Al raduno della RIVE – rete italiana villaggi ecologici – il cibo viene preparato in loco dai volontari dell’associazione e i pasti sono collettivi. È sempre stata posta grande attenzione e cura all’alimentazione sia perché i pasti sono un momento delicato a livello emotivo, sia perché i soci hanno sempre richiesto qualità e coerenza alla scelta ecologica. Per semplicità, si può riassumere il sentire dei soci con la frase “siamo quello che mangiamo”. Sono desiderati alimenti coltivati con amore e rispetto per la Terra, di stagione, locali, biologici (certificati ed autocertificati).
È doveroso sottolineare come RIVE riesca a garantire un cibo di altissima qualità ad un prezzo di partecipazione al raduno estremamente basso e popolare. Infatti per quattro giorni di raduno, i partecipanti contribuiscono con 75 euro (prezzo per chi paga anticipatamente, costo massimo 95 euro) che comprende: tre pasti, le merende, il pernottamento in tenda, i servizi di base, la partecipazione a tutte le attività del programma culturale.
Il raduno si svolge ogni anno in un luogo diverso e fino ad oggi, l’approvvigionamento del “fresco” è stato esaudito dai produttori biologici locali mentre il “secco” proveniva per lo più da grandi aziende biologiche. Il pane, per la maggior parte è stato prodotto durante il raduno utilizzando la pasta madre e la farina di grani antichi. Non è mancata la pizza, i dolci e le focaccine dette “panelle”.
Grazie all’ispirazione arrivata dai “cugini” sudamericani di CASA – la rete degli ecovillaggi del sud America che un anno prima del raduno prepara un orto nel luogo dell’incontro – RIVE ha creato il progetto PACE: produzione alimentare per il campo estivo. “Grazie all’esperienza acquisita negli anni passati” Chiara Scarselli, del gruppo PACE “siamo in grado di pianificare con un anno di anticipo le quantità di cibo necessarie all’incontro estivo e cercare chi, tra gli ecovillaggi e i progetti, li può fornire”.
Il progetto ambisce a soddisfare il bisogno alimentare del raduno e desidera far fruttare le produzioni agricole degli ecovillaggi.
“Garantiamo l’acquisto delle quantità concordate in anticipo” continua Chiara “e di pagare un prezzo equo al termine del raduno pari alla media del costo di mercato di un prodotto biologico”.
La speranza è che nel tempo si instauri un circolo virtuoso di qualità e di supporto economico, attraverso il quale i partecipanti al raduno possono godere di un prodotto estremamente garantito, buono ed equo e gli ecovillaggi essere sostenuti dalla rete che garantisce l’acquisto del prodotto.
“Questo è solo il primo passo verso la creazione di una Rete di autoproduzione interna alla RIVE” prosegue Riccardo Clemente, copresidente RIVE e responsabile del gruppo PACE “e vogliamo stimolare lo scambio e la compravendita di beni non deperibili sia tra gli ecovillaggi stessi, sia al di fuori della Rete offrendoli a chiunque ne faccia richiesta”.
Per il futuro, Rive sta pensando anche ad assicurare collettivamente i raccolti e creare un fondo per il prefinanziamento delle colture. Nel frattempo, “gustiamoci” questo esperimento con la speranza che oltre a nutrire i corpi sia alimento di un’economia sostenibile che negli ecovillaggi a vocazione agricola è ancora molto fragile.
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Sono sempre più numerosi giovani e meno giovani che decidono di andare a vivere in un cohousing o in un ecovillaggio, una scelta dettata non solo da motivi economici (vivere insieme costa decisamente meno), ma anche dal crescente bisogno di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà. Il panorama delle esperienze comunitarie, in Italia e all’estero, è assai ricco e variegato. Sempre più spesso si riconosce il valore sociale oltre che ambientale del vivere insieme, tanto che anche in Italia sono in crescita le amministrazioni locali che promuovono bandi per l’assegnazione di terreni o edifici destinati al cosiddetto housing sociale; è successo in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e altrove. L’autrice racconta la storia e soprattutto il presente di ecovillaggi e cohousing già attivi in Italia, dei numerosi progetti in via di realizzazione e aperti a nuove adesioni, e delle esperienze internazionali più significative. Quella che emerge è una mappa completa e variegata, utile per chi vuole approfondire una tematica ancora poco conosciuta oppure per chi ha già avviato una riflessione e un percorso, e che nel libro può trovare suggestioni, stimoli e contatti per proseguire il proprio cammino.