Il più classico dei dolci natalizi toscani, presentato in chiave vegetariana. Una ricetta da provare per rendere unica la tavola delle feste.
Ingredienti
• 450 g di mandorle (non pelate), possibilmente ¼ di mandorle amare e ¾ di mandorle dolci
• 150 g di farina
• 350 g di zucchero di canna
• 120 g di miele
• ½ cucchiaino di noce moscata grattugiata
• ½ cucchiaino di cannella in polvere
• 350 g di frutta candita (arancia, arancia amara, cedro, melone)
• 2 cucchiai di zucchero a velo
• 3 chiodi di garofano
• 40 g di cialde/ostie
• 3 chiodi di garofano
• 5 g di semi di coriandolo
• 10 g di pepe
Procedimento
■ Mettete su una teglia da forno le mandorle e fatele tostare per circa 10 minuti in forno. Tagliate a piccoli pezzi la frutta candita.
■ In una casseruola fate sciogliere a fi amma dolce il miele e lo zucchero, mescolando per non far attaccare il composto. Quando avrà preso un colore bruno togliete la casseruola dal fuoco e aggiungete le mandorle, la farina, i canditi, la noce moscata grattugiata, il pepe, la cannella in polvere, i chiodi di garofano e i semi di coriandolo che precedentemente avrete pestato o triturato.
Amalgamate bene il composto.
■ Rivestite con la cialda il fondo di una teglia tonda, possibilmente con chiusura a cerniera, versatevi l’impasto del dolce (che avrà uno spessore di circa 2 centimetri) e infornate per 30 minuti a 150°.
■ Terminata la cottura togliete dallo stampo il panforte e spolveratelo con zucchero a velo. Il dolce va servito freddo.
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La
cucina toscana è solitamente associata a piatti ricchi di carne, dagli arrosti alla trippa e alla famosa, ma di recente invenzione, bistecca alla fiorentina. Nella
tradizione culinaria di questa regione abbondano invece verdure, cereali e legumi, cucinati con fantasia e con risultati sorprendentemente buoni per ogni palato. Si tratta di preparazioni ottenute con
prodotti radicati nella storia del territorio e conosciuti ben oltre i confini regionali come
vere e proprie eccellenze. Tra i tanti, citiamo l’
olio extravergine di oliva, le diverse tipologie di fagioli, il carciofo violetto, il cavolo nero, almeno sei tipi di pomodori, la cipolla di Certaldo e lo zafferano di San Gimignano. Senza dimenticare i vini rossi e bianchi, che negli ultimi anni possono contare sulla qualità offerta da
tanti piccoli produttori biologici e biodinamici.
Il libro cerca di intromettersi in questo mondo, presentando un ampio ventaglio di piatti e ingredienti rappresentativi delle diverse aree produttive, dalla Toscana collinare fino a quella litoranea, dal capoluogo alle città più piccole, dalla Maremma alla Versilia, dal Casentino alla Garfagnana, per ricercare ricette prelibate e fedeli ai prontuari della tradizione, alcune lievemente modificate, come principio etico, nell’ottica di non violenza e rispetto verso gli animali.
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