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Vegan: perché è bene cominciare da piccoli

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I pregiudizi legati alla scelta di crescere i figli con un’alimentazione vegana, fin dalla più tenera età, sono moltissimi. Nonostante la scienza abbia dimostrato la validità di una dieta di questo tipo, sull’argomento c’è ancora molta disinformazione. Proviamo a fare il punto sulla questione.
Un argomento mai scontato è sicuramente quello riguardante l’alimentazione vegana per i bambini. I dibattiti sulla questione sono numerosi, nonostante sia ormai scientificamente dimostrato che una dieta interamente a base vegetale, sana ed equilibrata, sia possibile e anzi auspicabile in tutte le fasi della nostra vita.
Chi la vede come un’imposizione da parte dei genitori dimentica che ogni scelta presa per crescere un bambino è principalmente condizionata dalla madre e dal padre. Anche l’alimentazione onnivora può essere considerata una forzatura, non essendo un bimbo in grado di scegliere per se stesso. Questo tipo di accuse non regge il confronto con le scoperte che la scienza ha compiuto negli ultimi trent’anni. In effetti, la disinformazione intorno a questo argomento è tale da nuocere a tutti i benefici che la scelta di uno stile di vita vegan può portare alla nostra salute, a quella dei nostri figli e del nostro pianeta.
Dalla letteratura scientifica emerge che le abitudini alimentari assunte in gravidanza predispongono le basi per la buona o cattiva salute del nascituro. I nutrizionisti confermano quanto sia importante prevenire gravi malattie partendo proprio dalla dieta della madre e poi del bambino in età prescolare, da 0 a 4 anni. Secondo Alberto Ugazio, direttore del dipartimento di medicina pediatrica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, è necessario «agire sulla nutrizione pre e post natale, ovvero in quei periodi “sensibili” della vita in cui il bambino matura la capacità di regolare il metabolismo sia a breve sia a lungo termine: questa è la prima e la più efficace arma per prevenire non solo sovrappeso e obesità, ma anche diabete, ipertensione, malattie cardio-ischemiche, allergie e osteoporosi». Tutte malattie, purtroppo, sempre più comuni già nell’infanzia e legate al consumo eccessivo di carne, formaggi, latte, uova, carboidrati raffinati, come zucchero, pasta e pane. Proprio il nostro paese detiene il triste record europeo per il maggior numero di bambini sovrappeso e obesi.
«Il regime dietetico adatto per un bambino» spiega il pediatra Maurizio Conte, membro del comitato scientifico dell’Associazione vegani italiani onlus, «deve rispettare la fisiologia del corpo umano», quindi non comprendere alimenti di origine animale. A questa indicazione si aggiunge il parere dell’Organizzazione mondiale della sanità che, dopo aver esaminato 800 studi scientifici, ha affermato che mangiare carne rossa, soprattutto se processata e conservata (salami, prosciutti ecc.), incrementa considerevolmente il rischio di ammalarsi di cancro.
Ad oggi, i pregiudizi riguardo alla proposta vegan sono stati superati grazie a prove scientifiche che dimostrano che la nutrizione a base vegetale riduce il rischio della maggior parte delle malattie contemporanee.
Di fronte a questa evidenza, ci chiediamo: come possiamo pensare di inserire la carne tra gli alimenti sani da somministrare nella dieta dei nostri bambini?

Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Maggio 2017

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