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A proposito di illegalità

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Nel mirino della Città metropolitana di Firenze c’è Mondeggi, la fattoria pubblica “senza padroni” custodita da tre anni da un gruppo di cittadini considerati illegali dall’istituzione. Ma siamo sicuri che siano i soli ad essere fuorilegge?
Che cosa succede quando un’istituzione, a cui sono stati affidati dei beni pubblici, non riesce nelle gestione e li abbandona? Che cosa succede quando un gruppo di cittadini occupa un bene pubblico e lo rende nuovamente fruibile? Come si determina la sottile linea tra la legalità e l’illegalità?
Alle minacce di sgombero e al tentativo di “fare terra bruciata” intorno al vivace popolo di “Mondeggi fattoria senza padroni” da parte della Città Metropolitana di Firenze – ente attualmente responsabile della proprietà, precedentemente affidata alla Provincia – il comitato di Mondeggi bene comune solleva in un comunicato stampa quattro semplici ipotesi secondo le quali l’illegalità “scorre nelle vene” della storia di Mondeggi, non riguarda solo la loro azione ma un passato di cui loro rappresentano solo il capitolo più recente. Si legge: “All’inizio dell’estate un’associazione amica, Il Melograno, è stata diffidata a collaborare con noi, così come al chiosco dei Giardini della Resistenza all’Antella (Fi). Come è evidente, siamo in presenza del tentativo di spezzare le solidarietà territoriali e le relazioni socio-culturali che consolidano e sviluppano il progetto. Non c’è da meravigliarsi: isolare le esperienze scomode e non conformi è una strategia adottata da tempo immemorabile da ogni potere. Quel che francamente comincia a diventare seccante è che si continui a voler far passare questi provvedimenti come inevitabili conseguenze di una nostra presunta illegalità. A tal proposito, chiariamo allora alcuni punti.”
Vi presentiamo qui una sintesi, rimandando al blog “Verso Mondeggi Bene Comune Fattoria Senza Padroni” – mondeggibenecomune.noblogs.org o la pagina Facebook per la versione integrale.
Primo. Vengono citati l’articolo 41 (riferito alla finalità sociale della proprietà) e l’articolo 118 (principio di sussidiarietà) la cui interpretazione pone gli amministratori pubblici in difetto, in quanto non assolvono il loro compito rispetto alla gestione di un bene pubblico: “Se la Provincia è stata inerte” si legge nel comunicato, “bene hanno fatto i cittadini, considerati come parte dell’intera Comunità, a prendersi cura della fattoria”.
Secondo. L’interrogativo che viene posto riguarda la gestione economica della fattoria, sollevando dubbi rispetto alla legalità delle azioni che hanno preceduto e seguito il fallimento dell’Azienda Agraria Mondeggi Srl di cui l’ex Provincia è socio unico.
Terzo. La probabilità di una gestione irregolare della proprietà di Mondeggi viene sostenuta da un indice relativo alla diffusione della corruzione mondiale nella categoria professionale dei politici: l’Italia, secondo una statistica di Transparency International 2016, www.transparency.it, su 176 paesi si è aggiudicata il 60esimo posto, terz’ultimo in Europa. Questo dato non consiste in una prova concreta ma sostiene il ragionevole dubbio rispetto ad una categoria che non di rado compie azioni non esenti da illegalità.
Quarto. “Se siamo così illegali” chiedono gli occupanti nel comunicato “com’è che si è fatto ugualmente ricorso a noi per garantire la messa in sicurezza dei luoghi rispetto alle normative anti-incendio in vigore nella stagione secca? […] Pare insomma che la nostra sia un’illegalità talvolta tollerabile se risponde alle convenienze della Città Metropolitana”.
La battaglia dei sostenitori di Mondeggi bene comune per l’affidamento della fattoria non finisce qui. Infatti l’ente Città metropolitana di Firenze si trova davanti ad un gruppo consapevole di cittadini che dimostrano determinazione, organizzazione e serietà nel sostenere la rinascita di Mondeggi attraverso un’opera collettiva, che richiama migliaia di persone ogni anno e le coinvolge nel recupero e ripristino di un bene pubblico ad alto livello di complessità. L’affidamento non sarebbe una sconfitta istituzionale, un cedimento verso l’illegalità, come molti credono. Potrebbe configurarsi invece come una collaborazione virtuosa tra istituzione e cittadinanza attiva, riportando allo splendore di un tempo uno dei luoghi più belli del territorio fiorentino.

NOTE

Costituzione italiana

Articolo 41

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Articolo 118

Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117, e disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali. Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.

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