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Nuovo attacco di una parte dei pediatri alle diete veg nei bambini

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Tre associazioni di pediatri firmano un documento che attesta come diete vegane e vegetariane non siano adatte per bambini e donne incinte, ma la Società italiana di pediatria funzionale e la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana condannano la presa di posizione: «Non tengono conto di recenti documenti di società scientifiche prestigiose».
Ad attirarsi critiche e dure e documentate contestazioni è stato il documento sottoscritto da Sipps (Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), Fimp (Federazione italiana dei medici pediatri) e Simp (Società italiana di medicina perinatale). In quel documento si asserisce che l’alimentazione vegana e vegetariana non è adatta ai bambini e alle donne incinte. A criticare subito e fermamente il documento è la Sipef (Società italiana di pediatria funzionale), che è intervenuta con una nota.

«Le letteratura scientifica riportata dalla Sipps – spiega il dottor Leonardo Pinelli di Sipef – non tiene conto di recenti posizioni di prestigiose società scientifiche internazionali sullo stesso argomento, che considerano adeguate le diete vegane e vegetariane se ben pianificate da esperti in questo tipo di nutrizione. Nel documento Sipps, Fimp e Simp si evidenziano studi datati nei quali si riportano lavori svolti negli anni ’90, su bambini che seguivano una dieta macrobiotica o comunque adeguata a soggetti adulti. La dieta mediterranea di oggi non ha niente a che vedere con quella originale, che prevedeva alimenti animali come condimento alla domenica e alla festa. Oggi essa contiene un’esagerata quantità di alimenti animali e quindi risulta molto vicina alla famigerata dieta occidentale (western diet), causa di infiammazione cronica e di molte malattie cronico-degenerative recentemente comparse anche in età pediatrica. Al contrario – prosegue Pinelli – le diete a base vegetale per i bambini sono oggi considerata fisiologiche; necessitano di integratori come la vitamina B12, carente anche negli alimenti animali da allevamento intensivo, perché trattati con antibiotici, e come la vitamina D che viene integrata oggi anche nei bambini onnivori. Auspichiamo una collaborazione con le società scientifiche pediatriche piuttosto che la pubblicazione di allarmanti documenti, ben lontani come contenuti dalla realtà. Sipef segue quotidianamente bambini svezzati senza prodotti di origine animale».

Si legge poi nella nota diffusa dalla Sipef (che riportiamo integralmete):
« a)  Il documento SIPPS, pur corredato da un’ampia letteratura scientifica, non riporta le recenti posizioni della Academy of Nutrition and Dietetics (2016) e Canadian Pediatric Society (2010), nonché della British Dietetic Association (agosto 2017) che valutano le diete vegetariane e anche vegane, se ben pianificate, adeguate in tutte le fasi della vita: gravidanza, allattamento, svezzamento, età scolare ed adulta, adolescenza e senescenza e atleti. 

b)  La pianificazione è importante perché elimina gli errori del “fai da te” in relazione alla correzione di alcuni nutrienti chiave, come la vitamina B12 e D, per la quale i professionisti SIPEF prescrivono un’integrazione dalla gravidanza in poi. La vitamina D viene peraltro integrata anche nei lattanti non vegan. 

c)  È da notare inoltre che i prodotti animali provenienti da allevamento intensivo, a causa della somministrazione continua di antibiotici, hanno bassi livelli di B12, che dovrebbe quindi essere comunque assunta con integrazioni continue. Non si vedono quindi differenze su questo tema fra onnivori e vegetariani-vegani. I prodotti animali contengono inoltre preoccupanti quantità di interferenti endocrini e fitofarmaci che ricevono dai mangimi, concentrandoli nelle proprie carni/latte. 

d)  I bambini italiani sono i primi in Europa per eccesso ponderale, che è causa di infiammazione continua e quindi di tutte le malattie croniche ad essa correlate. 

e)  I bambini italiani oggi presentano molte delle malattie (demenza senile a parte) in passato appannaggio dell’adulto. 

f)  Già nel 1988, la British Pediatric Association, in considerazione delle crescenti scelte di svezzamento vegetariane, incluse quelle vegan, da parte dei genitori, prendeva posizione istruendo i professionisti al fine di evitare il fai da te delle famiglie. In età pediatrica, il professionista implementa le adeguate strategie che tengano conto delle differenti esigenze fisiologiche e nutrizionali rispetto all’adulto e di biodisponibilità dei nutrienti nella dieta a base vegetale, al fine di garantire il corretto apporto di nutrienti e promuovere una sana crescita, ben sapendo che la dieta vegan di un adulto non è adeguata per il lattante. Per questo SIPEF parla di svezzamento fisiologico, seppure non preveda fonti animali nella dieta. Tali accortezze nutrizionali sono dovute anche al fatto che siamo abituati allo svezzamento onnivoro quindi tendiamo a traslare certe abitudini anche nello svezzamento vegan, nel quale sono errate e determinano squilibri nutrizionali. I bambini che assumono una alimentazione fisiologica a base vegetale, ben pianificata, crescono normalmente, mostrando livelli di lunghezza e peso simili a quelli degli onnivori. Mostrano uno stato di salute ottimale, dovuto alla dieta seguita e alle sue influenze sulla popolazione batterica intestinale (microbiota) che programma nei primi 1000 giorni di vita le difese immunitarie. 

g)  La dieta mediterranea (oggi definita “nuova dieta mediterranea”), citata nel documento Sipps, è radicalmente diversa da quella originaria, nella quale i cibi animali comparivano una volta alla settimana e/o alle festività, ora invece presenti più volte al giorno come carne, latticini, salumi, pesce, quindi ben lontana dalle raccomandazioni dei LARN 2014. Non esistono alimenti indispensabili (carne, pesce, latte, uova), avendo ogni cultura abitudini alimentari differenti, è bensì indispensabile assumere dalla dieta i nutrienti essenziali. Occorre che il professionista, anziché sconsigliare i pazienti sulla tipologia di dieta scelta, sappia proporre una dieta che contenga i nutrienti essenziali, in assenza dei quali, deve inserire delle integrazioni adeguate. 

h)  La Sipef e la Sonve (Società Scientifica Nutrizione Vegetale) operano per colmare le lacune in ambito di nutrizione a base vegetale e trasmettere ai professionisti della salute le basi necessarie per supportare le famiglie che decidono per i loro figli una dieta fisiologica basata su alimenti vegetali. Resta chiaro che un professionista non preparato in svezzamento fisiologico può erroneamente ritenere che non sia adeguato alla crescita salutare. Ma tali affermazioni sono da dimostrare, dato che la non conoscenza di una dieta da parte di un professionista non equivale alla non adeguatezza della stessa, potendo a tutt’oggi trovare un sostegno scientifico negativo soltanto gli approcci vegan non ben pianificati, quindi non fisiologici. 

i)  Sipef auspica una collaborazione con le Società Scientifiche Pediatriche, piuttosto che la pubblicazione di allarmanti comunicati stampa, ben lontani come contenuti alla realtà a cui SIPEF assiste quotidianamente seguendo anche bambini svezzati senza prodotti di origine animale». 

Molto critica nei confronti del documento di Sipps, Fimp e Simp è anche la Società scientifica di nutrizione vegetariana (Ssnv) che commenta: «Il documento Sipps assume una posizione negativa basandosi su una preoccupante mancanza di conoscenza dell’argomento e mettendo a rischio la salute delle famiglie vegetariane, che potrebbero cercare informazioni presso fonti non qualificate, se vedessero la loro scelta rifiutata dai professionisti della nutrizione. Il documento SIPPS non è congruente con le posizioni ufficiali espresse, da decenni, da importanti associazioni scientifiche e nega l’evidenza di migliaia di bambini vegetariani, nati da madri vegetariane (tra cui molti vegani) in ottima salute».
«L’errore di fondo del documento SIPPS – continua la SSSNV che conta un comitato scientifico composto da un comitato scientifico presieduto dalla professoressa Luciana Baroni  e composto da una rete di circa 1000 professionisti in materie biomediche su tutto il territorio italiano  – dunque, è che, anziché selezionare e valutare gli effetti di una dieta vegetariana standard, esso analizza diete che, pur se definite “vegetariane”, nei fatti non corrispondono assolutamente a diete vegetariane standard ottimali. Importanti associazioni scientifiche segnalano da decenni i benefici e la salubrità delle diete vegetariane, mentre il Position Paper della SIPPS conduce a conclusioni del tutto non congruenti con la letteratura scientifica in materia».
La Fimp era già stata attaccata duramente dall’Associazione Culturale Pediatri per avere condiviso i contenuti della campagna promozionale dell’industria alimentare ( QUI l’articolo).
Bibliografia utile:
Position of the Academy of Nutrition and Dietetics: Vegetarian Diets. Melina et al. J Acad Nutr Diet 2016.
Vegetarian diets in children and adolescents. M Amit; Canadian Paediatric Society et al. Paediatr Child Health 2010.
Vegetarian weaning Nutrition Standing Committee of the British Paediatric Association. Archives of Disease in Childhood, 1988.

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