«Chernobyl brucia ancora. Il fuoco é finanziato
con i soldi dei cittadini europei ed il risultato é l’arrivo di
cibo radioattivo sulle nostre tavole. Lo
dice l’associazione di volontariato
“Mondo in cammino”, e sullo scandalo che essa denuncia desideriamo fare luce. Tanto per cominciare stiamo preparando un’interrogazione alla Commissione Europea. Oggi – il 31mo anniversario della
tragedia – é il giorno più adatto per parlarne»: spiega Tamburrano.
«Nella zona di Ivankiv (Ucraina), a poca distanza da Chernobyl, la
banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (ERBD, che é sostenuta dalle istituzioni UE,
ha finanziato la costruzione di
Ekotes, un enorme
impianto a biomassa che produce energia elettrica usando come combustibile non solo il
legno locale,
fortemente radioattivo, ma anche sembrerebbe il legno ancor più radioattivo che viene illegalmente tagliato nella
“zona di interdizione” attorno alla centrale nucleare esplosa il 26 aprile 1986. Gli alberi bruciati da Ekotes hanno assorbito ed
incorporano le sostanze radioattive depositatesi al suolo a causa dell’incidente: soprattutto (ma non solo)
Cesio 137 e
Stronzio 90. Durante la combustione queste sostanze in parte vengono disperse
nell’atmosfera e in parte si concentrano
nelle ceneri che, a quanto afferma “Mondo in cammino” – vengono
distribuite ai contadini di
tutta l’Ucraina affinché le usino
come fertilizzante nei campi. Così la radioattività delle ceneri viene incorporata dal
cibo: e l’Ucraina esporta verso l’UE grandi quantità di derrate alimentari».
«Secondo i dati di “Mondo in cammino”, la centrale a biomasse Ekotes arriva a bruciare in un solo giorno quasi
6.500 quintali di legno; ogni quintale di legno produce – oltre alle emissioni in atmosfera – un chilo di cenere con una
radioattività media pari a
3.000 Becquerel. E’ impossibile sapere
dove esattamente
finisce il cibo concimato con le ceneri radioattive. Tuttavia dal 2014
l’Ucraina é legata all’UE
da un accordo di associazione e dal primo gennaio 2016 UE ed Ucraina
formano una zona di libero scambio. Per fare un solo esempio, già nel 2015 l’Ucraina
ha quadruplicato la quantità di
grano venduta all’
Italia ed
é diventata il terzo maggior fornitore di grano destinato alla
panificazione nel nostro Paese. Noi ci preoccupiamo – giustamente – per la pagnotta germogliata sulle ceneri radioattive: ma
la gente che vive attorno alla centrale a biomasse, oltre a mangiare cibo contaminato,
respira la radioattività diffusa nell’aria dall’impianto. Secondo “Mondo in cammino”, circa
il 90% dei bambini della zona di Ivankiv soffre di turbe cardiache correlate all’incorporazione nel tempo di Cesio 137 e nei
cimiteri le lapidi di bambini e ragazzi stanno occupando uno spazio spropositato. La
banca EBRD (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), che ha finanziato la centrale a biomassa Ekotes, annovera fra i fondatori l’Unione Europea (a quel tempo si chiamava Comunità Europea) e la Banca Europea degli Investimenti, che è l’istituzione finanziaria dell’UE. Ha
finanziato in Ucraina addirittura 377 progetti per un ammontare complessivo di oltre
12 miliardi di euro: fra di essi c’è anche il
mantenimento in funzione delle vecchie e pericolose
centrali nucleari “sorelle” di Chernobyl che hanno raggiunto e superato l’età pensionabile. A suo tempo ne abbiamo chiesto conto alle istituzioni UE, ricevendo rassicurazioni
dall’EBRD e
dalla Commissione Europea. Interrogheremo presto la Commissione Europea per verificare se quelle promesse siano state mantenute, sia per
sollevare la questione della centrale elettrica a biomasse Ekotes».