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Decreto vaccini: i sei punti critici per le Regioni

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Il decreto del governo (annunciato ma non ancora apparso in Gazzetta Ufficiale) che rende obbligatori 12 vaccinazioni per la frequenza scolastica si è attirato ire e critiche da ogni dove e ora anche dalle Regioni stesse, che lo vedono come inapplicabile nei tempi previsti.
A Sanità24 lo aveva anticipato il coordinatore degli assessori regionali Antonio Saitta: «Il nodo sono i tempi di applicazione del decreto, che in ogni caso siamo in attesa di leggere, per un commento dettagliato». Aspettando la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, gli assessori non sono rimasti certo con le mani in mano: hanno passano in rassegna le difficoltà che con ogni probabilità dovranno affrontare, stando alle anticipazioni sul testo trasmesse a caldo dal ministero della Salute, prima che i tecnici si chiudessero nel silenzio che sempre caratterizza sessioni serrate di limatura.
Sei i nodi critici, come spiega Barbara Gobbi su Il Sole 24 Ore, che renderebbero gli oneri a carico delle Regioni tecnicamente «insostenibili» dal punto di vista organizzativo: tempi di comunicazione con asili e scuole troppo brevi, in vista della chiusura dell’anno scolastico; grandi numeri di bambini da vaccinare; tanti adolescenti da contattare e valutare, oltre che da vaccinare; risorse tutte da “capire”, visto che l’impegno organizzativo è pari a quello imposto da una vaccinazione di massa; necessità di definire sia le coorti sia l’obbligo vaccinale a cui queste devono rispondere; contemporanea applicazione del nuovo Piano nazionale vaccini.

A raccontare più esplicitamente il disagio, dopo le anticipazioni del piemontese Saitta che attende un incontro con la ministra della Salute Lorenzin, oggi è intervenuto il titolare della Sanità veneta, Luca Coletto. «L’accordo fatto con i Lea stabiliva che le vaccinazioni obbligatorie venivano introdotte nel tempo, sia per questioni di ordinativi sia per l’organizzazione del personale, anche perchè siamo alla vigilia delle vacanze estive: tutte le Regioni con voce unanime hanno dato mandato al presidente della Commissione Saitta di rappresentare al governo le comuni difficoltà organizzative per rispettare la scadenza di settembre. Tra l’altro – aggiunge Coletto – è ancora in vigore il decreto 355 del 99 secondo il quale il diritto allo studio prevale sulle vaccinazioni: se vanno rese obbligatorie si doveva abrogare quel decreto. E per ora non è stato fatto». Sulla stessa linea la vicepresidente della Regione Liguria, Sonia Viale. «Sono problematiche che interessano tutte le Regioni. Trovo preoccupanti le ipotesi relative all’intervento dell’autorità giudiziaria e alle sanzioni: prevedere in modo coercitivo l’utilizzo delle forza pubblica in esecuzione di un provvedimento del tribunale dei minori credo sia il modo meno indicato per incidere sull’educazione e sulla promozione dei vaccini. Auspico, quindi – conclude – che il testo venga profondamente modificato in aula, sentito il parere delle Regioni».

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