Terre AbbanDonate è un’idea del gruppo Let Eat BI, èuna piattaforma web che ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra i soggetti proprietari di terreni di cui non vogliono o non possono più prendersi cura e quei cittadini che vorrebbero coltivare un terreno, ma non lo hanno a disposizione.
Il sito consente di incrociare in modo veloce la domanda (attraverso l’iscrizione all’Anagrafe solidale) con l’offerta (attraverso l’iscrizione al Catasto Solidale), proponendosi perciò come valido strumento per stimolare la nascita di buone pratiche sul territorio.
Terre AbbanDonate è un progetto nato all’interno dell’associazione
Let Eat Bi di Cittadellarte che intende proporsi come azione concreta per la realizzazione del Terzo Paradiso in terra biellese. Si tratta di un progetto solidale locale, con l’obiettivo di produrre significative ricadute positive sul territorio biellese in termini di cura, valorizzazione territoriale e sviluppo di legami nel tessuto sociale.
Il riuso di un terreno che il tempo e l’abbandono hanno reso improduttivo, è non solo una scelta sostenibile in termini economici, ma un tassello essenziale di un tema più ampio: quello della cura del paesaggio rurale e del suo riconoscimento quale luogo dell’identità collettiva.
La “riattivazione” della terra dimenticata e in disuso, ma ancora fertile, e il suo utilizzo consapevole nel rispetto dell’ambiente, sono azioni concrete che rientrano tra le strategie di contrasto al consumo di suolo.
Terre AbbanDonate pone al centro proprio il territorio dimenticato del biellese, un “capitale” assopito, ma potenzialmente bacino di nuove risorse. Allo stesso tempo il progetto vuole intercettare quella tendenza, in aumento soprattutto nelle giovani generazioni, al ritorno alla terra, alla cultura del cibo sano a km 0 e alla creazione di redditi alternativi che, in un periodo di crisi, possano derivare dall’agricoltura.
Si tratta di un progetto ambizioso, ma l’obiettivo a breve termine è farsi agente di questo cambiamento, favorendo l’incontro di un’offerta di terre abbandonate con la crescente domanda di suolo fertile per coltivare. La piattaforma on-line
www.terreabbandonate.com nasce per questo: è il luogo in cui le parti si mettono in contatto.
Let Eat Bi è il mediatore solo in questa prima fase, infatti la formalizzazione delle modalità di affidamento del terreno avviene autonomamente tra i due soggetti. Non si tratta di una vera e propria “donazione” dei terreni, quanto piuttosto di uno scambio reciproco fondato sostanzialmente sulla fiducia: l’affidamento di una terra abbandonata in cambio dell’impegno a prendersene cura (o in alcuni casi di parte del raccolto).
Esperienze simili sono già attive sul territorio italiano, Terre AbbanDonate:
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consente anche a privati cittadini di prendere in affidamento i terreni. Risponde quindi anche alla semplice esigenza di coltivare un orto per l’autoconsumo;
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prevede una affidamento del terreno gratuito;
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mette direttamente in contatto i due attori dello scambio che scelgono autonomamente le modalità di affidamento del terreno e possono costituire un legame anche duraturo.
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agisce partendo dal locale (il territorio biellese) che diventa un banco di prova per l’elaborazione di un modello, in futuro, replicabile
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Terre AbbanDonate è anche uno strumento di Welfare generativo, dando la possibilità ai soggetti appartenenti alle fasce più deboli della società (migranti, disoccupati) .
Cos’è Let Eat Bi
È un progetto avviato da Cittadellarte insieme ad una fitta rete di partner tra associazioni, cooperative, imprese sociali e comunità territoriali, che prova a coniugare coltura, cultura e convivialità, con particolare attenzione all’inclusione sociale e sulla base di un forte legame con il territorio.
«Lo scopo del progetto – spiega Armona Pistoletto, tra i fondatori dell’associazione – è quello di aggregare, promuovere e contribuire a organizzare le risorse e le attività (saperi, azioni, progettualità) operanti sul territorio biellese, il cui denominatore comune sia la cura della terra, del paesaggio sociale e naturale, e di partire da tali risorse per favorire un meccanismo virtuoso di solidarietà e di inclusione sociale».