Vai al contenuto della pagina

Stop Fiscal Compact: i diritti vengono prima dei profitti

homepage h2

Terra Nuova Edizioni ha aderito e sostiene la campagna Stop Fiscal Compact, promossa da Attac, per la quale si stanno raccogliendo le firme QUI. Perchè? Perché a fine 2017 questo Trattato (sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria) potrebbe essere inserito nell’ordinamento europeo, divenendo giuridicamente superiore alla legislazione nazionale, rendendo irreversibili le politiche liberiste d’austerità e calpestando i diritti.
«È una vera sciagura che le decisioni politiche ed economiche che maggiormente influenzano la nostra vita, siano così incrostate di tecnicismi da indurre i cittadini a disinteressarsene.  Una di queste è il fiscal compact, un tema che già dal titolo invita alla fuga. Ma la sua attuazione è così gravida di conseguenze che sarebbe un suicidio non occuparsene»: con queste parole anche Francesco Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo denuncia la pericolosità della manovra in atto.

«Il Fiscal Compact – si legge nel testo della petizione – proseguendo la linea tracciata da Maastricht in poi, assume la trappola del debito pubblico come cornice indiscutibile dentro la quale costruire la gabbia per i diritti sociali e del lavoro e la privatizzazione dei beni comuni. Basti pensare che se dovesse essere confermato, il Fiscal Compact prevederà per il nostro Paese l’obbligo nei prossimi 20 anni a portare il rapporto debito-Pil dall’attuale 132% al 60% con un taglio annuale della spesa pubblica di 50 miliardi».
«Si tratta della definitiva consegna di tutto ciò che ci appartiene agli interessi delle grandi lobby finanziarie, nonché di una definitiva sottrazione di democrazia, con scelte politiche ed economiche non più dettate dalla discussione democratica, bensì dagli algoritmi monetaristi – prosegue la petizione – Ma tutto questo può essere fermato: entro fine anno i Parlamenti nazionali devono discutere e decidere il destino del Fiscal Compact».
Ed è a questo proposito che è stata lanciata la petizione popolare che POTETE FIRMARE QUI: per dire che il Fiscal Compact va fermato, per riaprire la discussione per l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione e per sostenere l’avvio di una Commissione indipendente d’indagine sul debito pubblico italiano che ne verifichi la legittimità.
Perché le nostre vite  vengono prima del debito, i nostri diritti prima dei profitti e il “comune” prima della proprietà.
IL FISCAL COMPACT IN SINTESI
1 – CHE COS’E’ IL FISCAL COMPACT?
 E’ un Accordo sottoscritto nel marzo 2012 da 25 dei 28 stati membri dell’Unione Europea, che vincola le parti contraenti a rispettare una serie di regole per il contenimento del disavanzo pubblico, la riduzione del debito e il conseguimento del pareggio di bilancio.
2 – QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL FISCAL COMPACT?
Il Fiscal Compact si colloca nel solco di una serie di trattati e regolamenti (Maastricht, Six Packs, Two Packs) che hanno impresso una svolta liberista e monetarista all’Unione Europea e ne radicalizza i vincoli di bilancio e di spesa pubblica.
3 – QUALI SONO LE PRINCIPALI MISURE IMPOSTE DAL FISCAL COMPACT?
* Il Fiscal Compact  impone che il deficit strutturale annuale delle amministrazioni pubbliche sia inferiore allo 0,5% del Pil. Con questa misura si impediscono di fatto tutti gli investimenti pubblici, ed in particolare quelli di medio e lungo termine e che non abbiano una redditività immediata (ad esempio gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, le misure di prevenzione sanitaria etc.)
* Il Fiscal Compact rafforza la regola per la quale il debito di ogni paese deve rimanere o ritornare al di sotto del 60% del Pil; un paese il cui rapporto debito/Pil superi il limite previsto, dovrà obbligatoriamente ridurre tale rapporto di almeno un ventesimo della differenza ogni anno. Questo significa per un Paese come l’Italia, il cui rapporto debito/Pil supera attualmente il 130%, un taglio della spesa pubblica pari a 50 miliardi/anno per i prossimi venti anni
* Il Fiscal Compact impone agli stati contraenti di inserire l’obbligo del pareggio di bilancio nel proprio diritto interno; nel nostro Paese l’obbligo del pareggio di bilancio è stato addirittura inserito nella Costituzione
 4 – COSA SUCCEDE A FINE 2017?
L’art. 16 del Fiscal Compact prevede che, entro cinque anni dall’entrata in vigore, i Parlamenti nazionali siano chiamati a votare il suo inserimento a pieno titolo nei trattati europei. Se ciò accadesse, al Fiscal Compact verrebbe conferito il primato del diritto comunitario, rendendo di fatto irreversibili le misure da esso imposte
5 – PERCHE’ E’ IMPORTANTE FIRMARE LA PETIZIONE POPOLARE?
Per impedire che il Fiscal Compact diventi a tutti gli effetti parte del diritto comunitario, per riaprire la discussione su tutti i trattati e regolamenti che da Maastricht in poi hanno determinato la svolta liberista e monetarista dell’Unione Europea, per chiedere l’eliminazione dell’obbligo del pareggio di bilancio dalla Costituzione, per chiedere un’indagine indipendente (audit) sul debito pubblico italiano e annullare il debito illegittimo. In una parola, per affermare che le nostre vite  vengono prima del debito, i nostri diritti prima dei profitti e il “comune” prima della proprietà.
Leggi anche:

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!