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Sconfiggere lo stress: come mantenere un buon equilibrio psicofisico

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Tenere a bada lo stress e mantenere un buon equilibrio psicofisico è fondamentale per rimanere in salute. Ed è ancora più importante per i bambini, per garantire loro una crescita sana. Ma qual è il legame tra psiche e sistema immunitario? E quali sono gli accorgimenti da seguire per mantenere un sano equilibrio tra corpo e mente?
Sconfiggere lo stress: come mantenere un buon equilibrio psicofisico
La vita ci propone quotidianamente i cosiddetti stressor, fattori provenienti dall’esterno ma non solo: agenti fisici, chimici, biologici, psicologici, comportamenti inappropriati (es. eccessi o carenze alimentari), infezioni, malattie, sostanze inquinanti, stimoli fisici (ad es. fatica), mentali (preoccupazioni, impegno lavorativo, obblighi o richieste dell’ambiente sociale…). Per rispondervi, il nostro organismo mette in atto delle reazioni adattative. Saper gestire lo stress ci consente di mantenere in buon equilibrio le nostre funzioni, in definitiva di restare sani. All’opposto un cattivo adattamento impedisce il bilanciamento ed è causa di malattia.
L’organismo è coinvolto a livello psichico, emotivo e comportamentale e attua una complessa reazione di adattamento mediante il sistema nervoso autonomo (ortosimpatico e parasimpatico) e quelli endocrino (sono coinvolti numerosi ormoni), immunitario e osteoarticolare.

Allarme, resistenza, esaurimento

Si hanno tre fasi successive: allarme, resistenza, esaurimento.
Nella prima vengono attivati meccanismi innati che, in caso di stress importanti, sono anche alla base della sopravvivenza. A livello psicologico aumentano l’attenzione, l’allerta e la tensione; intanto l’organismo si prepara per possibili reazioni (es. di difesa o di attacco) che coinvolgono l’apparato osteoarticolare (aumenta il tono muscolare e compaiono i tremori), il metabolismo (incremento di energia e nutrienti: più zuccheri e grassi nel sangue), l’apparato cardiovascolare (si alzano frequenza cardiaca e pressione arteriosa), i polmoni (accelera la frequenza respiratoria, si espandono le vie aeree), i sensi (si dilatano le pupille), il sistema immunitario (per affrontare eventuali infezioni). Vengono limitate le funzioni poco utili per la sopravvivenza immediata: secrezioni salivari e gastrointestinali, peristalsi intestinale, funzioni di eliminazione in genere (compare stipsi e riduzione della diuresi). Stress leggeri e di breve durata, come il superamento di un esame o di una malattia acuta, passano spesso inosservati; perciò si parla di eustress (stress “buono”, positivo).
Ma se continuano (preoccupazione, dieta incongrua, lavoro pesante, infezione di lunga durata), subentra la seconda fase, detta di “resistenza”, per sostenere l’organismo nello sforzo. La partecipazione psichica, l’attivazione del sistema nervoso autonomo ed endocrino (ghiandole surrenali, tiroide) e di quello immunitario sono più consistenti e impegnative.
Spesso l’organismo può supportare a lungo questa seconda fase e raggiungere un nuovo equilibrio, un adattamento alla situazione. Ad es. una problematica lavorativa o familiare può permanere, ma con una serie di accorgimenti (più periodi di svago e attenzioni affettive, meditazione e rilassamento, attività fisica…) si riesce a controllarla.
In mancanza di un nuovo equilibrio, tuttavia, le capacità reattive possono più o meno lentamente ridursi (fase di esaurimento) fino alla comparsa di vari sintomi. I primi sono causati dalle reazioni di difesa dell’organismo (e in particolare dalla persistente attivazione del sistema ortosimpatico): acidosi, disbiosi, infiammazione (quindi facilità a febbri o febbricole), disfunzioni di vari organi, allergie. Successivamente
compaiono i sintomi di vere e proprie malattie psichiche o metaboliche (dislipidemia, iperglicemia, diabete, sindrome metabolica, disordini della fertilità come l’ovaio policistico). Questa situazione di continua tensione senza raggiungere un nuovo equilibrio è chiamata anche distress per differenziarla dall’eustress summenzionato.

Mantenere un buon equilibrio psichico

Grazie alla psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) oggi sappiamo che la psiche, il cervello, il sistema immunitario e quello endocrino non sono a sé stanti, ma costituiscono un complesso fortemente interdipendente; e che la psiche ha un ruolo importantissimo nella funzione immunitaria. Per inciso, la comunicazione e collaborazione fra cervello e sistema immunitario è bidirezionale – il secondo informa il primo di quello che avviene in periferia tramite le citochine infiammatorie.
Se è vero che uno dei fattori più importanti nel condizionare la risposta immunitaria è il ruolo della psiche all’interno della PNEI, allora un buon equilibrio psichico è determinante anche per le difese immunitarie.
È facile, ma semplicistico, osservare che per mantenere tale equilibrio è sufficiente un ambiente ricco di amore e affetto, creativo, sereno, stimolante e rispettoso della personalità, dei ritmi, attitudini ed esigenze del piccolo.
Come fare? Validi spunti sono presenti nei libri di Roberta Cavallo e Antonio Panarese: “Il carburante di tutti i bambini è l’amore unito al non giudizio di mamma e papà che lo accettano per la meraviglia che è, sempre (anche quando fa i capricci, quando non dorme, quando porta a casa brutti voti ecc.).
Questi sono i due pilastri fondamentali che garantiscono al bambino un ambiente affettivo solido in cui poter essere se stesso, senza doversi costruire corazze emotive a difesa della propria essenza e senza correre il rischio che in lui si radichino paure e insicurezze che si trascineranno nel tempo”.

Attività motoria

È importante avere una vita attiva, ad es. con giochi all’aria aperta, camminate o pedalate, quando possibile anche d’inverno. Dopo i primi anni è vantaggioso unire la pratica di uno o più sport non agonistici, a patto che siano graditi.
L’attività fisica ha grande rilievo per i suoi numerosi effetti positivi:
• rinforza il sistema immunitario;
• favorisce lo sviluppo armonioso dell’apparato muscolare e scheletrico;
• addestra e potenzia le capacità di movimento e ne migliora la coordinazione;
• riduce il tessuto adiposo superfluo;
• influisce positivamente su circolazione sanguigna e respirazione;
• facilita uno sviluppo psicologico equilibrato;
• asseconda l’inserimento sociale (sport di squadra);
• scarica la tensione dell’adolescente, di cui favorisce la concentrazione mentale.
Questi effetti rendono l’attività fisica in età pediatrica assolutamente raccomandabile per i seguenti motivi:
• è necessaria per il normale accrescimento;
• la sua assenza può condizionare la futura capacità funzionale dell’individuo adulto;
• se si vuole che gli adulti facciano moto, è importante che vi si abituino nell’infanzia;
• l’apprendimento a scuola può essere facilitato dall’attività fisica complementare;
• l’equilibrio psichico ne è avvantaggiato.
Nell’età pediatrica inoltre va valutata con attenzione la tipologia dello sport in relazione alla competitività, dato che quest’ultimo fattore, proprio in questa fase, presenta limiti importanti e fattori di cui è necessario tenere conto.
• I ragazzi sono poco dotati di senso della misura e cattivi conoscitori dei loro limiti reali.
• Tutte le persone devono e dovrebbero essere orientate allo sport senza necessariamente diventare atleti.
• La pressione esterna cui è esposto il giovane sportivo rischia di essere deformante per la sua crescita psicologica armonica.
• Vi è il rischio di favorire la “sindrome del campione”, che trasforma patologicamente la personalità del ragazzo.
• La necessità di confronto continuo e di vittoria può portare alcuni adolescenti a stati d’ansia e tensione, con possibilità di frustranti insuccessi e il rischio di estendere i fallimenti ad altri campi.

Il legame tra psiche e sistema immunitario

Quando siamo in condizioni di stress psichico (distress) ci ammaliamo più spesso di malattie infettive. Tipico il caso del bambino che, per una situazione familiare difficile o perché portato all’asilo contro il proprio desiderio, manifesta la condizione di stress cronico, con infezioni virali o batteriche più frequenti. Uno stato depressivo può attivare una condizione di infiammazione cronica dell’organismo. Gli stress più gravi possono perfino incidere sulla sorveglianza dei tumori. All’opposto, la respirazione profonda, la meditazione (e pure il massaggio e l’agopuntura) influenzano positivamente la psiche e anche il sistema immunitario.

Le informazioni sono tratte dal libro Rinforzare il sistema immunitario dei bambini

Siamo abituati a pensare che l’unico modo di intervenire quando si manifesta un qualsiasi malessere siaquello di farci prescrivere un farmaco dal nostro medico di fiducia. Ma esiste anche un altro modo
perprenderci cura della nostra salute: rafforzare il sistema immunitario attraverso una dieta sana ed equilibrata,un’attività fisica regolare e il mantenimento del nostro benessere psicologico.
La prima parte di questo libro spiega i meccanismi che sono alla base del funzionamento del nostro sistema immunitario, gli alimenti più indicati per rafforzarlo (frutta e verdura di stagione, cereali integrali, proteinevegetali) e quelli da evitare (zuccheri semplici aggiunti a cibi e bevande, e grassi raffinati e idrogenati). Vista la sua lunga esperienza come pediatra, il dottor Mario Berveglieri si rivolge soprattutto ai più piccoli, anche se i suoi consigli risultano preziosi per tutta la famiglia. È evidente, infatti, che uno stile di vita e un’alimentazione corretta risultano tanto più efficaci quanto più sono condivisi da chi ci sta vicino.
Nella seconda parte del libro sono presentate 90 ricette, utili per tradurre in pratica i consigli alimentari dei due autori. Spuntini, colazioni, primi e secondi piatti, tutti preparati prevalentemente a base di ortaggi, proteine vegetali (legumi, semi oleosi e frutta secca), cereali e farine integrali.
Il libro si avvale anche della collaborazione di Miria Sprega, erborista e fitopreparatrice, che dedica alcune pagine alle piante in grado di prevenire e curare i disturbi dei più giovani.

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