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Bimbo morto per otite. Gorga: «Clima da caccia alle streghe»

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Il presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga, interviene dopo la morte di un bimbo di 7 anni a causa delle complicazioni di un’otite. Anche la Fiamo fa sentire la sua voce.
Dopo la morte del bambino di 7 anni per le complicanze di un’otite sono partite le accuse in generale all’omeopatia. Secondo la ricostruzione dei medici ospedalieri che hanno ricoverato il bambino ad Ancona, infatti, il piccolo era stato curato con medicinali omeopatici anziché con antibiotici anche dopo diversi giorni di febbre.
“Una volta sono i no vax, un’altra quelli che sostituiscono la chemioterapia con cure complementari. Poi c’è chi attacca strumentalmente il settore e parla di acqua fresca perché non conosce l’utilizzo dei nostri farmaci, e c’è chi addirittura parla di terapie alternative. Alternative a cosa? La medicina è una sola. Se un intervento non riesce non è colpa del bisturi, bensì della mano del chirurgo che lo ha utilizzato. Questo vale per l’omeopatia e per qualunque categoria farmaceutica”.  La misura è colma per Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le aziende che producono e distribuiscono i farmaci omeopatici, nata con lo scopo di promuovere un corretto approccio all’omeopatia e lavorare con le Istituzioni per normare il settore.
 
«L’omeopatia è utilizzata da 20.000 medici italiani, laureati in medicina e iscritti ad appositi registri dopo aver frequentato scuole di specializzazione accreditate, come previsto da una legge dello Stato del 2012 a tutela dei pazienti e contro la pratica del fai da te» afferma Gorga.
 
“I nostri farmaci  – continua il presidente di Omeoimprese – sottostanno alle regole dell’Agenzia Italiana del Farmaco, come avviene per i generici, i radioterapici, gli emoderivati e qualunque altra classe farmaceutica. Secondo  quanto  disposto  dalla legge  di  stabilità  2015, entro  il  30 giugno  dovremo presentare all’Aifa  la documentazione   relativa   ai   singoli preparati per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio, nel rispetto della normativa europea  in vigore, e a tutela  e sicurezza  dei pazienti. Dunque il problema non sono i farmaci omeopatici, bensì l’utilizzo che ne viene fatto”.
Anche la Fiamo, Federazione Nazionale delle Associazioni e Medici Omeopati, interviene.
«La FIAMO è vicina ai familiari del bambino di Ancona ai quali esprime le sue più sentite condoglianze per quanto accaduto. In attesa di conoscere i dettagli di questa vicenda, intende precisare quanto segue:
-Il medico esperto in omeopatia è prima di tutto un medico, quindi utilizza nella cura del paziente lo strumento migliore per quella situazione patologica. Che l’otite catarrale acuta del bambino sia una patologia nella quale in prima battuta l’indicazione dell’antibiotico sia errata è una cosa condivisa nella letteratura medica da tantissimi anni. L’esperienza dei medici omeopati è che in questa prima fase della malattia il medicinale omeopatico ben indicato è in grado di risolvere l’infiammazione. Ma se ciò non avviene, e se il medico non riesce ad individuare la soluzione all’interno delle sue competenze omeopatiche, lo strumento terapeutico deve essere scelto tra tutto ciò che la medicina mette a disposizione, nel caso specifico l’antibiotico.
-Poiché la conoscenza del caso di cui si dispone è quella che tutti possiamo dedurre dalla lettura delle cronache non conoscendo in dettaglio il caso in questione, la FIAMO si astiene dall’esprimere giudizi sui fatti e respinge la criminalizzazione dell’approccio medico omeopatico nel suo complesso a fronte di un singolo caso».
Interviene anche la Siomi, Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata, tramte la presidente Simonetta Bernardini: «Davanti ad un evento così tragico non possiamo non esprimere, prima di tutto, il nostro cordoglio verso i familiari del piccolo bambino. Questo premesso, la SIOMI e la SMB non possono che ribadire quanto affermato più volte: la Medicina è una ed una soltanto. Essa si avvale in primis, di un’accurata visita clinica, quindi di mezzi diagnostici dai quali scaturiscono le terapie opportune. In accordo con il Codice di deontologia medica, nessun medico deve far mancare al suo paziente la terapia migliore per ciascun caso clinico. La Medicina Integrata professa la ricerca della terapia migliore per ciascun paziente, senza pregiudizi e nemmeno preconcetti; sia essa farmacologica sia omeopatica o entrambe, nei casi in cui l’una o l’altra non siano da sole sufficienti ad avere ragione della malattia. Nel caso specifico, oltre a ribadire che il bambino dovrebbe essere sempre curato da un pediatra e, nel caso dell’omeopatia, da un pediatra esperto anche in omeopatia, ribadiamo che nessun medico può permettersi di ergere l’omeopatia a cura esclusiva di una situazione di salute, per giunta acuta quale quella del piccolo. Non si può tuttavia scambiare un caso di, possibile, malpractice della medicina con la medicina. Altrimenti per ogni evento avverso che ogni giorno si registra in chirurgia o in medicina in un ospedale o nel territorio si dovrebbe applicare la stessa regola. Lo scopo della Medicina Integrata è la salute e la guarigione del paziente».

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