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“Pedalata longa” per i diritti umani

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Partirà in bicicletta il 9 settembre alle 11 da Piazza Visconti a Rho per arrivare a Strasburgo un mese e mezzo dopo Vittorio Barnabotti, presidente del Comitato dei Diritti Umani di Milano per chiedere alle più alte cariche istituzionali di mettere al centro  dell’agenda politica il rispetto dei diritti umani e di diffondere nelle scuole una vera e propria cultura su questo tema.
“Il percorso si svilupperà in 38 tappe e l’obiettivo è sensibilizzare le persone che incontrerò lungo questa avventura ai valori del rispetto e del dialogo. Dalle associazioni, ai cittadini, ai sindaci ai bambini e ragazzi, il mio desiderio è che questa esperienza abbia il senso profondo di diffondere il principio del rispetto per tutti gli individui  e di condanna a fenomeni sempre più diffusi nelle società in cui viviamo come i femminicidi, gli episodi di bullismo e di razzismo che stanno abbruttendo le nostre comunità”. E’ con queste parole che Vittorio Barnabotti spiega la sua avventura che tra pochi giorni lo porterà ad intraprendere in solitaria ben 2.200 km in bicicletta attraversando la Lombardia, il Piemonte e la Liguria per poi raggiungere diverse città francesi fino all’approdo a Strasburgo, in Alsazia, la meta finale dove Vittorio punta ad arrivare con un numero cospicuo di firme per porre all’attenzione di una delegazione italiana di parlamentari europei l’appello per inserire l’insegnamento dei Diritti umani nelle scuole.

“L’idea è nata nel 2015 quando ho percorso in bicicletta un lungo percorso da Milano a Roma che mi ha fatto incontrare persone speciali e attente e sensibili quanto me ai temi dei diritti umani. I giovani sono quelli che mi hanno dato più soddisfazione: i ragazzi di una scuola media di Bibbona, in Toscana, mi hanno accolto a braccia aperte dimostrando grande interesse per le questioni per le quali mi spendo da anni come la solidarietà, il rispetto e la diffusione di una cultura di inclusione e partecipazione attiva. Sono incontri che mi hanno dato non solo speranza ma anche una grande spinta a continuare e a mettere poi in cantiere questa iniziativa”.Vittorio Barnabotti, vulcanico 65enne pieno di entusiasmo, e’ pronto a partire in solitaria per la Pedalata Longa con la sua bicicletta, un cellulare gps e un gruppo di sostenitori che lo seguirà a distanza attendendo gli aggiornamenti e le foto che condividerà sulla pagina Facebook .”Ho deciso di partire da solo senza alcun tipo di supporto nonostante non sia più un ragazzino e sia anche cardiopatico. All’inizio ho provato a proporre il mio progetto ad alcune realtà sia politiche che associazionistiche ma poi ho preferito gestirmi in autonomia. Ci sono associazioni e gruppi che mi sostengono lungo il percorso come l’Ong Medici senza frontiere che sta organizzando un mio incontro con gli immigrati di Ventimiglia. Lungo le tappe sarò accolto da organizzazioni, gruppi di amici e persone sensibili a questi temi, ma la pedalata la farò in solitaria per scelta”. Anche le spese di viaggio sono tutte autofinanziate: “Ho preventivato un costo di circa 4500 euro anche se nelle varie soste conto di essere ospitato.”La solidarietà, carburante di questa pedalata, in parte sì è già dimostrata: “La bicicletta con cui partirò mi è stata regalata da dei ragazzi del Burkina Faso che ho conosciuto tramite l’associazione Migranti di Rho. Pochi giorni fa mi hanno fatto la sorpresa e mi hanno consegnato questa bici ultraleggera in titanio e carbonio con cui sto proseguendo il mio allenamento prima della partenza per Strasburgo.”Istillare nelle nuove generazioni una vera e propria cultura della non violenza e’ per Vittorio la chiave di volta per società future più umane e inclusive. “Bisogna spendersi e mettersi in gioco per ciò in cui si crede, io ho sempre pensato che dare spazio al dialogo, al confronto, al dibattito e proporre nelle scuole tra i bambini una vera e propria cultura della non violenza possa prevenire fenomeni drammatici che si manifestano sempre più di frequente nelle nostre città. I femminicidi sono in costante aumento, come dimostrano tristemente i tragici fatti di questi giorni, il bullismo si manifesta sempre più tra i giovanissimi per non parlare poi dello sfruttamento minorile che come riportato da una report di Save the children del 2016 coinvolge 1,2 milioni di bambini. Cambiare rotta si può, io faccio la mia parte con questa pedalata sperando di raccogliere tante firme e di riportare il tema dei diritti umani al centro dei dibattiti ma soprattutto delle azioni di ciascuno di noi”. QUI per seguire le tappe di Vittorio nella Pedalata Longa

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