Da qualche anno si trovano in commercio fornelli a induzione di nuova generazione che promettono prestazioni migliori delle più classiche cucine a gas, ma pochi sono gli studi sull’affidabilità di questi strumenti che possono essere dannosi per la nostra salute. A essere accusati sono le correnti elettriche che possono emanare radiazioni nocive per il corpo umano, vediamo di cosa si tratta.
Fanno male le onde elettromagnetiche propagate dalla cucina a induzione? Per ora non esistono studi specifici o articolati sugli effetti a lungo termine sulla salute. Ma a dare la risposta più esaustiva ci hanno pensato gli svizzeri, con un’analisi dell’Ufficio federale della sanità pubblica, che parte da una considerazione: e innegabile che il campo magnetico che si forma in prossimità delle piastre a induzione generi correnti elettriche che attraversano il corpo della persona ai fornelli. Secondo le normative vigenti, le cucine a induzione utilizzate con pentole adeguate, dalle dimensioni corrette e posizionate al centro della piastra, devono rispettare il valore limite di radiazioni raccomandato dalla Icnirp (Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti) di 6,25 microtesla (μT), a una distanza di 30 cm.
Ricordiamo anche che tale Commissione ha definito il valore limite per la densità di corrente nel corpo in modo tale che sia cinquanta volte inferiore alla soglia di eccitabilità del sistema nervoso. A quanto pare tutti gli apparecchi misurati dall’Ufficio federale di sanità svizzera soddisfano questi requisiti.
Nell’uso giornaliero può però capitare che queste condizioni non siano rispettate, in quanto nella pratica non sempre può essere garantita la distanza minima di 30 cm. Si pensi in particolare alle donne incinte, ai bambini e alle persone di bassa statura. È stato quindi esaminato l’influsso esercitato dal funzionamento contemporaneo di più piastre o di pentole inadeguate o non centrate sui campi di dispersione.
I campi magnetici sono stati determinati a una distanza variabile da 1 a 30 cm dal bordo del piano di cottura in vetroceramica. Ebbene, come volevasi dimostrare, più ci si avvicina al piano di cottura e più i campi di dispersione aumentano. A una distanza di 30 cm il valore limite di 6,25 microtesla (μT) raccomandato dalla Icnirp e rispettato da tutti i modelli.
Alla distanza di 1 cm dall’estremità del piano di cottura, il campo di dispersione supera invece questo valore nella maggior parte dei casi. I campi di dispersione raggiungono il valore di riferimento a una distanza compresa tra <1 e 12 cm con pentole adeguate e tra <1 cm e 20 cm con pentole inadeguate, precisando che tutte le misurazioni sono state effettuate con la massima potenza calorifica e quindi in condizioni estreme (worst case).
Per quanto riguarda le due piastre incassate, dai risultati emerge che nella maggioranza delle persone-modello il valore limite per le correnti corporee è rispettato o esaurito, mentre le correnti corporee nella donna incinta al nono mese e nel bambino di 6 anni superano il limite. Mantenendo la giusta distanza dai fornelli non ci dovrebbero essere particolari problemi, ma è inutile negare l’evidenza: il campo elettromagnetico esiste, e le persone particolarmente sensibili potrebbero subire degli scompensi.
Per chi rimane intenzionato a utilizzare questi fornelli ricordatevi di centrare bene le pentole, anche se i piani cottura più moderni hanno un apposito sensore per circoscrivere esattamente l’area della pentola. E poi abbiate cura di mantenere le giuste distanze dal fornello, con mestoli di legno di buona qualità.
Ecco un elenco di raccomandazioni stilato dall’Ufficio federale della sanità pubblica elvetica.
– Utilizzare pentole il cui fondo corrisponda alla circonferenza della piastra ed evitare l’uso di pentole di dimensioni inferiori. La piastra dev’essere interamente coperta da pentole di dimensioni corrispondenti, le quali vanno sempre posizionate al centro. •
– Non utilizzare pentole difettose dal fondo ricurvo, anche se possono essere scaldate senza problemi. •
– Non utilizzare mestoli in metallo per evitare che correnti derivate attraversino il corpo. •
– In caso di prestazione ridotta, le persone che si pongono molto vicino alla cucina o toccano con il corpo il piano di cottura, dovrebbero privilegiare l’utilizzo dei fornelli posteriori oppure di quelli anteriori, ma mantenendo ridotta la prestazione.
– Affinché l’energia sia trasmessa efficacemente dal fornello alla pentola è indispensabile utilizzare pentole concepite appositamente, adeguate per cucinare a induzione. Il set di pentole più idoneo e quello fornito insieme alla cucina.
– Mantenendo una distanza di 5-10 cm dai fornelli si può ridurre sensibilmente l’intensità del campo magnetico cui si è esposti. •
– Le persone con pace-maker o defibrillatori dovrebbero discutere con il proprio medico sull’opportunità di utilizzare una cucina a induzione.
Articolo tratto dal numero di aprile 2013 di Terra Nuova