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Co-creare la felicità: la risposta degli ecovillaggi europei

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Si è appena conclusa la XXI edizione della conferenza del GEN Europa, presso la comunità di Ӓngsbacka, Svezia. Un grande ricchezza di contenuti e una felice sorpresa per l’Italia.
Circa 600 persone provenienti da tutta Europa, appartenenti ad ecovillaggi e non, confrontano le proprie esperienze, giocano, apprendono nuovi metodi di relazione con se stessi e gli altri, scoprono soluzioni tecniche semplici per vivere l’ecologia nel quotidiano.
La conferenza annuale del GEN Europa è un’occasione di incontro e di condivisione, una dimensione in cui l’abbondanza regna: di idee, di riflessioni, di emozioni e apprendimento.
Nonostante la lingua ufficiale sia l’inglese, ognuno tira fuori tutte le sue conoscenze linguistiche per entrare in contatto con persone provenienti da paesi diversi e anche quando la conoscenza del vocabolario non è sufficiente, la comunicazione non verbale oltrepassa qualsiasi muro. Sembra una Babele all’incontrario, in cui tutti, in un modo o nell’altro, si capiscono.
Quello che rende veloce la connessione in un gruppo così vasto e variegato è ciò che li accomuna: il desiderio di trovare un’alternativa culturale e di vita, il bisogno di perseguire la felicità, la necessità di garantire una sopravvivenza alle prossime generazioni e vivere un rapporto diretto con la natura.
Non a caso, il titolo della conferenza è “Felicità Consapevole: Vivere il Futuro Oggi – Solidarietà, Resilienza e Speranza”.

“Ogni persona, dentro di sé, ha il desiderio di essere felice” spiega Macaco Tamerice, della comunità di Damanhur (TO) ed ex presidente del GEN Europa, durante un suo intervento “Questo è molto importante perché ci accomuna. Ma non si può essere felici se si è da soli. Spesso mi hanno chiesto: perché vivere negli ecovillaggi? Perché in una comunità ecologica trovi il terreno fertile per imparare a vivere in armonia con gli altri esseri umani e la natura. A molti non piace la direzione in cui sta andando la nostra società, così si mettono insieme a co-creare una diversa realtà. In più, condividere questo percorso con altri ti permette di “guardarti” da tutte le parti, perché gli altri ti fanno da specchio. Così puoi crescere, esplorarti, scoprire le tue capacità. Il disegno di una microsocietà che emerge dal mondo degli ecovillaggi è predisposta per lasciare lo spazio per sviluppare i propri talenti. Quindi maturare relazioni serene e dedicarsi ai propri talenti è una vita che realizza e ti conduce alla felicità”.
   
Per la presentazione di ecovillaggi e progetti, quest’anno l’organizzazione ha proposto una nuova modalità. Ad ogni comunità è stato dato uno spazio nel prato che ospitava l’attività. Così i visitatori hanno potuto girellare da un progetto all’altro come se stessero viaggiando per l’Europa. In un pomeriggio si sono confrontati con realtà diverse e hanno potuto raccogliere numerosi contatti ed informazioni, oltre a verificare a colpo d’occhio quanto sia vivo il movimento nel nostro continente.

Girellando per l’ecovillaggio di Ӓngsbacka, si nota subito alcune particolarità della conferenza che seppur seria, è ricca di piccole accortezze che migliorano “il clima” tra le persone e incentivano la collaborazione. C’è un angolo dell’ascolto empatico, dei tavoli tematici nell’area pasti dove è possibile mangiare con persone che hanno il tuo stesso interesse. Poco più in là, l’area “networking” dove tutti sono invitati a lasciare contatti e scambiare idee. Qualche altro passo e puoi visitare la seconda edizione dell’ E.S.T.Expo – Ecovillage Sustainable Technology Exposition, una mostra di soluzioni tecnologiche adottate dagli ecovillaggi. Non mancano certo i laboratori esperienziali, oltre sessanta, relativi ai temi che toccano gli aspetti della vita comunitaria e di attivismo ecologico.

La guerra e i rifugiati: due temi estremamente attuali ed importanti, strettamente connessi col tema della felicità, sono stati affrontati durante l’assemblea plenaria di lunedì 17 luglio. Così Macaco Tamerice, sintetizza con parole semplici la posizione del GEN su temi così scottanti. “Non possiamo essere felici se in altri luoghi le persone soffrono o stanno male. Nella visione olistica del mondo siamo un tutt’uno, per questo molti ecovillaggi ed il GEN stesso, sono promotori di progetti a finalità sociali ed ambientali. Sono coinvolti in azioni locali e quando agiscono fuori dalla propria nazione, collaborano con le popolazioni autoctone affinché ogni comunità possa sviluppare e radicare la propria risposta resiliente al cambiamento Gli ecovillaggi non sono isole felici ma laboratori di sperimentazione dove è possibile creare e dimostrare che si può vivere in pace, insieme, nella bellezza.”
Anche quest’anno la RIVE – rete italiana villaggi ecologici, è stata rappresentata da un vivace gruppo di rappresentanti, di cui almeno la metà, sono coinvolti annualmente nelle attività del GEN Europa. Tra loro anche alcuni membri dell’organizzazione della conferenza. Ogni anno al GEN viene presentato e scelto l’ecovillaggio che ospiterà la conferenza tra due anni: la scelta per il GEN 2019 è ricaduta su La Comune di Bagnaia, in Italia. La comunità ha appreso la notizia con gioia e senza dubbio la RIVE è pronta per dare il suo supporto. Finito il raduno della rete italiana che avrà inizio questo 27 luglio ad Habitat (Gambassi terme) inizieranno i preparativi per quella che si auspica, sarà un’indimenticabile accoglienza.
Guarda la galleria fotografica della conferenza, in fondo all’articolo!
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Sono sempre più numerosi giovani e meno giovani che decidono di andare a vivere in un cohousing o in un ecovillaggio, una scelta dettata non solo da motivi economici (vivere insieme costa decisamente meno), ma anche dal crescente bisogno di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà. Il panorama delle esperienze comunitarie, in Italia e all’estero, è assai ricco e variegato. Sempre più spesso si riconosce il valore sociale oltre che ambientale del vivere insieme, tanto che anche in Italia sono in crescita le amministrazioni locali che promuovono bandi per l’assegnazione di terreni o edifici destinati al cosiddetto housing sociale; è successo in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e altrove. L’autrice racconta la storia e soprattutto il presente di ecovillaggi e cohousing già attivi in Italia, dei numerosi progetti in via di realizzazione e aperti a nuove adesioni, e delle esperienze internazionali più significative. Quella che emerge è una mappa completa e variegata, utile per chi vuole approfondire una tematica ancora poco conosciuta oppure per chi ha già avviato una riflessione e un percorso, e che nel libro può trovare suggestioni, stimoli e contatti per proseguire il proprio cammino.
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