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Caliamo nel quotidiano l’economia del bene comune

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Immaginiamo un’economia che non abbia come primo obiettivo quello della crescita e del profitto ma, piuttosto, lo sviluppo umano basato su valori e parametri che tengano conto del benessere, della felicità delle persone, dell’uguaglianza, dell’inclusione, della solidarietà. Come? Vediamolo.
Promuovendo fiducia e condivisione, attenzione alle relazioni, cooperazione al posto della concorrenza, il bene di tutti invece del profitto personale, della scorrettezza e dell’avidità: ecco come. Si tratta dell’evoluzione dell’economia in una direzione nuova e non violenta non solo tra esseri umani ma anche con l’ambiente che non è più guardato come una risorsa da sfruttare senza regole e senza limiti. Si chiama Economia del Bene Comune ed è ormai un movimento che coinvolge migliaia di persone in 26 paesi. In Italia e nel Sudtirolo oltre 100 tra aziende e organizzazioni hanno deciso di sostenerla insieme a famiglie, individui, comuni e scuole che si ispirano ai suoi principi inserendo nei loro programmi attività e progetti mirati all’interesse e al bene della comunità. Al centro dell’Economia del Bene Comune non ci sono gli oggetti ma l’uomo che si muove verso una società più giusta e solidale all’interno dell’ambiente che lo ospita.
Ne parliamo con Bernhard Oberrauch, co-fondatore del movimento per l’Economia del Bene Comune in Italia, Consulente EBC-ed Auditor certificato, coordinatore Tavolo Municipi e Presidente Federazione EBC in Italia
Che cos’è l’Economia del Bene Comune?
E’ un movimento che cerca di prendersi la responsabilità sociale ed ecologica e di non passarla più alle future generazioni. E’ nata in Austria da un’idea di un gruppo di imprenditori che non volevano più essere il problema ma una parte della soluzione. Hanno sviluppato lo strumento del bilancio del bene comune che misura quanto un’azienda contribuisce al bene comune. Sappiamo tutti che il Pil non è uno strumento adatto per misurarlo. Facciamo un esempio: quando abbiamo un incidente il Pil cresce ma il nostro benessere non cresce. E’ necessario un altro strumento. Il bilancio del bene comune pone all’azienda domande molto concrete e chiede all’imprenditore di rispondere. Alle risposte si attribuisce un punteggio partendo dal punteggio zero. Chi si comporta in modo illegale o illegittimo riceve un punteggio negativo e chi si comporta secondo i principi del bene comune riceve un punteggio positivo.
Quando è nato il movimento?
E’ nato 6 anni fa in Austria. Non ne fanno parte solo imprenditori ma anche giornalisti, consulenti ed altri.
Come è venuto a contatto col movimento austriaco?
Ho letto un articolo del giornalista Christian Felber e cinque anni fa ho iniziato. I principi del movimento rispecchiavano il mio pensiero e i miei studi precedenti. Il tema dell’economia del bene comune era per me molto importante. Così con un gruppo locale abbiamo fondato la federazione italiana. Siamo circa  70 e il nostro progetto è basato sulla collaborazione.
Esiste una quota di partecipazione?
C’è una quota annuale di 25 euro e per le aziende che si associano la quota varia secondo il numero dei collaboratori in modo che le aziende più forti possano contribuire di più (vedi anche http://www.economia-del-bene-comune.it/it/Collabora_con_EBC/sostienici ).
Che cosa muove un’azienda che chiede di far parte del movimento e  voi cosa date in cambio?
L’azienda vuole dare il suo contributo per migliorare il mondo. Il movimento ha bisogno anche di risorse finanziarie e non solo umane. Noi forniamo manuali che sono scarcabili gratuitamente. Per il bilancio delle aziende, per i comuni, per le famiglie e per le scuole. Il bilancio viene compilato secondo voci precise come per esempio il rispetto per la dignità umana e il rispetto per l’ambiente. I manuali si possono scaricare dal sito www.febc.eu .
Chi esegue i controlli presso le aziende per dare il punteggio?
Ci sono tre modi: il primo è che l’azienda stessa si autovaluta descrivendo ciò che ha fatto e attribuisce un punteggio a ciò che descrive secondo le istruzioni del manuale. Il secondo modo è la valutazione di gruppo. Organizziamo workshop in cui ci si valuta a vicenda. E’ una forma di controllo maggiore. Il terzo modo è quello da parte di un audit esterno fatto da parte di persone formate dal movimento. Abbiamo sviluppato il sistema audit e lo stiamo migliorando strada facendo. Poi i bilanci sia valutati di gruppo che sottoposti ad audit esterno vengono pubblicati.
Puoi spiegarci esattamente come funziona lo strumento del bilancio?
Le voci vengono definite dalla matrice, della quale per tutti i portatori d’interesse vengono assegnati  i valori seguenti: dignità dell’essere umano, solidarietà e giustizia, ecosostenibilità, cogestione democratica e trasparenza. I portatori d’interesse sono: A) Fornitori, B) Finanziatori e proprietari, gestione etica delle finanze, C)  Dipendenti e titolari, D) Clienti/ prodotti/ servizi/ aziende partner, E) Contesto nella società: territorio, popolazione, generazioni future, società civile, concittadini e natura.
Al momento quante aziende hanno contattato il movimento? E quante scuole?
A livello mondiale sono circa 400 aziende che hanno redatto il bilancio del bene comune, ed alune migliaia che hanno dichiarato di sostenere l’idea. Abbiamo richieste da tutta Italia. Siamo partiti dal Sud Tirolo ma la nostra idea era di far crescer il movimento a livello nazionale. Le aziende di lingua italiana con bilancio del bene comune, però, fin adesso non sono ancora molte, ma siamo all’inizio, e ci saranno molto di più nel futuro perchè già adesso sono partiti i primi incentivi.
E’ più facile mettere in pratica l’economia del bene comune in alcune zone rispetto ad altre?
E’ possibile attuare le pratiche del bene comune in qualunque aerea del nostro paese. Conta la propria volontà e disponibilità. Noi formiamo le condizioni, e le condizioni formano noi. E’ utile essere in gruppo e non da soli. Se si è soli si fa molta fatica ma se più persone cercano di migliorare qualcosa tutto diventa più facile. E’ molto importante avere piccoli successi magari cominciando dal proprio quartiere. Dappertutto ci sono persone impegnate e intelligenti. Non dipende da dove si è ma dal fare poche chiacchiere e impegnarsi personalmente.
Che ruolo ha la scuola nella diffusione dei valori dell’Economia del Bene Comune? Quanta energia impegnate nell’educazione?
Aziende, scuole, famiglia, individui sono connessi. La scuola può contribuire in modo significativo con tutte le persone che ne fanno parte: i clienti e cioè gli studenti, gli insegnanti e il personale tecnico e di pulizia. Con le scuole il rapporto è particolare. Nelle scuole ci sono persone che ci sono ma non vorrebbero esserci. Ci sono servizi che vengono offerti ma non c’è sempre riscontro sulla qualità. Se i servizi non sono graditi i clienti (gli studenti) non vanno via ma soprattutto nella scuola dell’obbligo restano comunque. Questi aspetti vanno prima considerati con attenzione e con il bilancio del bene comune si fa una fotografia dello stato attuale e si considera come cambiare la situazione. Di solito faccio un incontro con studenti e insegnanti per spiegare che l’Economia del Bene Comune può essere una soluzione al loro disagio. Scopro spesso che gli studenti hanno idee chiare su come contribuire al bene comune sia a scuola che a casa. Alcuni comportamenti virtuosi e sostenibili non erano permessi a scuola per via di regole imposte.
Si tratta di scuole di che grado?
Scuole superiori.
Come fare per rendere le scuole più ricettive e luoghi in cui il bene comune possa essere praticato?
Cerchiamo di lavorare sulla relazione tra i componenti facendo anche workshop per insegnanti per dar loro lo strumento del bilancio del bene comune.
Cosa impedisce all’istituzione scuola di cambiare direzione?
La scuola è diventata una struttura molto statica. Forse hanno anche un po’ paura quando hanno a che fare col bilancio da compilare. Praticare l’Economia del Bene Comune sembra di mettere a rischio molte sicurezze acquisite, però alla fine da delle sicurezze aggiuntive attraverso rapporti umani migliori.
E’ proponibile questo modello anche nelle scuole materne ed elementari?
Secondo me assolutamente sì. Sarebbe importante nelle scuole di ogni ordine e grado. Anche i bambini piccoli sono da prendere in considerazione come clienti anche se il linguaggio con loro deve essere diverso.
Ci sono scuole di lingua italiana che si sono avvicinate al movimento?
Al momento no ma speriamo per il futuro. In diverse regioni d’Italia abbiamo avviato dei progetti nelle scuole che devono ancora partire.
Aspettate che le scuole vi contattino o il movimento si occupa di raggiungerle?
Le nostre risorse sono limitate al momento e non sempre ci è possibile avere le risorse per contattare le scuole ma alcune di queste contattiamo noi ed altre ci contattano.
Quali requisiti deve avere una scuola per migliorarsi e secondo quali parametri deve muoversi?
L’obiettivo deve essere iniziare un percorso verso la sostenibilità,  il bilancio è un ottimo strumento per avere una base di discussione anche per progetti futuri.
Tra i parametri c’è anche la relazione tra insegnanti e alunni? Il rapporto umano e il metodo utilizzato?
Si, il rapporto tra gli alunni, i “clienti”, e le insegnanti, i “collaboratori” nella scuola è fondamentale e viene guardato sopratutto nel tema D1, l’incrocio tra “clienti”= alunni ed il valore “Dignità dell’essere umano”
Il progetto è possibile anche per una singola classe?
Sì, se un insegnante è interessato, è possibile partecipare anche con una singola classe.
In che relazione è l’economia del bene comune con la felicità?
La felicità è il primo obiettivo dell’economia del bene comune. I valori umani devono essere fondamentali anche nella vita professionale e non solo privata. La felicità non è possibile in un ambiente distrutto.
Perché c’è questo disinteresse e resistenza nei confronti del bene comune?
Ci sono condizioni che ci obbligano a comportarci come forse non vogliamo. L’economia del bene comune non è niente di nuovo. Abbiamo solo provato a inquadrare la cosa in modo olistico e a sviluppare lo strumento del bilancio del bene comune. L’obiettivo dell’economia del bene comune è proprio cambiare le condizioni: premiare i comportamenti virtuosi e punire quelli che vanno in direzione contraria.
Dove rivolgersi per iniziare il percorso?
Gli interessati si possono rivolgere a tutti i consulenti del bene comune della loro zona (vedi il sito), o anche  attraverso il modulo di contatto nel sito http://www.economia-del-bene-comune.it/it/Collabora_con_EBC/sostienici .
 

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