Sono in quattro e hanno avuto un’idea che li ha portati in Perù e che li condurrà a dare seguito a un viaggio grazie al quale stanno scoprendo le energie curative della Natura. Ne nasceranno un video-documentario e uno spettacolo di teatro rituale. Vediamo chi sono.
L’idea è venuta a Stefano Croci, regista a co-fondatore di Caucaso Factory; Yuri Dini, artista, musicista e danzatore Butoh; Alessandra Alifano, laureanda in medicina a Bologna; Elena Iori, psicologa e psicoterapeuta. Sono partiti il 2 giugno 2017 alla volta del Perù e una prima parte del viaggio si è conclusa intorno al 7 luglio. L’obiettivo? La ricerca di uomini e donne depositari di antiche tradizioni di cura e riconnessione con le energie della Natura, attraversando alcuni dei luoghi sacri del Perù e chiamando il loro progetto “Il dono di Wiracocha: viaggio alle radici della cura”.
Dini rimarrà in Perù fino al 19 luglio per rielaborare e tradurre l’esperienza che diventerà spettacolo in occasione della seconda edizione di Cell Melodies prevista per il gennaio 2018 al teatro San Leonardo di Bologna. Il resto del team è tornato in questi giorni. A supportare i quattro iniziatori del progetto, ci sono anche
Laura Costa (mantica dell’acqua),
Daniele Gullà (consulente tecnico – hyperspectral imaging),
Carlo Ventura (biologo molecolare, cardiologo ed esperto in medicina vibrazionale),
Julia Von Stietencron (stilista ed artista tessile),
Tomas Rigoni (comunicazione).
Il team sta raccogliendo fondi per la realizzazione del film documentario, per lo spettacolo di teatro rituale e per l’elaborazione dei dati raccolti con la tecnica dell’hyperspectral imaging.
«Abbiamo portato con noi alcuni strumenti di base del nostro lavoro, a cavallo fra arte e scienza; ci adoperiamo nel quotidiano affinché i nostri cuori siano aperti al nuovo, registrando canti, racconti, esperienze che penetrano sotto pelle e stimolano la creazione di tecniche e saperi. Tutto ciò sarà poi tradotto in pratiche e conoscenze da condividere al ritorno nei nostri luoghi d’origine» dicono i quattro ideatori.
«Il fine è quello di creare una serie di opere d’arte fruibili da quanti sentano come noi l’urgenza di un cambiamento e l’anelito verso una vita maggiormente connessa alle forze che magicamente orchestrano le nostre vite e la Natura che ci ospita e della quale siamo emanazione. In questo processo ci stiamo affidando ad una serie di tecniche che supportano la ricerca. La prima si chiama hyperspectral imaging, dispositivo che permette di processare le immagini video mostrando i mutamenti nei pattern vibrazionali delle cellule degli oggetti catturati dalle immagini. Su queste basi abbiamo collezionato una serie di video di cerimonie che prevedono l’utilizzo di alcune Piante Maestro, cercando di cogliere nei curanderos e nei partecipanti i mutamenti occorsi nell’emissione di luce delle cellule dei corpi delle persone in questione. I dati saranno analizzati al nostro ritorno offrendo come risultato uno spettro che ci aiuterà a comprendere quali processi biologici avvengono in queste cerimonie di cura».
«Con l’ausilio di tali dati – proseguono i quattro ragazzi – creeremo uno spettacolo di Teatro Rituale che debutterà a gennaio 2018 nella seconda edizione di Cell Melodies al
Teatro di San Leonardo a Bologna. Il tentativo è quello di creare un dispositivo culturale che promuova, attraverso il solo ausilio dell’arte, un analogo processo di auto-guarigione negli spettatori e negli attori coinvolti. Oltre allo spettacolo presenteremo un estratto del video documentario, un album musicale ed un opera letteraria che oltre ai diari di viaggio racconterà la lenta gestazione del progetto, le pratiche ed i riferimenti culturali che lo strutturano. Un’altra tecnica che ci accompagna l’abbiamo chiamata Mantica dell’Acqua. Con il supporto di Laura Costa che quotidianamente monitora da Bologna una serie di campioni di acqua informata. Altri campioni di acqua partecipano fisicamente al nostro viaggio e saranno analizzati al ritorno nel laboratorio del prof. Carlo Ventura, con il prezioso supporto di Daniele Gullà. Le memorie che queste acque custodiscono, unite ai risultati dell’
hyperspectral imaging, forniranno il materiale per un articolo che contribuirà a nutrire le avanguardie di una scienza che rinnova le proprie modalità di ricerca per indagare fenomeni difficilmente inquadrabili nelle modalità in uso nei laboratori di ricerca classici».
«Durante il viaggio, oltre all’immersione amazzonica nelle citate cerimonie notturne, ci siamo avventurati in un’altra parte del Perù: le alture che circondano l’antica capitale Inca – racconta ancora il team – Cusco ed il Valle Sagrado hanno offerto una preziosa cornice al nostro incontro con la figura che ha dato nome al progetto. Wiracocha, grande divinità solare apportatrice di forza e conoscenza, ci ha dischiuso all’infinita sapienza dei popoli andini, alla loro cosmovisione che affonda le radici in un passato che la storiografia accademica deve ancora comprendere. La loro semplice triade costituita da foglie di coca, chicha e pane andino è tutt’ora parte integrante dei valori quotidiani che la cultura degli invasori non è riuscita a distruggere. Dall’Urubamba all’Ucayali, dagli Apu, grandi spiriti delle montagne agli Icaro, canti che invocano le anime del mondo vegetale, un’incredibile presenza attraversa questa terra antica, i cui messaggi le donne con pazienza infinita continuano ad iscrivere nei loro tessuti, vere e proprie mappe di una visione del mondo e dei simboli che ci guidano nel cammino. Vedere, respirare il quotidiano con queste persone, condividere i loro pellegrinaggi e preghiere, fumare tabacco, masticare coca, parlare con gli spiriti dei luoghi e delle piante, chiedere loro il permesso prima di compiere gesto alcuno. Anche questo è stato e continua ad essere un insegnamento dal valore inestimabile che nessuna scienza, se non la vita di ciascuno di noi, può provare ed accogliere nel silenzio del proprio cuore».
Il dono di Wiracocha è un progetto promosso da
VID art|science, gruppo multidisciplinare con sede a Bologna che promuove la creazione di una terza via che coniughi arte e scienza con il fine comune della cura.
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