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Trudeau lascia l’Italia: sul Ceta pressione della società civile

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La visita del presidente canadese per promuovere il CETA in Italia incontra lo scontento delle organizzazioni parte della campagna Stop TTIP Italia. Aumenta la pressione sul Parlamento per rigettare l’accordo tossico UE-Canada
Una valanga di tweet con l’hashtag #StopCETA ha accolto il tour italiano del premier canadese Justin Trudeau per promuovere il CETA, l’accordo UE-Canada che ora attende la ratifica dei Parlamenti nazionali. Contestato da tutte le organizzazioni che aderiscono alla Campagna Stop TTIP Italia, Trudeau si è proposto alle telecamere con una visita ad Amatrice, una comparsata nello Stadio Olimpico di Roma e un convegno alla Camera dei Deputati.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ricevuto una delegazione composta da Coldiretti, CGIL, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori e FairWatch, sostenendo il coinvolgimento della società civile nel processo e auspicando che a Montecitorio siano garantiti i tempi di discussione adeguati alla rilevanza del tema. Il CETA arriverà nelle prossime settimane all’esame della Camera, e i parlamentari italiani dovranno analizzare un testo denso di criticità per tutti i settori più delicati e importanti del nostro paese: dall’agroalimentare ai servizi pubblici, dall’energia agli appalti.
«I parlamentari italiani saranno presto chiamati a svolgere il loro dovere di tutela dell’interesse pubblico – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – Le nostre denunce sono fondate ed è sufficiente leggere il testo del CETA per capirlo. È semplicemente inammissibile ratificare un trattato privo di qualsiasi clausola vincolante per il rispetto dei diritti umani, del lavoro e dell’ambiente. L’Italia non ha nulla da guadagnare con il CETA, mentre rischia di perdere oltre 40 mila posti di lavoro e peggiorare la qualità della vita dei cittadini».
In particolare, il trattato evidenzia debolezze nella tutela dell’ambiente, nel rispetto degli obiettivi climatici, nella protezione dei servizi pubblici e delle indicazioni geografiche. Il CETA rischierà di indebolire gli standard europei di salubrità dei prodotti e di innalzare le soglie di tolleranza per sostanze chimiche tossiche, favorire la revisione delle norme che disciplinano l’importazione di OGM e incrementare l’utilizzo di petrolio da sabbie bituminose. La Corte speciale che dovrà dirimere le controversie tra investitori e stati nell’ambito del trattato non garantisce, inoltre, l’indipendenza dei giudici e la libertà di regolamentare da parte degli stati, che potrebbero subire cause multimilionarie per quasi tutte le politiche pubbliche considerate scomode dagli investitori del paese contraente.
Campagna Stop TTIP Italia

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