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Le api, la fisica quantistica e il sistema immunitario

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L’editoriale di Ottobre 2017.
È davvero incredibile la tendenza che abbiamo un po’ tutti alla separazione. Nonostante le intuizioni della fisica quantistica e le certezze prodotte dall’astrofisica sulla comune origine di tutte le forme di vita, nate da un pugno di energia e materia originatosi dal Big Bang ancestrale, continuiamo a separare e a sentirci separati da uomini e cose. Tanto da rimanere profondamente colpiti quando ci capita di scoprire la grande somiglianza tra i meccanismi biologici che regolano il nostro organismo e quelli di esseri così distanti da noi come le api.
È quello che mi è capitato leggendo La rivoluzione dell’alveare di Mauro Grasso.
Cosa c’entrano, vi chiederete, le api con la tendenza alla separazione? È presto detto. Oggi le api sono in grande difficoltà, soggette a morie solo in parte ascrivibili alla diffusione di parassiti di recente introduzione. Come illustrato nell’articolo a pag. 9, insieme all’inquinamento e all’azione nefasta di alcuni pesticidi, la causa dell’indebolimento delle api va ricercata anche nell’attuale metodo di conduzione degli alveari. Tanto è vero che a differenza delle api allevate, quelle selvatiche sembrano vivere più a lungo ed essere più resistenti alle malattie.
Questo perché l’organismo alveare, non disturbato dalle pratiche dell’apicoltura intensiva e dai trattamenti, riesce a sviluppare strategie di difesa più efficaci contro i parassiti.
In realtà, quello che accade alle api è comune anche a molti altri animali. Difficilmente un orso o un leone, relegati in un zoo, riescono ad avere degli eredi. Lo stesso accade anche alla maggior parte degli animali allevati. Una volta rinchiusi in grandi capannoni perdono la capacità di riprodursi e si ammalano frequentemente. Anche noi umani, concentrati nei grandi allevamenti urbani, quali sono le nostre città, abbiamo oggi una bassissimo tasso di fertilità; sottoposti a trattamenti farmacologici di ogni tipo, a un igienismo esasperato e a uno stile di vita insalubre, indeboliamo giorno dopo giorno il nostro sistema immunitario, diventando sempre più dipendenti dai farmaci.
Il noto epidemiologo Franco Berrino ricorda spesso come i primogeniti si ammalino più frequentemente di asma rispetto ai secondogeniti. Questo accade perché l’ansia igienista dei genitori per il primo figlio li porta a trasformare la propria casa in un ambiente quasi sterile, deprimendo il sistema immunitario del neonato.
Cose simili succedono perché la profilassi odierna è molto impregnata dall’idea di separatezza ed è tutta concentrata sulla «guerra» contro il nemico esterno. Un approccio arcaico e poco scientifico che non tiene conto della preziosa azione del microbiota, quella moltitudine di batteri, virus e funghi che popolano il nostro organismo svolgendo funzioni fondamentali.
Microrganismi che vengono decimati ogniqualvolta si spara nel mucchio per colpire i microbi nocivi.
Per avere api, ma soprattutto neonati e adulti sani è dunque importante nutrire una visione della salute in «positivo», che anziché puntare tutto sulla guerra al parassita di turno miri al rafforzamento dell’azione benefica del microbiota e al potenziamento del sistema immunitario.

Editoriale tratto dal mensile Terra Nuova Ottobre 2017

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Il viaggio appassionato di un giovane apicoltore alla ricerca di un nuovo rapporto con le api, sostenibile per tutti i soggetti, ecologico, a basso impatto ambientale e ispirato alla permapicoltura di Oscar Perone.

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