Passare da un’economia lineare che produce, utilizza e butta via ad un modello circolare che trasforma i rifiuti in risorse. Fantascienza? Assolutamente no! Alla quinta edizione del Mercato Circolare di Giacimenti Urbani a Milano, abbiamo scoperto tante realtà che offrono prospettive esaltanti per l’occupazione e lo sviluppo del nostro paese e del suo sistema produttivo.
Dalla rivoluzione industriale, l’uomo ha continuato a progettare, costruire, consumare come se le materie prime fossero infinite e gli spazi in cui riversare i rifiuti prodotti, illimitati. Alla quinta edizione del
Mercato Circolare promosso da Giacimenti urbani e sostenuto anche da Terra Nuova, abbiamo incontrato un vero e proprio mondo parallelo di giovani, start up, imprese e laboratori di ricerca che stanno trasformando lo scenario delle materie, delle tecnologie ma soprattutto la cultura di un paese che sui rifiuti riporta, purtroppo, ancora dati negativi. Anche se negli ultimi anni sono stati fatti dei passi avanti, Legambiente ricorda che in Italia solo il 30% dei rifiuti viene raccolto e avviato al riciclo infrangendo, così, l’incantesimo delle quattro “R”: ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare.
Per fortuna c’è chi come Nico Fusco e Federico Zotto hanno inventato Paladin, la app gratuita in cui è possibile mettere a disposizione elettrodomestici, oggetti, vestiti per chi ne ha bisogno. “In una casa ci sono oggetti dimenticati che sono lì a prendere polvere e magari qualcuno avrebbe la necessità di utilizzarli per un periodo senza dover per forza comprare.” Spiega Federico. “L’idea è di ridurre consumi inutili e mettere in comune ciò che si ha e che può essere d’aiuto a qualcun altro. Per il momento la app e’ tarata su Milano ma essendo gratuita e aperta a tutti non è detto che presto venga implementata e si crei un circuito di persone ancora più grande” aggiunge Nico. “Siamo anche riusciti a fare una convenzione con alcune aziende come Ariete, Fruti e Solopattino che hanno deciso di mettere sulla nostra piattaforma anche prodotti nuovi di pacca dando l’opportunità a chi vuole provarli di farlo senza pensare subito all’acquisto.” In tre mesi la app ha già registrato 4mila iscritti e ha più di 2mila prodotti condivisi. Dalla macchina dei popcorn presa in prestito per una festa, alla macchina fotografica, alle cravatte e vestiti delle grandi occasioni al trapano, che resta comunque l’attrezzo più richiesto. Prezzo, periodo, luogo dello scambio lo decidono i diretti interessati.
Ci si sposta di poco e si incontra
Filippo Irdi. Appassionato di snowboard dopo aver consumato tavole su tavole in montagna, si trasferisce a Innsbruck e decide insieme all’amico
Ermanno Zanello di provare a ridare vita agli snowboard costruendo degli occhiali molto resistenti, colorati e unici. Uptitude nasce dal desiderio di farsi un paio di occhiali di legno per se’, da lì l’idea delle tavole da snow da recuperare. “Per il momento ci affidiamo agli scarti di amici snowboarder per prendere il materiale, in futuro, però, l’idea è di agganciare i noleggiatori di sci e le industrie produttrici per sfruttare anche i loro scarti industriali”.
Per avere l’acqua sempre a portata di mano evitando di utilizzare bottigliette e bicchieri di plastica, c’è invece Booktilla, una borraccia piatta come un libro da infilare comodamente in borsetta e da portare sempre con se’. Realizzata con materiali innovativi e additivi a base di argento con un’ alta funzione antibatterica grazie alla collaborazione e alle ricerche del Matech del Galileo Park di Padova. E poi ancora c’è Lessmore: un’azienda di Varese che realizza arredi e complementi di arredo ecosostenibili e riciclabili molto funzionali. Gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa ospitano il BookCrossing, progetto, il cui motto è “Porta un libro, prendi un libro”, realizzato da SEA in collaborazione con il Comune di Milano e con AIE, l’Associazione Italiana degli Editori. Per questa attività di “scambio libri”, che ha luogo nell’area arrivi e partenze di Milano Linate e Milano Malpensa, SEA ha scelto di collocare i libri “liberati” in nove librerie More Light della Ecodesign Collection di Lessmore, disegnate da Giorgio Caporaso.
Anna Pellizzari e Marco Ricchetti hanno invece presentato una carrellata di materiali e di processi impiegati per lavorarli, suddividendoli in tre categorie: i bio based, quei materiali che imitano i cicli naturali del regno vegetale e animale; i neoclassici, materiali riciclati entrati ormai in diversi processi produttivi e, in ultimo, gli ex-novo, i processi di riciclo e valorizzazione della materia posizionati al termine dei cicli di produzione.
Parlando anche solo della carta, le cose da scoprire sono infinite. Il foglio come lo conosciamo noi, prima di diventare piatto, liscio e flessibile subisce una lunga metamorfosi che inizia dal legno che attraverso processi industriali complessi diventa fibra. Oggi grazie ad aziende come la Favini, la carta diventa un anello importante dell’economia circolare perché realizzata con materia di scarto come le alghe, la vinaccia, le bucce d’arancio, il mais o gli scarti di pelle residui della concia. Così il bilancio delle nuove carte Favini e’ di 15% proveniente da materia prima derivata da altri settori, di un 30% di fibra derivante dal riciclo di carta e il resto da legno certificato FSC (Forest Stewardship Council).
In queste tre giornate riciclone non sono mancati i laboratori: dal
Re-start Party, il laboratorio di riparazione di apparecchi elettrici ed elettronici sotto la supervisione di un tutor, alla ciclofficina, al corso di Kintugi, riparare la ceramica con l’oro a cura della
Fioreria Cuccagna, all’up-cicling con la Casa per la pace.
Passando da Milano a Bonn e’ bene ricordare che la Conferenza Onu sul clima (Cop23) conclusa nei giorni scorsi dopo una serie di negoziati sui dettagli tecnici dell’applicazione dell’Accordo di Parigi del 2015, non ha riportato risultati eclatanti, se non la definizione delle procedure per arrivare alla revisione degli impegni degli stati per il taglio delle emissioni di gas serra.
Questi impegni, presi a Parigi due anni fa, sono insufficienti per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo stesso (mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi dai livelli pre-industriali, possibilmente entro 1,5 gradi) e devono essere aggiornati. Questa revisione sarà l’obiettivo della prossima Conferenza Onu sul clima, la Cop24 di Katowice, in Polonia, nel novembre 2018. Nel frattempo sarà meglio rimboccarsi le maniche e darsi da fare dando il nostro contributo nell’aumentare le buone pratiche, trasformando i rifiuti in risorse ma, meglio ancora, riducendo i consumi in modo da evitare sin da subito potenziali scarti.
Per approfondimenti: