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La cesta da funghi in nocciolo

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Ottobre è tempo di passeggiate nel bosco per cercare funghi. Impariamo a realizzare da soli una cesta per funghi con legno di nocciolo.
In gran parte dell’arco alpino viene molto usato il nocciolo come elemento tessitore. La cesta da funghi in nocciolo richiede un certo impegno nella preparazione dei materiali, ma alla fine, il cesto che si ottiene è splendido e robustissimo.

Le fettucce

• Bisogna lavorare con stecche di nocciolo lunghe da 2 a 4 m, abbastanza dritte e senza nodi o ramificazioni importanti. Da ogni ramo si devono ottenere sette o otto fettucce: con quattro o cinque rami è possibile realizzare una cesta da funghi.
• Escludendo 15 cm all’inizio e alla fine della stecca, togliere la corteccia facendo attenzione a non incidere il legno. Poi incidere solo il primo strato di legno.
• Piegare la stecca con il ginocchio dietro il punto dove si vuole separare la fettuccia: si sentirà un tac. Quindi sollevare la strisciolina con la mano destra e proseguire piegando il ramo senza romperlo e sollevando la fettuccia senza strapparla. Ripetere l’operazione per ottenere le fettucce fino a esaurire ciascun ramo.
• Pulire con un coltello d’acciaio i residui di corteccia da ciascuna striscia tenendo la lama perpendicolare al legno.
• Con un coltello curvo assottigliare le strisce di nocciolo: controllare la loro flessibilità piegandole fino a 90°.
• Quindi rifilarle lateralmente, in modo da ottenere delle fettucce larghe da 4 a 7 mm: da notare che le lamine vicino al midollo sono più deboli.

Partenza

• Iniziare con un tronchetto con tre archi di legno flessibile ma con nervo; qui si utilizza frassino spelato, proveniente da piantine giovani di due o tre anni, raccolte in “boschi magri” e sassosi.

La matrice

• Si utilizza una matrice di metallo che serve a mantenere i rami più fermi e ottenere un fondo piatto e non tondo. Il lato superiore dell’apertura è di 17,5 cm; la pancia è alta 24,5 cm e ha nove incavi piccoli per posizionare gli archetti di frassino. Il fondo misura 21 cm e ha nove incavi, il lato dritto di destra misura 23,5 cm e ha nove incavi e uno grande per il tronchetto che porta tutta la struttura.
• In un tronchetto di circa 2 cm di diametro e lungo 38 cm, lasciare 4 cm da ambo i lati e per ogni lato fare tre scanalature con una lima da legno tonda: due perpendicolari fra loro e una a 45°.
• Su ogni scanalatura mettere un archetto di frassino e legarlo con fil di ferro alla matrice e al tronchetto.
• Fare un buco con una punta da 1,5 mm nell’archetto di frassino, in modo che non fessuri; quindi inchiodare e poi legare con un fil di ferro sottile. Si ottengono così tre archetti, due perpendicolari (verticale per il dietro e orizzontale per la bocca del cesto) e uno a 45° (obliquo, per la pancia).

La rosetta

• Iniziare con una fettuccia di nocciolo di circa 2 m: partire tenendola con la mano sinistra fra l’arco orizzontale e quello obliquo, e fare un giro intorno al tronchetto.
• Fare un secondo giro intorno al tronchetto, passando dietro all’archetto verticale e poi a quello obliquo.
• Tornare dietro al tronchetto.
• Girare intorno all’archetto verticale.
• Girare attorno a quello obliquo.
• Girare attorno a quello orizzontale.
• Girare attorno al tronchetto.
• Ripetere le operazioni fi no alla fi ne della fettuccia.
• Incastrare la fettuccia sotto il giro precedente, tirandola con una pinza. Ripetere dall’altro lato.

Prima aggiunta

• Preparare un archetto di frassino appuntito e piegato.
• Incastrare le due estremità dell’archetto nei due nodi e legarlo al centro alla matrice, facendo attenzione a equilibrare la “pancia” dell’archetto in modo che risulti abbastanza simmetrico.
• Aggiungere altri quattro archetti di frassino davanti, tre sotto e cinque dietro.
• La prima fettuccia deve essere sottile “come un foglio di carta”. Iniziare sotto il secondo archetto a partire da quello orizzontale della matrice. Intreccio semplice a un tessitore: dentro e fuori da ogni “costola”.
• Passare dietro e quindi tagliare la fettuccia, lasciando l’avanzo all’interno prima del primo archetto sotto il tronchetto.
• Procedere con il secondo giro da sotto l’archetto della “bocca del cesto” (la parte vuota).
• Se gli archetti non sono allineati, è possibile aiutarsi facendo leva con un attrezzo.
• Finire tagliando sotto il tronchetto. È necessario forzare leggermente questi giri iniziali in modo che stiano vicino alla rosetta. Ripetere dall’altro lato.
• Quindi intrecciare con una striscia che prima gira attorno all’archetto orizzontale due volte e torna indietro, e poi fare due giri intorno al tronchetto e tornare indietro.
• Tornando indietro torcere di mezzo giro la fettuccia, in modo da intrecciare sempre con la parte esterna della fettuccia (quella verso la corteccia) che sta all’esterno del cesto.
• Bisogna forzare questi giri iniziali con delicatezza, se serve con un cacciavite, in modo che stiano vicino alla rosetta.
• La giunta va fatta sovrapponendo la fettuccia che finisce con una nuova, lasciando la prima all’interno del cesto.
• Per seguire la curva dell’intreccio, procedere aggiungendo quattro pezzi di fettuccia: il primo pezzo parte dal primo archetto sotto al tronchetto e arriva all’archetto sotto a quello orizzontale; il secondo parte dal secondo archetto sotto il tronchetto e arriva al secondo archetto sotto a quello orizzontale e così via.
Chiudere con una fettuccia lunga che gira e torna indietro.

Seconda aggiunta

• Appuntire altri 12 archetti di frassino; infi larli nella fessura fra l’intreccio e gli archetti precedentemente aggiunti. Prendere la misura, inserirli dall’altro lato appoggiandoli al centro della matrice.
• Aggiungerne quattro davanti, quattro sotto e quattro dietro.
• Proseguire come nelle fasi già descritte. Alcuni suggerimenti: quando si ha una fettuccia lunga, la si può infilare per 10 cm sotto il bordo e intrecciarla dentro a due archetti, e con il resto fare il giro e tornare indietro.
• A questo punto il cesto, visto da dietro, si presenta con due parti curve intrecciate, che dovremo rendere parallele. Davanti invece abbiamo lasciato circa 1 m di fettuccia che esce dal bordo orizzontale.
• Aggiungere quattro, sei o otto spezzoni che non arrivano a fare il giro, ma che si fermano a scalare prima dell’archetto orizzontale. Il primo spezzone è il più lungo, l’ultimo il più corto.
• Chiudere con la fettuccia lunga lasciata in precedenza.
• Notare come il pezzo dove abbiamo aggiunto gli spezzoni si sia raddrizzato.
• Tagliare i fili di ferro e togliere la matrice.
• Aggiungere fettucce e spezzoni fino ad avere i lati dell’intreccio paralleli.
• Intrecciare fino a completare tutti gli spazi.
Negli ultimi giri è possibile infilare la fettuccia di lato e poi raddrizzarla una volta tirata.
• Infilare l’ultima fettuccia sotto quella precedente con l’aiuto di un cacciavite.
Il cesto è quasi finito: manca solo il coperchio.

Il coperchio

• Preparare una struttura composta da quattro archetti e un tronchetto identico a quello del cesto. Il “legnetto gobbo” centrale serve a renderlo leggermente curvo.
• Gli archetti di frassino sono legati come i precedenti.
• Iniziare facendo un paio di giri intorno al tronchetto, poi passare intorno all’archetto di frassino, poi dietro al tronchetto.
• Proseguire inglobando gli altri archetti. Eseguire anche dall’altro lato.
• Aggiungere due archetti di frassino. Proseguire un po’ con l’intreccio.
• Aggiungere altri due archetti fino a un totale di otto.
• Arrivati quasi alla fine, togliere il legnetto gobbo.
• Terminare ripulendo gli avanzi di fettuccia.

Cinghia e giunture

• Realizzare due fori sul tronchetto, che siano distanti fra loro 1 cm, proprio vicino alla “rosetta”.
• Modellare un filo di ferro (o di rame) a U; infilarlo nei buchi stringendo da sotto con una tenaglia e lasciando sopra un’asola.
• Far passare un filo robusto fra le fettucce del coperchio e l’asola, quindi legarlo.
• Fare la stessa cosa 2 cm all’esterno della rosetta, per mettere la cinghia a tracolla. Il cesto è finito!

Articolo tratto dal libro Fare cesti

Quante volte, guardando un cesto, siamo rimasti affascinati dagli intrecci che trasformano fragili rami di salice, olivo, ginestra e altre fibre vegetali in robusti e graziosi contenitori. Tra i primi manufatti realizzati dall’uomo, i cesti sono ancora oggi intrecciati con le stesse tecniche e gli stessi materiali del passato, disponibili e alla portata di tutti. Nel libro l’autore conduce il lettore, pagina dopo pagina, nell’affascinante e vitale mondo della cesteria.
Grazie anche alle splendide foto che corredano il volume, Andrea Magnolini vi prende per mano e, passo dopo passo, insegna a scegliere e trattare le fibre vegetali più comuni, a intrecciarle e legarle per realizzare le varie parti di cui si compone un cesto. Si scoprono così le differenze tra il gavan romagnolo e il crino marchigiano, tra il classico cesto laziale e quello trentino o di altre regioni. Intrecciare cesti è anche un modo per avvicinarsi in modo creativo alla natura: la prima parte del libro è infatti dedicata al riconoscimento e al reperimento dei materiali, in modo che ognuno possa conoscere i vari tipi di salice utili per l’intreccio o il periodo migliore per raccogliere le canne o i rami di vitalba.
Il volume si chiude fornendo gli indirizzi delle associazioni e dei cestai in Italia e dei principali eventi internazionali, a dimostrazione che questo sapere antico è ancora vivo e ricco di spunti anche per la nostra contemporaneità. Fotografie di Enrica Magnolini.

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