedici! Sono curioso di scoprire in quanti saremo all’incontro del 2-3 giugno 2018 ” prosegue Andrea, senza nascondere lo stupore e la soddisfazione “tutto questo va interpretato non solo come un segnale di benessere dell’associazione, ma anche come la riprova che la vita in ecovillaggio attrae sempre più persone anche perché è un modello alla portata di tutti, se lo si vuole”.
Rive è un’associazione senza scopo di lucro e come tale è strutturata secondo norma di legge: è composta da una presidenza, dal Consiglio direttivo e dalla segreteria. A questi si aggiungono
gruppi di lavoro che si prendono cura di sviluppare e condividere in associazione specifici contenuti. C’è il
gruppo tecnico, unico organo eletto oltre a quelli già citati, che è responsabile di valutare i luoghi in cui svolgere il raduno estivo e organizzare il lavoro per la sua realizzazione, che lavora in stretta collaborazione col
gruppo PACE, che ha l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno alimentare del raduno estivo attraverso i prodotti degli ecovillaggi: ha esordito positivamente per la prima volta quest’anno rifornendo la cucina di più del 50% del cibo delle comunità.
Il
gruppo economia, sostiene il tesoriere nel trovare nuove forme di autofinanziamento e sostentamento economico per l’associazione. Il gruppo comunicazione, è responsabile dei canali divulgativi dell’associazione (
sito e
facebook). Il
gruppo internazionale si occupa della relazione col Gen-Europa, la rete europea degli ecovillaggi e si adopera per trovare occasioni di formazione e scambio con le reti di ecovillaggi europei. Quest’anno, 28 giovani hanno partecipato ad i progetti Erasmus+ grazie al lavoro e l’impegno dei volontari del gruppo internazionale Rive.
Attivo e in crescita il
gruppo dei VERI, acronimo di volontari negli ecovillaggi della rete italiana. Ne fanno parte tutti i soci, ecovillaggisti e singoli, che desiderano sostenere sia la rete durante il raduno estivo sia i singoli ecovillaggi o progetti che necessitano di aiuto e supporto durante tutto l’anno. Vi fanno parte persone esperte in diversi settori (idraulica, elettricità, energie rinnovabili, architettura, permacultura, agricoltura, ecc.) fino a chi non ha abilità specifiche ma mette a disposizione cuore e mani per qualsiasi attività la comunità abbia bisogno.
Infine, il neonato
gruppo immigrazione, che attraverso l’associazione
Refugees Welcome mira a coinvolgere sempre più ecovillaggi nell’accoglienza ai rifugiati, e il
Cerchio degli anziani, composto da persone che hanno svolto anni di servizio in associazione: fondatori e persone che hanno svolto ruoli di responsabilità e che oggi possono aiutare il Consiglio direttivo e la presidenza a
mantenere intatti quei valori che rendono Rive oggi quella che è.
Se vuoi far parte di Rive e partecipare ai gruppi di lavoro, visita il sito www.ecovillaggi.it
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