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Vaccini: il Veneto impugna il decreto del governo sull’obbligo

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Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, lo ha annunciato ufficialmente: impugna davanti alla Corte Costituzionale il decreto legge del governo che introduce l’obbligo di 12 vaccini per la frequenza scolastica e sanzioni pesanti per i genitori che non ottemperano.
Mentre in questi giorni il decreto legge Lorenzin approda al Senato (che terrà anche delle audizioni) per l’iter di conversione, il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che ha dato mandato affinchè la Regione faccia ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento sul quale si sono abbattute in queste settimane durissime critiche da più parti e contro il quale sono state organizzate manifestazioni di protesta in tutta Italia con migliaia di partecipanti.
Anche l’assessore alla Salute della Liguria Sonia Viale si è detta contraria all’obbligo e perplessità ci sono anche in Val d’Aosta, come nel consiglio provinciale di Bolzano.
«Il Veneto, da 10 anni senza obbligo, ha performance vaccinali del 92.6 per cento – dice Zaia – Nella Unione europea 15 Paesi non hanno obbligo, 14 hanno l’obbligo solo per un vaccino». Il ricorso, continua Zaia, non c’entra con la politica. «Diamo una risposta a 5 milioni di cittadini. Siamo gli unici ad avere anagrafe vaccinale digitale in tempo reale». L’impugnativa, ribadisce Zaia, non si fa «perché siamo contro vaccini. Le Regioni hanno l’autonomia vaccinale, i cittadini non vanno multati ma informati. È assurdo che chi ha 7.000 euro possa non vaccinare i bambini mentre chi non li ha rientra in una coercizione che, si sa, crea solo abbandono». «Il genitore — aggiunge il governatore — deve poter stabilire col pediatra un programma vaccinale ad hoc. Da noi il no all’obbligo funziona e dà dati chiari. Dai veneti emerge ancora una volta una lezione di civiltà».
Zaia ha spiegato al «punto stampa» del martedì che il Veneto non impugna solo la legge convertita ma già il decreto Lorenzin firmato dal presidente della Repubblica Mattarella. «Dal 2014 il Veneto informa grazie a medici, pediatri, corsi preparto, corsi prematrimoniali. Non informa con fake news sul web e i dati ci danno ragione». «È sbagliato non fare un passaggio e ignorare le Regioni. È giusto il metodo veneto di informare. Le fake news si combattono grazie alla scienza e ai medici». La cultura vaccinale va creata con trasparenza e scientificità, conclude Zaia. «Le famiglie pongono questioni cui dare risposta, le loro proteste non mi meravigliano»

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