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Decreto vaccini pubblicato in Gazzetta Ufficiale: l’11 giugno protesta a Roma

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È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 giugno il decreto legge che impone 12 vaccini obbligatori subordinando ad essi l’accesso ad asili e scuole materne (0-6 anni) e prevedendo sanzioni elevate e segnalazion al tribunale dei minori per i bambini e i ragazzi non in regola da 6 a 16 anni. L’11 giugno protesta a Roma. Il video della conferenza stampa.
Accolto da polemiche, critiche e annunci di impugnazioni e manifestazioni di piazza, è arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge che prevede 12 vaccini obbligatori per l’accesso e la frequenza ai servizi educativi e scolastici. Il presidente della Repubblica lo ha firmato ed è stato pubblicato sulla G.U. del 7 giugno.
Guarda in fondo il video della conferenza stampa
Diventano dunque obbligatorie da 0 a 16 anni le seguenti vaccinazioni:
a) anti-poliomielitica; b) anti-difterica; c) anti-tetanica; d) anti-epatite B; e) anti-pertosse; f) anti-Haemophilus influenzae tipo b; g) anti-meningococcica B; h) anti-meningococcica C; i) anti-morbillo; l) anti-rosolia; m) anti-parotite; n) anti-varicella.
Sono esonerati i bambini che hanno già avuto la malattia naturale (certificata del medico o risultante da esami anticorpali) e chi è in condizioni di salute tali da poter ottenere l’esonero.
Per i genitori che non ottemperano sono previste sanzioni da 500 a 7500 euro e la segnalazione al tribunale dei minori.
Sono tenuti alla segnalazione dei non vaccinati i dirigenti delle scuole pubbliche e delle scuole private anche non paritarie.
Riguardo le modalità con le quali le vaccinazioni dovranno essere somministrate ai bambini i cui genitori accetteranno le somministrazioni, i dettagli sono rimandati alla relazione tecnica allegata al decreto che potete scaricare in fondo all’articolo.
Intanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano ha votato un documento contro le misure coercitive previste dal decreto sui vaccini.
Ora il decreto dovrà passare alle Camere ed essere convertito in legge entro 60 giorni. Entra comunque provvisoriamente in vigore subito dopo la pubblicazione. La pubblicazione del decreto è stata accolta dalla protesta di decine di migliaia di famiglie in tutta Italia che stanno lottando per la libertà di scelta in materia vaccinale. Il coordinamento nazionale per la libertà di scelta, costituitosi di recente, ha indetto una manifestazione a Roma domenica 11 giugno con partenza alle ore 13 da piazza della Bocca della Verità.
La manifestazione nazionale di domenica arriva dopo la grande partecipazione alle manifestazioni di protesta tenutesi in tutta Italia il 3 giugno scorso.
Si è levata forte la voce critica del professor Ivan Cavicchi, docente all’università di Tor Vergata ed esperto di politiche sanitarie. «Tutto l’impianto del decreto e la sua ideologia coercitiva di fondo è stata confermata: per chi non vaccina i figli, oltre alle sanzioni pecuniarie, a rischio la responsabilità genitoriale con la segnalazione al Tribunale dei minori» spiega Cavicchi, che era anche il 3 giugno scorso al convegno “Libertà di cura: una scelta europea” promossa da Assis e Terra Nuova.
«Il governo ha tirato dritto per la sua strada cioè ha ignorato una parte importante della società che proprio perché non aprioristicamente contro i vaccini chiedeva semplicemente condivisione, responsabilizzazione e esercizio della propria coscienza genitoriale e soprattutto consapevolezza e trasparenza – ha detto Cavicchi – Nel fare questo il governo, con l’appoggio di tutta la medicina ufficiale e della maggior parte dei media, ha scientemente avallato un’operazione di falsificazione del dissenso, mostrandolo come se fosse ontologico, cioè contro i vaccini, e non per quello che effettivamente è, cioè un dissenso epistemologico e metodologico per una strategia partecipata e consapevole di innalzamento della copertura vaccinale».
«La falsificazione politica del dissenso nei confronti del decreto è diventata così parte integrante di una strategia impositiva che va ben al di là delle questioni scientifiche: questo decreto nasce scegliendo a priori di contrapporsi ad una parte importante della società, per questo decreto la società non è interlocutore ma controparte. Una follia».
«L’ideologia sottostante è agghiacciante e si appalesa con i tratti di un igienismo tecnocratico da Ministero degli interni – ha continuato Cavicchi –  non esistono le persone con le loro legittime complessità e le loro culture ma solo milioni di banali e indifferenziati macro-organismi, tutti indistintamente potenziali portatori di micro-organismi da sopprimere il più tempestivamente possibile. Quindi, solo un problema di ordine pubblico. Questa ideologia che esiste solo in ragione di una politica insipiente è la più lontana da una ragionevole e moderna idea di scienza: per essa valgono solo le evidenze scientifiche, le statistiche, i dati epidemiologici e in nessun caso sono ammesse contraddizioni, aporie, dati di fatto contrari, esperienze individuali, effetti paradossali, semplici diversità, singolarità».
«La medicina ne esce male – ha concluso Cavicchi – la sua poca trasparenza e la sua tanta reticenza non contribuirà ad attenuare la diffidenza sociale nei suoi confronti ma la accentuerà. I medici non hanno saputo convincere, non hanno saputo ricondurre ad una versione accettabile i tanti e diversi fenomeni che si correlano ai vaccini, non hanno saputo rassicurare sul loro uso. L’unica cosa che hanno fatto è imporre il vaccino quasi fosse un farmaco perfetto e chiedere alla società un atto di fede nei suoi confronti. La medicina si illude di risolvere i suoi problemi con la società postmoderna con i Tso. Altra follia».
«Tutta l’operazione resta adombrata da sospetti di strumentalità politica legata anche alle prossime scadenze elettorali dal momento che non esistono condizioni di urgenza per giustificare la fretta di fare un decreto. Per di più molto forti restano i sospetti di conflitto di interesse tra i suoi principali supporter (quasi tutti nei board scientifici delle principali case farmaceutiche) o comunque legati al ruolo dell’Italia di paese capofila per i vaccini nel mondo. L’esercizio di un’ostentata quanto ottusa irragionevolezza che ha voluto ignorare alcune delle verità più elementari, come ad esempio quella che dimostra che obbligare al vaccino è meno efficace di convincere al vaccino, che molto più degli sbarramenti scolastici funziona come sistema di persuasione una buona e capillare organizzazione dei servizi vaccinali con degli orari aperti e non chiusi, che siccome l’Italia è un paese con una buona copertura vaccinale (mediamente il 90%) è difficile che un caso sporadico abbia conseguenze sugli altri, e tante altre cose che agli italiani sono state taciute, comprese le perplessità espresse dalle Regioni stesse».
«Qual è il senso? Quando una politica senza testa incontra una tecnocrazia ambiziosa e il profitto dell’industria farmaceutica, è possibile che nascano leggi antisociali come quella che ora andrà in Parlamento. Chi pensa di prendere voti con i vaccini si sbaglia, i Tso alla fine con i figli di mezzo stanno sulle scatole a tutti e non piacciono a nessuno».
Dura la posizione del Coordinamento nazionale per la libertà di scelta.
«Mentre i paesi più importanti d’Europa (fra i quali Svezia, Germania, Gran Bretagna solo per citarne alcuni) hanno messo in campo strategie vaccinali volte al coinvolgimento della popolazione ed hanno affermato l’incostituzionalita’ di misure coercitive ed obbligatorie, l’Italia apre una stagione di aperto conflitto con le famiglie che non adempiranno a tutte le 12 vaccinazioni obbligatorie.  Una forzatura inaccettabile, dietro la forte pressione del mondo economico delle case farmaceutiche, in un momento in cui non vi è alcuna emergenza o epidemia in corso».
«Il Coordinamento ricorrerà in tutte le sedi opportune fino alla Corte di giustizia Europea per le molteplici violazioni di diritti fondamentali contenute nel decreto legge e sosterrà tutti quei genitori che vorranno avviare ricorsi ma che non hanno sufficienti risorse economiche.  Non c’è in gioco soltanto il tema di quale strategia sanitaria adottare come la più efficace azione preventiva riguardo alcune malattie infettive, c’è una aperta violazione della libertà di scelta terapeutica garantita dalla nostra Costituzione, dalla Convenzione di Oviedo e dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani che garantisce l’inviolabilita’ dell’integrità personale. Le sanzioni amministrative e il divieto di accesso a scuola per i bambini tra gli 0 e i 6 anni si configurano come una chiara lesione di questi diritti fondamentali».

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